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una recensioneoltre la lavagna

09/08/2013

Maurizio Della Casa, "Scritture intertestuali"

di Mario Ambel

Maurizio Della Casa ci ha abituati da decenni a libri importanti sulla didattica della comprensione, della scrittura e infine delle riscritture. E ovviamente intendo “didattica” come segno distintivo di valore aggiunto e non come diminutio. Anche perché i volumi di Della Casa sono anche e prima di tutto dei lavori sulla teoria dei processi linguistico-testuali, attorno ai quali al rigore sistematico del retroterra teorico opportunamente rivisitato e all'originalità di alcune elaborazioni innovative si accompagnano la corenza e l'efficacia delle proposte didattiche.

I lavori di Della Casa, infatti, recano fortemente l'impronta dello studioso che si muove sui terreni della ricerca e che li ha vissuti e interpretati in funzione della scuola, capovolgendone opportunamente il segno, in modo via via più marcato nel corso degli anni. Non muovono cioè dalla necessità di elaborare una accettabile mediazione didattica di un buon impianto teorico ma, viceversa, di trovare in un ricco e ampiamente posseduto retroterra teorico il supporto e le soluzioni a problemi di natura educativa e didattica: far capire i testi, insegnare a leggere e scrivere, utilizzare le proprie letture e comprensioni per scrivere testi propri...

In tal senso questo ultimo suo volume porta a sintesi un lungo percorso di ricerca e di proposte sul duplice versante della comprensione e della scrittura, che ha i suoi presupposti anzitutto in La comprensione dei testi, edito nel 1987 da Franco Angeli (ci piace ricordare nella “Collana a cura del Cidi”) e poi nei due volumi successivamente dedicati alla scrittura: Scrivere testi, La Nuova Italia, Firenze, 1994 e I generi e la scrittura, Editrice La Scuola, Brescia, 2003.

Soprattutto nel primo dei due, Della Casa poneva le basi di una impostazione teorica e metodologica estremamente fertile per la didattica della scrittura, fondata sulla consapevolezza che scrivere un testo prende spesso (sempre?) le mosse dal rapporto con uno o altri testi, attraverso operazioni di lettura, comprensione e rielaborazione. In quel volume Della Casa proponeva di sistematizzare le diverse modalità di riscrittura in funzione del rapporto che il testo prodotto intratteneva con un testo “sorgente” che ne originava la stesura: il testo d'origine poteva così agire da base o da materiale, da modello, da oggetto e ancora da antecedente o spunto...

In questo più recente lavoro, riproponendo quell'impianto, l'autore muove da una pluralità di assunti che intrecciano a più livelli lettura e scrittura (linguistico, testuale, cognitivo, processuale...) e articola il volume significativamente in tre parti: la prima, “Leggere per scrivere testi”, la seconda “Riscritture” e infine la terza, “Scritture derivate”.

Nel rapporto fondativo e generativo fra lettura e scrittura non c'è solo la necessità di capire il testo che si intende a vario titolo rielaborare, c'è soprattutto la consapevolezza che la lettura stessa e il processo di comprensione dovranno essere orientati dall'uso che di quel testo si intende fare:

“Per scrivere testi che, in vario modo, hanno come base di partenza altri testi, è necessario anzitutto che questi ultimi … siano analizzati e compresi, in funzione del tipo di scrittura che si intende derivarne”.

E alle diverse modalità di riscrittura sono dedicate appunto le altre due corpose parti del volume, che ripropongono alcuni tratti dell'approccio metodologico e della catalogazione di Scrivere testi, ma con qualche importante correttivo e una nutrita rassegna di analisi e di esemplificazioni.

Anzitutto la grande bipartizione fra le “riscritture” vere e proprie (“riformulazioni di uno scritto sorgente”) nelle quali il testo originario funziona da base di trasformazioni e manipolazioni lingistiche e testuali dalle “scritture derivate”, nelle quali il testo sorgente è di volta in volta “il modello che si cerca di replicare” nelle “scritture imitative”; “l'oggetto di discorso del testo di arrivo” nelle scritture meta-scritture (di analisi e commento); o ancora “un antecendente al quale si reagisce o si risponde mediante il testo d'arrivo” nelle “scritture responsive”.

Al primo gruppo appartengono invece riscritture anche note (accanto ad alcune più recenti, frutto della testualità digitale) e di sicura fortuna scolastica che vanno però profondamente rammodernate: quelle che derivano da pratiche di

  • “riscrittura riformulativa” (le parafrasi e i riassunti, operazioni plurime e di estremo interesse);
  • “riscrittura combinatoria” (che ”integrano il contenuto di due o più testi”: l'uso delle fonti, la combinazione di testi diversi, la ricerca e l'uso di materiali su internet...);
  • forme diverse di “riscritture trasformative” (tra cui il cambio di genere o di tipo testuale, la variazione di destinatario, quella detta talvolta impropriamente scrittura creativa, la correzione dei propri testi...).

Ma anche al secondo gruppo appartengono forme testuali di antica o più recente tradizione didattica: l'imitazione (purtroppo da qualche secolo trascurata...), le analisi e i commenti, l'argomentazione (e ovviamente il tema!), ma anche le risposte a lettere su quotidiani, le diverse reazioni anche emotive ai testi letterari...

E a questo proposito appare di particolare rilievo una proposta che qui Della Casa amplia rispetto a una già fertile intuizione del 1994: la scrittura come risposta a un antecedente, ovvero a uno stimolo tematico, cognitivo, emotivo... In questo volume la teorizzazione della scrittura come risposta (anche o soprattutto soggettiva) assume risvolti di estremo interesse soprattutto a fronte delle sempre maggiori difficoltà di coinvolgere gli allievi nel desiderio della lettura e della scrittura.

I libri di Maurizio Della Casa non sono libri facili. Il rigore scientifico, l'ampiezza e la puntualità dei riferimenti teorici, la coerenza senza sbavature dell'impianto possono spaventare un lettore superficiale o troppo ansioso di …vedere dove si va a parare e soprattutto come è possibile utilizzare le proposte nel suo lavoro didattico. Ma è una fatica che val la pena compiere perché il lettore/insegnante troverà utilità e giovamento sia dagli inquadramenti generali che dalle esemplificazioni di dettaglio, dalle sistematizzazioni problematiche come dagli esempi di lavoro quotidianamente spendibili.

Ed è mia personale convinzione che attingere didatticamente ai repertori di riscritture e di conseguenza alle pratiche processuali che esse richiedono sia la frontiera più evoluta di quella “educazione linguistica democratica” attorno alla quale ci esercitiamo da anni e alla quale Maurizio Della Casa ha offerto nel tempo i frutti del suo lavoro di ricerca e di sperimentazione e il rigore della sua passione intelligente.

 

 

Maurizio Della Casa, 
SCRITTURE INTERTESTUALI
Editrice La Scuola, Brescia, 2012, pp. 448, euro 22,50

 

Scrive...

Mario Ambel Per anni docente di italiano nella "scuola media"; esperto di educazione linguistica e progettazione curricolare, già direttore di "insegnare".