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di Maria Luisa Jorilo specchio di Alice

01/04/2014

Moliere in bicicletta

Titolo originaleAlceste à bicyclette

Genere: Commedia
Regia: Philippe Le Guay
Sceneggiatura: Philippe Le Guay​
Interpreti : Fabrice Luchini, Lambert Wilson, Maya Sansa, Camille Japy, Ged Marlon, Stéphan Wojtowicz, Anne Mercier
Fotografia: Jean-Còaude Larrieu
Produzione:  Francia
Anno: 2013

 

Alceste è il protagonista  dell’opera  di Moliere  Il misantropo,   intorno alla quale  è imbastita  l’azione  della commedia rappresentata in questo film.  Infatti  il regista  non ha voluto cadere   nella traduzione cinematografica di un  classico del teatro, pur ispirandosi a uno di questi grandi testi. Aiutato da un  suggerimento  di  Fabrice Luchini,  che aveva già recitato in un precedente film francese  su Molière  (Le avventure galanti del giovane Molière, 2007)  e  che ha una casa proprio  nel luogo in cui si ambienta il film, l’Île de Rè  (un’isola  che si percorre comodamente in bicicletta,  arrivandovi da La Rochelle tramite un lungo ponte), Philippe Le Guay  ha messo in scena lo scontro tra due  giganti delle scene teatrali, Serge e Gauthier, interpretati da due  grandissimi attori del cinema: rispettivamente  Fabrice Luchini   e Lambert Wilson.  

Gauthier  Valance è un attore che ha raggiunto la fama grazie a una fiction televisiva e Serge Tanneur  è un vecchio amico attore di teatro, suo  ex collega in  passate esperienze cinematografiche.  Il primo va a trovare il  solitario   Serge, che  ora vive da eremita in una villetta dell’Île de Rè, per  invitarlo a rappresentare in uno spettacolo la pièce di Molière Il misantropo. Ma i due, quando finalmente  il cinico, schivo e quindi riluttante   Serge  si lascia convincere dall’ex collega  a tornare a recitare in teatro,  si contendono l’un l’altro il ruolo principale, quello di Alceste,  ritenendo meno significativa la parte dell’antagonista Filinte.

 I dialoghi scoppiettanti,  grazie anche alla collaborazione nella sceneggiatura dello scrittore francese di successo Emmanuel Carrère, contengono a volte  brani del testo di Molière perfettamente calzanti con i caratteri  dei due personaggi del film. Così realtà e finzione si fondono e confondono creando scene tragicomiche.

 Alla fine  Serge  acconsente alla recita a patto di  un compromesso:  poter alternare i ruoli di Alceste e Filinte durante il tour. Nei giorni dedicati alle prove, molto faticosi specie per Serge, che non riesce a memorizzare una battuta, sempre la stessa, i due attori faranno la conoscenza di Francesca.  Frequentata e desiderata  da entrambi  la ragazza si concederà all’amore fisico con Gauthier,  gran seduttore,   nonostante  la sintonia spirituale nata spontaneamente con Serge.  Diventerà così  anche lei un  personaggio tragico,  tra incompletezza e  misantropia,  che le tingeranno la vita di    infelicità.  E tragico apparirà per tutti il finale,  con Gauthier  sul palcoscenico davanti alla platea piena,  bloccato sulla battuta tallone di Achille per Serge improvvisamente dimenticata, mentre Serge, altrettanto sconfitto esistenzialmente,   sulla spiaggia fredda e deserta riesce a recitare, ma in solitudine,   la famigerata battuta con  vacua  sensazione di rivincita.   Il film dunque si chiude amaramente, rappresentando   il  parallelo  malessere che  incatena  ognuno. Nessuno vince la partita della propria  esistenza, prigioniero o vittima del proprio carattere.

 Philippe Le Guay , precedentemente  regista dello spiritoso  Le Donne del 6° Piano  (con un’altra magistrale interpretazione di Luchini)    in questo  suo nuovo lavoro ha voluto creare un moderno Alceste, cinico e compassato, ma che,  impegnato  in decise  pedalate,  tradito a un tratto  dai freni, come in una caricatura,    finisce  comicamente per rotolare in un fosso. Lo spettatore   dapprima   ride,  riconoscendo come sia  la filosofia della vita del  misantropo Serge,   sia  quella del vitale e dinamico  Gauthier  contengano verità oggi più che mai umanamente condivisibili,  mentre la radicalità  degli  opposti  caratteri dei due personaggi  finisce per trasformare entrambi in macchiette.   Ma poi, verso la fine del film,  è costretto ad accorgersi della infelicità che  sta dietro la comicità di quei tipi umani. 

 Le Guay in questo film  usa  la tipica commedia di carattere  di Molière   per   rivelare      come  sia in teatro sia sulle scene del mondo    la   commedia   implichi anche  il suo opposto, cioè  il tragico  della vita e  dei suoi   attori,   di fatto   impreparati e  sorpresi  dal caso degli eventi.

Altri film sulla vita di Molière

Vita amori autocensura e morte in scena del signor di Molière nostro contemporaneo ovvero il Tartufo (1975) (spettacolo di teatro filmato per la televisione); regia di Luigi  Squarzina

Edizione televisiva dello spettacolo teatrale trasmesso dalla  RAI Radiotelevisione Italiana nel 1975.

Luigi Squarzina, all’inizio degli anni ’70,  scrive questo testo,  fondendo due storie importanti come Tartufo di Molière e La Cabala dei bigotti di Bulgakov. È la storia di Tartufo,  della vita di Molière e del rapporto tra Bulgakov e Stalin, ma soprattutto è la storia di un artista alle prese con il potere,  con la censura e con l’autocensura”.

 

Molière (1978); regia di Ariane Mnouchkine.

Vita, imprese e morte di Jean-Baptiste Poquelin,  detto Molière (1622-73), commediografo e attore francese.  Liberamente ispirato al romanzo (1936) di Michail Bulgakov e diviso in due parti. È  intessuto di molti temi: il rapporto tra l'artista e il potere;  dialettica e analogie tra la Francia del Seicento e il nostro tempo;  la questione del cinema storico;  il teatro;  il proposito di rievocare la faccia nascosta,  quella della Francia contadina,  del "grande secolo".  Nel suo continuo cangiar di toni (farsa e dramma, intimismo e scene di massa) offre sequenze memorabili.  P. Caubère riesce nell'ardua impresa di accompagnare il suo eroe dall'adolescenza alla morte, esibendosi anche in due belle pantomime comiche sotto la maschera della Morte e come servo della Commedia dell'Arte.  Discutibile fin che si vuole (fu detto che verifica il paradosso di Zenone, quello di una mobilità immobile),  è un avvenimento.

 

Le avventure galanti del giovane Molière (2007); regia di Laurent Tirard.
Nel 1644 il 22enne Molière,  in arresto perché carico di debiti, deve sciogliere la sua compagnia e scompare per qualche tempo. In quella lacuna delle biografie ufficiali s'insinua il regista, immaginando che sia accolto dal ricco negoziante Jourdaine (Fabrice Luchini) e che, col nome di Tartuffe, lo faccia passare per un prete incaricato dell'educazione della figlia, in realtà per insegnargli i segreti della recitazione per conquistare Célimène.  La moglie di Jourdaine,  intelligente e fiera,  capisce tutto e s'innamora di Molière.  L'idea di partenza è brillante,  anche troppo, e presto si rivela artificiosa con i suoi riferimenti a Tartufo (1664), Il borghese gentiluomo (1670),  Le donne saccenti (1672), la fiacchezza dei tempi comici, la prolissità. Si fa vedere,  comunque,  con piacere grazie agli interpreti. Soltanto un duttile Fabrice Luchini sarebbe stato in grado di non rendere Jourdaine meschinamente ridicolo.  Se Roman Duris è un Molière più che attendibile,  Laura Morante è infallibile, uno dei migliori ruoli della sua lunga carriera.


Alcune scene tratte da Molière (1978), di Ariane Mnouchkine


Le trame dei film sono tratte da   Il Morandini  dizionario dei film e delle serie televisive,  a cura di Morandini Laura,  Luisa,  Morando,  Zanichelli,  Bologna,  2013

A seguire... si può  leggere anche Uno squarcio nella memoria...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di che cosa parliamo?

Il cinema narrativo è uno strumento di comunicazione educativa e didattica  quasi indispensabile  nella scuola di oggi, sia come arte visiva sia come mezzo per far passare e fissare  l’apprendimento attraverso emozioni. Gli insegnanti   hanno bisogno di  mantenersi    informati sui film più adeguati a questi scopi della loro attività professionale. “Lo specchio di Alice” (in quanto il cinema può essere un  vero specchio del mondo per  i ragazzi e le ragazze in formazione) si propone  di informare i docenti sui film contemporanei e su quelli del passato più interessanti e comprensibili   da parte di allievi e allieve adolescenti. Come a scuola per le letture, a  volte verranno  recensite, e didatticamente corredate,  anche opere cinematografiche meno valide esteticamente, ma capaci di suscitare interrogativi, introdurre problemi, illustrare argomenti di studio presso  gli studenti.

L'autrice

Ha insegnato in un triennio linguistico.  Supervisore di tirocinio dal 1999 al 2003  e docente di didattica della letteratura fino  al 2008 presso la SSis dell’università di Torino.  Esperta di cinema e didattica, dal 2003  ha recensito assiduamente sulla rivista insegnare  il “Torino film festival” e i film in uscita più adeguati  a prestarsi come sussidi  nell’insegnamento agli adolescenti.

 


All’indirizzo   marialuisa.jori@gmail.com  su richiesta si forniscono  gratuitamente sia  informazioni  su film  utilmente  collegabili ad  argomenti  dei  programmi scolastici (per es. di storia) sia indicazioni metodologiche   sull’uso didattico del cinema nella scuola di ogni ordine e grado.