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editoriali

16/04/2014

Grazie, Emma

di Luigi Tremoloso

Ero, il giorno in cui ho saputo della sua morte, insieme con un gruppo di colleghi. Impegnato con uno spirito di supporto in una riflessione sulla costruzione di un curricolo verticale di matematica.
L'incontro fa parte delle iniziative del Cidi sulle Indicazioni. A esso partecipavano insegnanti della scuola dell'infanzia, della primaria e della secondaria di primo grado. 

Giovani, ma non giovanissimi. Qualcuno con ancora qualche aspettativa negli occhi, qualcun altro più stanco. Stavamo nella sala “archivio” della scuola che ci ospitava, intorno a un grande tavolo formato dalla giustapposizione di cattedre. Contro il mio ginocchio sentivo il contatto col mio zaino. Una sorta di “borsa di Mary Poppins” che mi porto sempre dietro in queste occasioni. Supporti e materiali per organizzare attività didattiche laboratoriali.
 

Ho detto loro che avevo appena saputo della morte di Emma Castelnuovo. Il suo nome è risuonato nel vuoto e nel silenzio come se arrivasse da un paese sconosciuto. Un altro paese comunque, non questo.

Ho aggiunto che nulla di ciò che è scritto nelle sezione  di matematica nelle Indicazioni sarebbe lo stesso se non ci fosse stata Emma Castelnuovo e che il suo spirito aleggia tra quelle righe.

Il richiamo al rapporto tra “pensare” e “fare”, per esempio.  La matematica come strumento adatto “... a percepire, interpretare e collegare tra loro fenomeni naturali, concetti ed artefatti costruiti dall'uomo, eventi quotidiani...  per la descrizione scientifica del mondo e per affrontare  problemi utili nella vita di tutti i giorni”.
 Anche l'idea di “laboratorio” di matematica - in particolare nella scuola media -,“ sia come luogo fisico, sia come momento in cui l'alunno è attivo...”,  viene da lei.
La matematica nella realtà, ho concluso, è uno dei titoli dei suoi libri, dove queste idee sono trasformate in proposte, in pratiche operative.

Emma Castelnuovo non parlava molto, non faceva grandi discorsi teorici, costruiva conoscenza, sapere didattico.

Dopo questa mia introduzione-ricordo, si è aperto il confronto tra gli insegnanti sul tema che era stato previsto. Si è parlato di approccio operativo alla costruzione dei concetti relativi alle problematiche della misurazione delle grandezze. È emerso soprattutto quanto sia difficile capirsi e quanto l'idea di laboratorio e di apprendimento attraverso esperienze in cui i bambini e i ragazzi siano protagonisti vada rapidamente rarefacendosi man mano che si passa dalla scuola dell'infanzia  agli anni della scuola primaria.

Ho ascoltato a lungo le loro riflessioni. Verso la fine, ho aperto il mio zaino e ho tirato fuori un po' di oggetti costruiti con loro e con cui hanno lavorato i miei allievi.
L'espressione di curiosità, di interesse, addirittura di sorpresa che ho colto negli occhi di tutti mi è sembrato il migliore omaggio alla memoria di Emma Castelnuovo che potessi fare.

In memoria dei tanti anni del mio apprendistato in cui Lei è stata la mia guida.

Grazie, Emma.


Leggi sul sito nazionale del Cidi i ricordi di Paolo Mazzoli e Giuliano Spirito

Per saperne di più

La notizia e il commento di Piergiorgio Oddifreddi, tratti da la Repubblica del 15 aprile 2014.

Le pubblicazioni di Emma Castelnuovo, a cura del Dipartimento di Matematica dell’Università degli Studi di Trento.

Sitografia e bibliografia essenziale, a cura della Enciclopedia Treccani.

Il video di copertina è Come imparare la geometria, videointervista del 2009 a Emma Castelnuovo tratto dal  portale Treccani.

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