Entrò in classe trascinando lo zaino con i piedi, non riusciva a tenerlo sulle spalle. Segnai sul registro il ritardo e proseguì la lezione. Sentivo che qualcosa era accaduto. Avvertivo lo sguardo spento della mia alunna vagare nell’aula mentre mi forzavo a leggere la poesia. Tanto gentile e tanto onesta pare, o forse era aveva i capei d’oro all’aura sparsi. I capelli d'oro erano gli stessi. Ma ribelli, a cavatappi, diceva lei scontenta di quella chioma che la rendeva riconoscibile da lontano. Insomma era una di quelle poesie in cui la donna è un angelo venuto dal cielo in terra a miracol mostrare. E lei aveva appena sedici anni. Ne avrebbe dovuta fare di strada, prima di diventare donna.
Col tempo ho imparato a riconoscere quelle ragazze che camminano nei disastri. Li hanno in casa, nello zaino, nella testa. Nel cuore la confusione regna sovrana. E allora la scuola è solo un luogo per pensare in pace ai fatti loro, senza essere disturbate. Le parole dei prof scivolano via, senza lasciare traccia. Sono impermeabili, grazie alle esperienze.
Le strisciate sulla schiena me le ha mostrate qualche giorno dopo. Avevano già cambiato colore. Il rosso aveva ceduto al viola e lo zaino oramai glielo portava l’amica.
Un padre violento, una madre incapace di difendere la figlia, un fidanzatino considerato inadeguato. Litigavano per questo. E lei aveva minacciato di andarsene via. Non piangeva mentre raccontava come ad un certo punto se li era trovati tutti e due addosso, padre e madre, uno picchiava più forte e l’altro graffiava. Lei si difendeva con i morsi. Non me ne importa niente, diceva. Voleva solo scappare, con lui. Finì l’anno, serrammo le fila compagni e professori per farle capire che solo la scuola poteva aiutarla. Insisteva: o lui o niente. A giugno si ritrovò lui e una bocciatura.
Come avrebbe potuto studiare con una situazione così? Al momento il solo risultato che abbiamo ottenuto è stato quello di non farle lasciare la scuola.
Una storia tra tante. Nelle nostre classi non ci sono spose bambine o di bambini soldato. Ma è pieno di storie così.