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16/10/2013

Tre libri sulla scuola

a cura di Rosanna Angelelli

Tre libri sulla scuola che da angolature diverse offrono qualche via d’uscita al nostro lavoro.

 

 

 

Eugenio Rossi, (a cura di), 
Ragazzi che educano ragazzi, Stripes  Edizioni,
Rho (MI), 2011, euro 12,00

 

 

 

L’esperienza di peer education pubblicata a cura del sociologo della devianza Eugenio Rossi non è recentissima, ma per le caratteristiche dei destinatari e l’accuratezza del progetto è ancora utile alla riflessione. L’ambito è quello del disagio a scuola - oggi forse parleremmo di problematiche BES- i coinvolti sono stati gli studenti delle classi II e IV dell’ ITC di San Donato Milanese e dell’ IP di Melegnano, un segmento, questo, valutato più  problematico  rispetto all’altro istituto. Nel progetto hanno lavorato un team di psicologi e operatori sanitari del territorio, alcuni insegnanti coordinatori delle due scuole e in primo piano gli studenti.
Dopo aver somministrato un questionario anonimo nelle classi relativo ad argomenti personali (risultati per lo più di carattere affettivo relazionale), un gruppo di una ventina di studenti tratti dalle classi di appartenenza è stato lungamente addestrato a diventare “esperto” nel trattare in classe gli argomenti: droga, sesso, rapporti di amicizia e intergenerazionali. L’apertura di una relazione “alla pari” e di una comunicazione “orizzontale” tra studenti diventati insegnanti dei loro coetanei ha reso possibile un  apprendimento dialogico indipendente dalla mediazione degli insegnanti. I giovani hanno avuto l’opportunità di approfondire le loro esigenze di senso su questioni molto delicate rimanendo nello spazio classe, ma in una specie di “colta”ed equilibrata autonomia. Ma si segnala anche qualche difficoltà dovuta alla rigidità dell’istituzione soprattutto negli accordi sui tempi, la diffidenza di alcuni insegnanti nei confronti della validità del progetto, i timori di sbagliare da parte dei giovani peer educators, comunque tutti maturati nel loro compito.

 


 

 

 

 

Dario Antiseri, Dalla parte degli insegnanti,  Editrice La Scuola, Brescia., 2013, pp. 239, euro 14,50.

 

 

 

 

L’autore, che è un filosofo, per affermare l’importanza formativa della scuola esordisce con una citazione di Albert Einstein, per passare poi ad Hans-George Gadamer, a Karl Popper, a John Dewey, in un contrappunto multiculturale e polisemico molto stimolante: le due culture, la scientifica e l’umanistica, si incontrano nelle reciproche domande di senso sulla vita, sulla storia, che è tradizione ma anche dispiegamento verso il futuro in un processo formativo vitale in cui non è coinvolto solo il giovane ma tutto il contesto intorno a lui. Avere dubbi, domandare, interrogarsi, interpretare i segni della vita, queste sono le attività che dovrebbero promuovere una educazione, a questo punto continua, della persona: di ogni persona. Gli strumenti per alimentare il processo ci sono tutti e appartengono alle due culture che solo all’apparenza hanno metodi di indagine diversi e che solo le scelte pregiudizievoli dell’attuale cultura occidentale hanno gerarchizzato in una presunta supremazia dei saperi scientifici rispetto agli studi umanistici ritenuti privi di scientificità oggettiva. Le discipline dunque hanno pari dignità sul piano cognitivo, comprese quelle legate alle produzioni artistiche, che presentano - e qui l’autore cita N. Goodman - versioni del mondo non meno seriamente delle scienze “in quanto modalità di scoperta, di creazione, di ampliamento della conoscenza”. Se tutto questo serve a rendere giustizia a quegli apporti di saperi ritenuti accessori se non secondari, essere “dalla parte degli insegnanti” significa per l’autore consegnare loro una profondità culturale, una consapevolezza a volte vertiginosa, sgomentante, forse eccessiva. Talvolta, nel lavoro del docente, c’è bisogno di una casualità, di un’improvvisazione, di una indecidibilità del tutto indipendenti e spesso involontarie, ma nello stesso tempo molto efficaci.

 


 

 

 

Alex Corlazzoli,
La scuola che resiste, Chiarelettere Editore, Milano, 2012, pp 160, euro 11,50

 

 

 

 

 

“I bambini sono i miei datori di lavoro” è la frase di apertura di “Resistere in classe”. L’autore si è definito “un maestro innamorato della Costituzione”; a lui una certa Sarina ha insegnato “ad amare l’ultimo della classe”; insomma lui ama la scuola perché è un insegnante motivato da un’autentica scelta. Questo fatto dà un’impronta di fresca immediatezza a tutto il libro, una specie di diario corale condiviso con i bambini e con i colleghi. Gli ingredienti di don Milani ci sono tutti: l’appello alla Costituzione, in particolare all’art. 33 e al 34 che propugnano la libertà di un insegnamento di tutto per tutti; l’importanza del ruolo guida e della complessità di un lavoro di base determinante per lo sviluppo personale e civile di un bambino. La classe è multietnica e lui usa tutti gli approcci per amalgamare tutti e far condividere loro tutto: la geografia immaginaria, la musica, il disegno, le scienze, la politica attraverso la Costituzione, il diario di classe ecc.
Nella seconda parte del libro Corlazzoli parla dell’esperienza particolare di Monte Sole, definita come “l’altra scuola”. In essa -ci troviamo nei pressi di Marzabotto e a Monte Sole avvenne il terribile eccidio nazifascista- figli e parenti degli uccisi insieme ad altri cittadini hanno realizzato un progetto di scuola “modello” autogestita anche dal punto di vista ecologico, un esempio di homeschooling in cui l’educazione familiare e parentale prende sempre più piede grazie alla cultura degli adulti che la promuovono. Cosa che non è manifestamente possibile in tutte le zone più bisognose d’Italia, come osserva amaramente l’autore, che chiude il suo diario con una serie di testi deliziosi sulla Costituzione scritti dai bambini.

 

Lo scaffale
Lo scaffale è una sorta di recensione cumulativa in progress.
Su un unico tema raccoglieremo di volta in volta una piccola serie di volumi che costituiscano una miscellanea da completare nel tempo, con la segnalazione di volumi scelti dalla redazione, oppure dagli autori e dai lettori di insegnare.
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