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07/03/2016

Alcune precisazioni

di Manuela Vallarino

In relazione al recente editoriale di febbraio, riceviamo questa lettera di precisazioni che volentieri pubblichiamo. [m.a.]

Gentile prof. Ambel,
mi permetto di scriverLe per esprimere il mio dispiacere nel constatare come alle mie parole siano stati dati significati che, nelle mie intenzioni, esse non avevano.
Vorrei, se mi è concesso, chiarire il mio pensiero.
Innanzitutto la mia non era una lettera vera e propria, ma la risposta ad una richiesta di riscontro dell’incontro con la prof.ssa Giani Gallino, così formulata:
“Ti ringraziamo per la partecipazione e ti chiediamo di rispondere a questa mail scrivendo 
- le tue riflessioni sull'incontro a cui hai partecipato, 
- quello che avresti voluto dire ma non sei riuscita/o a comunicare 
- suggerimenti sulle iniziative future del CIDI Torino.” 
Tale richiesta constava dunque di tre punti, ai quali mi sono attenuta come ad una scaletta.
Al terzo in particolare, la mia intenzione era quella di sottolineare l’apprezzamento per il fatto che la presentazione di un libro fosse considerata a tutti gli effetti un momento formativo, con tanto di attestato di partecipazione.
Non avevo e non colgo ancora adesso nelle mie parole alcun riferimento al bonus di 500 euro, anche perché non c’erano spese da sostenere per partecipare alla serata. Al massimo si poteva acquistare il libro, ma la cosa non era affatto obbligatoria. Tanto più che ad una presentazione spesso si arriva già in possesso del volume in oggetto.
Le mie considerazioni esulavano dunque dal bonus, e si riferivano piuttosto ad un discorso di formazione e aggiornamento. E non avevo nemmeno alcuna velata intenzione polemica nel riferimento ai “corsi”.
La questione è che sono anni che mi chiedo perché una serie di incontri, per ipotesi, sulle indicazioni di Giacomo Stella, siano considerate momento formativo a tutti gli effetti, mentre la presentazione di un libro, sempre per esempio, di Fabio Geda (che pure ha avuto per anni le mani in pasta con ragazzi in difficoltà) invece no.
Eppure entrambe le esperienze sono in grado di arricchire il bagaglio di conoscenze di coloro che vi partecipano. E, a cascata, anche dei colleghi, perché ciò che si impara, poi, si racconta, si condivide, ci si prestano i libri, ci si scambiano opinioni… esattamente come avviene per momenti più strutturati come i corsi.
Può darsi che si parta da crescite “individuali” (termine che tra l’altro non ho usato, anche perché spesso andiamo in gruppo a questi incontri), ma, poiché siamo esseri sociali, non c’è nulla delle esperienze che una persona fa, che non si riversi poi sulle persone che la circondano.
Per questo esprimevo apprezzamento per l’iniziativa del Cidi: perché finalmente qualcuno aveva pensato di dare un riconoscimento a un momento formativo come la presentazione di un libro e speravo in altre iniziative simili.
La formazione in servizio, inoltre, non è certo una novità introdotta dal bonus, e non ho mai pensato di volermi “affrancare dalla formazione come obbligo di servizio”, cui ho sempre partecipato volentieri anche quando lavoravo come educatrice e come insegnante nella formazione professionale. Penso, infatti, che in tutti gli ambiti lavorativi formazione e aggiornamento siano necessari, auspicabilmente previsti, fortunatamente spesso obbligatori.
Se posso ora dire davvero qualcosa rispetto al bonus, trovo assurdo e demagogico che si possa utilizzare per l’acquisto di hardware e software. Quanto a teatro, cinema, musei… se si hanno questi interessi li si coltiva a prescindere da qualsivoglia bonus.
Esso ci concede invece la possibilità di accedere a corsi e convegni di alta qualità o alle certificazioni linguistiche, che hanno costi notevoli e che prima erano accessibili solo ai fortunati insegnanti che non devono contare solo sul proprio stipendio per mantenere una famiglia.
Mi si conceda infine di esprimere qui il mio disappunto rispetto al fatto che il bonus stesso abbia però scatenato gli interessi economici di case editrici ed enti formatori. È bello avere un ampio ventaglio di scelte, ma non era mai successo che fossimo così subissati da proposte varie di formazione e aggiornamento: ormai tutte diventate, guarda caso, a pagamento.
Con rinnovata stima
Manuela Vallarino