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a cura di insegnareRipensare la scuola

17/10/2016

La scuola da zero a sei anni

Spunti per la discussione a cura di Antonella Bruzzo 

Sintesi della sessione a cura di Maria Raffaella Pagliusi 

Contributi di "insegnare" sul tema 
 


 

Spunti per la discussione a cura di Antonella Bruzzo

Una materia delicata e complessa
La materia di cui tratta la delega sul sistema integrato 0-6 è complessa e delicata.         
La fascia d’età cui si riferisce costituisce una fase cruciale della crescita e dello sviluppo di bambini/e. La psicopedagogia e le neuroscienze esplorando la complessità dello sviluppo infantile confermano l’importanza fondamentale di contesti e ambienti d’apprendimento qualitativamente connotati, che offrendo a tutti/e possibilità e occasioni formative contribuiscano a ridurre le disuguaglianze e a favorire inclusione. L’accessibilità a un servizio 0-3 e alla scuola dell’infanzia è dunque un diritto di ogni bambino/a.

Facciamo insieme il punto sulla situazione attuale di servizi e scuole dell’infanzia in Italia, connotata dalla disparità rispetto alla distribuzione territoriale, soprattutto per quanto riguarda il segmento 0-3, (ma non solo), e dall’eterogeneità nelle modalità di gestione, nelle normative di riferimento, nella qualità dell’ offerta formativa, ecc.
Dopo anni di disattenzione della politica rispetto all’infanzia la delega può riaprire spazi di dibattito e riflessione, rilanciare e rinforzare l’intervento educativo nella prima scolarizzazione.Vi sono, però, dei rischi: l’indebolimento dell’identità dei due segmenti,  l’arretramento della scuola dell’infanzia a servizio socio assistenziale, ecc. 
- Ripercorrendo la storia di nidi e scuole dell’infanzia: Quali sono i rischi e quanto sono fondati? Quali le condizioni perché siano evitati?    

Il testo della delega parla di standard  strutturali, organizzativi e qualitativi.
- Quali gli standard irrinunciabili perchè nidi e scuole dell’infanzia  siano rispondenti ai bisogni educativi, di crescita e apprendimento di bambini/e immersi/e negli attuali contesti di vita?

Ambiente di apprendimento e progetto curricolare
Predisporre un ambiente d’apprendimento accogliente e inclusivo è un compito delicato e complesso, così come l’assunzione di un curricolo aperto, integrato e flessibile in cui sono intrecciati aspetti riferibili al curricolo “implicito”(strutturazione di spazi, tempi, materiali, articolazione della vita di relazione, ecc.) e ai vari linguaggi e alfabeti dei campi d’esperienza. Questo implica un profilo docente dotato di competenze: pedagogiche, didattiche, metodologiche, disciplinari, ma anche socio-emotive, relazionali, comunicative, riflessive e di autopercezione e autovalutazione.

- Quale formazione iniziale e “in itinere” per favorire lo sviluppo di tali competenze?

- Pensando a un curricolo verticale 0-14 quali elementi di continuità e quali di discontinuità si possono ipotizzare tra i due segmenti 0-3 e 3-6? Parliamo insieme dell’integrazione tra educazione e cura, aspetti trasversali e fondanti non solo in questi due segmenti, ma, in generale, nel sistema scolastico.

- Nel testo della delega si parla di coordinamento pedagogico; come potrebbe sostanziarsi nella realtà, quale ruolo potrebbe avere nell’accompagnare i percorsi di formazione permanente, nel diffondere le pratiche migliori, nel sostenere la ricerca sul curricolo verticale negli IC?

- Nel processo ricorsivo e dinamico - osservazione, progettazione, documentazione, valutazione che caratterizza la professionalità docente - come sostenere, in particolare l’autovalutazione? Il RAV infanzia può costituire un’occasione in questo senso?


 

Sintesi della sessione a cura di Maria Raffaella Pagliusi 

Coordina Antonella Bruzzo
Discussant: Giancarlo Cerini e Paola Conti

Alcune domande senza risposte
In assenza  del decreto legislativo previsto dalla L. 107/2015, la scuola dell’infanzia si interroga sul suo futuro nell’ambito di un progetto di riordino che guarda al segmento 0-3 anni.

Chi ha memoria delle ipotesi di sviluppo delle scelte del progetto educativo inscritto negli Orientamenti del ‘91 osserva la distanza fra il dichiarato e l’agito. La scuola dell’infanzia rimane prigioniera di scelte ordinamentali non compiute.  

Non c’è chi non veda l’esigenza di intervenire sullo  0-3, nelle angustie di differenze sul territorio nazionale, con una commistione pubblico–privato fortemente orientata dalla domanda sociale, più consistente in alcune zone del Paese.
Ma discutere dello 0- 6 rischia di indebolire la ricerca di una identità della scuola dell’infanzia negli istituti comprensivi. Il rischio è che potremmo essere nell’immediato di fronte a una occasione di dialogo educativo interrotto.

Modelli a confronto
Emerge nel confronto l’idea che si possano condividere nel processo in atto  parole ricche di significato pedagogico, che appartengono storicamente sia alla scuola dell’infanzia sia al nido, nelle loro migliori esperienze: cura, relazione, accompagnamento, corpo, routine, apprendimento, alfabeti, curricolo…
Una scelta di campo questa, che richiede processi lunghi di riflessione e di condivisione, che esige  un confronto non solo nel rapporto con il segmento 0–3, ma finalmente  anche nel percorso  scolastico successivo.
Una impostazione che rafforza le necessarie discontinuità nel passaggio da un segmento all’altro e di raccordi chiari   fra i diversi segmenti.

Ė stata ricordata la “fatica” dell’apprendere, per esempio nella letto-scrittura nel passaggio fra la scuola dell’infanzia e il primo ciclo, aspetto che richiederebbe investimento e accompagnamento culturale e professionale.

Rischi o opportunità?
Allo stato attuale, in assenza di norma, si intravedono più rischi che opportunità, sulla base di serene valutazioni delle politiche scolastiche finora condotte, sia nel settore specifico che nel sistema scolastico complessivo.

Nella loro evoluzione il sistema dei nidi e della scuola dell’infanzia pone questioni non risolte quali l’assenza di standard di “qualità” che impegnino i vari soggetti gestori-

A fronte di una presunta opportunità legata all’esigenza di colmare il divario nel Paese, sia qualitativamente che quantitativamente, si osserva che per raggiungere l’obiettivo sperato  della generalizzazione della scuola dell’infanzia e un incremento graduale della frequenza nei nidi, ci sono molte variabili in gioco che dovranno trovare spazi e tempi di mediazione e confronto istituzionale a livello nazionale (tra MIUR  e Ministero del Tesoro) e a livello territoriale (tra Stato –Regioni – Enti locali)    



Contributi di "insegnare" sul tema

Sommario degli articoli dedicati da insegnare alla "delega" sulla scuola "zero-sei".

 

 


 

Presentazione, sintesi e materiali dei lavori del Convegno Nazionale del Cidi - Foggia 21/22 ottobre 2016

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