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ULTIMO ATTO

La "Buona scuola" è legge dello Stato, ma non è la nostra scuola

 
C'è sempre rammarico quando si deve dichiarare il proprio totale disaccordo con una legge dello Stato soprattutto quando si agisce dentro e per un organismo istituzionale quale riteniamo debba essere la scuola pubblica. Il fatto che sia stata approvata in via definitiva non cambia però la nostra  valutazione nei confronti di questa legge che consideriamo sbagliata e pericolosa, nei principi di fondo come nelle scelte adottate.
 
Insegnare continuerà a dare un contributo di idee e di proposte  per la valorizzazione della scuola pubblica, laica, democratica, costruttivista, dell'inclusione e della cooperazione, ispirata all'art. 3 della Costituzione e quindi contraria ai principi del merito, della competizione, delle piccole carriere, della valutazione discriminante, del ricatto economico e occupazionale ... Questo vorrà dire, nei fatti, operare indipendentemente e nonostante questa legge; e per contribuire a che venga ritirata o sia inefficace.
 
Insegnare non andrà ad aumentare la schiera di coloro che sceglieranno di farsela piacere, perché è legge dello Stato. Nella vita delle democrazie (un po' meno in quelle apparenti) le leggi sbagliate si dovrebbero poter abolire o cambiare. Ma l'introduzione dei voti decimali nella scuola di base dimostra quanto sia difficile...
 
In attesa e in preparazione dei momenti di confronto e decisione politica e culturale, che a partire dal Coordinamento di settembre certamente i cidi e il cidi sapranno elaborare, vi invito a inviare riflessioni o contributi alla rivista per continuare ad alimentare la costruzione della nostra professionalità riflessiva e della nostra partecipazione democratica alla vita del Paese.


Scrivete a redazione.insegnare@gmail.com; oggetto: "E ora?"
 

Il Direttore


Le riflessioni pervenute sono raccolte in E ora?