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il saggio brevein abbonamento

06/03/2023

Dell’insegnare e imparare a leggere e scrivere al tempo della computazione intertestuale algoritmica

di Mario Ambel

 

La storia culturale dell’umanità è una lotta per la memoria.

(Maria Corti, 1993)

 

Il recente intervento di Marco Guastavigna su “insegnare" [1] mi consente (o forse mi impone) di rompere un silenzio che mi ero finora autoimposto sui temi della cosiddetta “Intelligenza Artificiale” (IA), nello specifico applicata alla scrittura di testi, che è l’unico campo sul quale ho maturato nel tempo qualche ipotesi teorica e didattica, a partire dalla seconda metà degli anni settanta. Preciso il riferimento temporale di natura (auto)biografica perché, in questo contributo, vorrei formulare alcune ipotesi sul modo in cui la mia/nostra coscienza (a livello individuale e collettivo) di parlanti e soprattutto di docenti di italiano, in particolare della scuola secondaria di I grado e di II grado, è stata (o non è stata) attraversata o condizionata dai cambiamenti avvenuti nelle modalità di esercizio della lettura e della scrittura a livello individuale e nel contesto sociale.

 

1. Vedi M. Guastavigna, “ Intelligenza tradizionale e computazione consapevole ”, “insegnare”, 25.02.2023.


 

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Scrive...

Mario Ambel Per anni docente di italiano nella "scuola media"; esperto di educazione linguistica e progettazione curricolare, già direttore di "insegnare".

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