Le metafore: una finestra aperta sulle convinzioni e gli atteggiamenti
Il linguaggio verbale, pur non essendo l’unico strumento per sondare convinzioni e atteggiamenti, è quello più frequentemente utilizzato in sondaggi, questionari e interviste. L’uso delle parole, per le connotazioni che sono loro proprie, è una spia indicativa del tipo di rappresentazioni cognitive e di reazioni affettive sottese alle espressioni verbali. Per esempio al termine “aggiornamento” oggi si preferisce spesso il termine “formazione”: pur facendo riferimento allo stesso processo, il primo termine sembra implicare la messa a punto o l’aggiustamento di un sistema già consolidato in partenza, mentre il secondo sembra porre l’accento sullo sviluppo progressivo e ricorsivo di saperi personali (conoscenze, abilità, ma anche le convinzioni e gli atteggiamenti che sono l’oggetto della nostra analisi).
Dunque le parole non sono mai neutre, ma sottendono visioni differenti rispetto al concetto che vorrebbero esprimere. Da questo punto di vista, le metafore ne sono un esempio illuminante. Chiedere a un insegnante di completare una definizione come “Sapere la mia disciplina significa …” avvia un processo di elaborazione molto diverso rispetto al chiedere di completare una metafora come “Sapere la mia disciplina è come …”, e questo per diverse ragioni. Innanzitutto, le definizioni sono per loro natura analitiche e possono riuscire più congeniali a persone sistematiche e convergenti, mentre le metafore sollecitano percezioni globali, e possono quindi attirare di più persone intuitive, sintetiche, divergenti. In secondo luogo, le definizioni tendono a mettere a fuoco opposizioni e differenze, mentre le metafore si focalizzano maggiormente su somiglianze e analogie. Infine, le metafore si prestano molto più delle definizioni ad essere rielaborate e approfondite.
Ma il punto cruciale di queste considerazioni è il fatto che creare metafore non significa soltanto portare alla superficie costrutti mentali ed emotivi, ma anche influenzare i modi in cui si concepisce la realtà e la si affronta: in altre parole, le metafore hanno il potere di creare nuove realtà strutturando l’esperienza personale. Ciò accade quando l’esperienza comincia a essere compresa nei termini di una metafora, e ancor più quando si comincia ad agire in questi nuovi termini (Lakoff e Johnson, 1980). Come è stato detto, “una metafora può agevolmente essere vista, etimologicamente, come un “ponte” che trasporta da un lato ad un altro. Collega e include il noto e il non-noto, il tangibile l’intangibile, il familiare e il nuovo” (Cortazzi e Jin, 1999, p. 149).
Esempi di metafore “all’opera”
Consideriamo queste definizioni e metafore fornite da insegnanti di materie letterarie di un liceo scientifico:
“Sapere” la mia disciplina | |
significa ... |
è come ... |
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Mentre così si sono espressi insegnanti di una scuola primaria:
Uno studente autonomo | |
è una persona che ... |
è come ... |
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Promuovere l’autonomia negli studenti | |
significa… |
è come… |
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Come si vede, definizioni e metafore non sono in alternativa: entrambi costituiscono utili strumenti per sondare queste dimensioni nascoste della competenza. Le metafore, tuttavia, posseggono una qualità creativa diversa, che tende a far emergere, tramite analogie, un “vissuto” più personale, che non di rado tocca dimensioni affettive profonde e rende più trasparente l’interazione stretta tra il “cognitivo” delle convinzioni e l’”emotivo” degli atteggiamenti.
Le visioni degli stili e delle strategie di apprendimento e insegnamento
A volte le metafore hanno il potere di svelare in modo realistico e al contempo quasi “viscerale” il vissuto delle persone. Confrontiamo ancora una volta definizioni e metafore fornite da insegnanti di una scuola secondaria di secondo grado al termine di alcuni incontri di “aggiornamento” sul tema degli stili e delle strategie:
Stili di apprendimento e stili di insegnamento sono legati | |
nel senso che ... |
è come ... |
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Una strategia di apprendimento | |
è ... |
è come… |
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Attivare strategie da parte dell’insegnante | |
significa ... | è come… |
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Mentre le definizioni entrano nel merito più “tecnico” e specifico dei concetti, le metafore tendono a fornire immagini vivide, che a volte gettano una luce inaspettata sui vissuti emotivi: si noti come lo stesso senso di relazione possa essere visualizzato sia in termini di “genitori e figli”, sia in termini di “predatore e preda”. Quest’ultima metafora viene ripresa nella visione di una strategia come “assalto ad una fortezza”, con un senso di un’impresa difficile, quasi di una guerra contro un’entità da espugnare. Allo stesso modo, si noti la visione del lavoro dell’insegnante come quello di illuminare un ambiente “quasi buio”, o, alternativamente, di nuovo il senso “genitoriale” di chi aiuta a nascere, a “venire alla luce” .
In conclusione…
Più delle definizioni, che tendono a essere abbastanza esaustive nel loro carattere analitico, le metafore si prestano a essere esplorate, ampliate, sviluppate da parte di chi le ha prodotte, promuovendo l’esplicitazione dei vissuti e dei valori più profondi e personali e, tramite questa verbalizzazione, la socializzazione e il confronto con altri. Questi strumenti verbali di indagine di convinzioni e atteggiamenti funzionano sia con gli insegnanti che con gli studenti e, come si è visto, possono essere utilmente integrati da strumenti non-verbali, come immagini, diagrammi, colori… che hanno il merito di arricchire di emozioni un viaggio che è comunque sempre fonte di scoperte e rivelazioni inaspettate.
Cortazzi M. e Jin L., 1999, “Bridges to learning: Metaphors of teaching, learning and language”; in Low G. e Cameron L. (Eds.), Researching and applying metaphor, Cambridge University Press, Cambridge, pp. 149-176.
Lakoff G. e Johnson M., 1980, Metaphors we live by, University of Chicago Press, Chicago.