Home - i/stanze - wi fi zone - Una storia così...

di Marilena Lucentewi fi zone

25/11/2014

Una storia così...

Entrò in classe trascinando lo zaino con i piedi, non riusciva a tenerlo sulle spalle. Segnai sul registro il ritardo e proseguì la lezione. Sentivo che qualcosa era accaduto. Avvertivo lo sguardo spento della mia alunna vagare nell’aula mentre mi forzavo a leggere la poesia. Tanto gentile e tanto onesta pare, o forse era aveva i capei d’oro all’aura sparsi. I capelli d'oro erano gli stessi. Ma ribelli, a cavatappi, diceva lei scontenta di quella chioma che la rendeva riconoscibile da lontano. Insomma era una di quelle poesie in cui la donna è un angelo venuto dal cielo in terra a miracol mostrare. E lei aveva appena sedici anni. Ne avrebbe dovuta fare di strada, prima di diventare donna.

Col tempo ho imparato a riconoscere quelle ragazze che camminano nei disastri. Li hanno in casa, nello zaino, nella testa. Nel cuore la confusione regna sovrana. E allora la scuola è solo un luogo per pensare in pace ai fatti loro, senza essere disturbate. Le parole dei prof scivolano via, senza lasciare traccia. Sono impermeabili, grazie alle esperienze.

Le strisciate sulla schiena me le ha mostrate qualche giorno dopo. Avevano già cambiato colore. Il rosso aveva ceduto al viola e lo zaino oramai glielo portava l’amica.

Un padre violento, una madre incapace di difendere la figlia, un fidanzatino considerato inadeguato. Litigavano per questo. E lei aveva minacciato di andarsene via. Non piangeva mentre raccontava come ad un certo punto se li era trovati tutti e due addosso, padre e madre, uno picchiava più forte e l’altro graffiava. Lei si difendeva con i morsi. Non me ne importa niente, diceva. Voleva solo scappare, con lui. Finì l’anno, serrammo le fila compagni e professori per farle capire che solo la scuola poteva aiutarla. Insisteva: o lui o niente. A giugno si ritrovò lui e una bocciatura.

Come avrebbe potuto studiare con una situazione così? Al momento il solo risultato che abbiamo ottenuto è stato quello di non farle lasciare la scuola.

Una storia tra tante. Nelle nostre classi non ci sono spose bambine o di bambini soldato.  Ma è pieno di storie così.

Di che cosa parliamo

Perché nella rete ci siamo finiti tutti. E sembra che per adesso non abbiamo nessuna voglia di venirne fuori, anzi  sappiamo che “Google è un amico che non ti abbandona mai”, dunque nemmeno in classe. Dal piccolissimo schermo dei cellulari alla Lavagna Interattiva Multimediale, che è già comparsa in qualche aula, passando per i tablet e i registri elettronici dei prof: noi siamo continuamente connessi e il mondo è a portata di touch. Come cambiano, se cambiano, i verbi “insegnare” e “imparare” con la disponibilità delle reti wi fi anche a scuola. Cronache, idee, esperienze da condividere.

L'autrice

Marilena Lucente insegna materie letterarie a Caserta. Ha incominciato raccontando la scuola nel libro Scritto sui banchi (2005, Edizioni Cargo, Napoli) e continua a farlo con articoli di cronaca, testi narrativi e saggi di pedagogia. Di recente ha realizzato un audio documentario per Rai Radio Tre, per la rubrica Fahrescuola (2013).

 

 

è in libreria il nuovo romanzo di

Marilena Lucente
Le giocatrici
Lotto. Slot machine. Bingo

Edizioni Spartaco,  2014

 

Novanta miliardi spesi ogni anno per il gioco d’azzardo, un intero Paese invaso da slot machine, sale bingo e centri scommesse, il numero dei malati di ludopatia che aumenta di giorno in giorno: ma quanto giocano le donne? E soprattutto come, dove, perché? Il libro "Le giocatrici" di Marilena Lucente (Edizioni Spartaco) racconta il fenomeno del gioco declinato al femminile e il modo in cui stravolge le esistenze delle giocatrici e di chi sta loro accanto. (da La Feltrinelli)

Raccontate con una scrittura sempre più matura tre storie di donne complicate e di uomini sbagliati. Teresa, figlia persa alle carte e moglie di un giocatore che non può far altro che vincere fino a perdersi; Anna, vittima della coazione del giorco e delle sue fragilità e le altre, maschere tragiche attorno al tavolo del Bingo. Tra sfida e autopunizione, protagoniste  e comprimari inseguono un riscatto forse improbabile o forse affidato all'alea, benevola alleata o cieca nemica di ogni giocatore (m.a.).