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di Maria Riccarda BignaminiLIBER(a)MENTE

12/10/2013

"Siamo quello che leggiamo"

Ovvero, "coltivare lettori" secondo Aidan Chambers.

“Se Alan non mi avesse fatto scoprire la biblioteca, sarei mai diventato un lettore abituale? E se non fossi diventato un lettore abituale, avrei fatto abbastanza progressi a scuola da poter passare al Ginnasio…? E se non fossi arrivato al Ginnasio…? Sono state le persone a fare la differenza nella mia vita, ma nessuna di loro avrebbe avuto un tale peso senza i libri resi disponibili, gratuitamente e liberamente, dalla biblioteca pubblica prima, dalla scuola poi.”

Aidan Chambers, da Siamo quello che leggiamo

Non si diventa lettori per caso, questo sembra insegnarci Aidan Chambers: ci sono una serie di “se” che sono la condizione senza la quale lettori non si può diventare. Tre le condizioni irrinunciabili: l’esistenza di una biblioteca pubblica con personale che sa che cosa significa leggere, la presenza a scuola di una biblioteca ben fornita, l’incontro con lettori appassionati (giovani e adulti).
Partire da Chambers (nato nel 1934, ex insegnante, pluripremiato autore e critico inglese, spesso ospite in Italia) a inizio anno scolastico, nella fase di progettazione educativa e didattica e, voglio sperare, anche di progettazione di “lettura” e di “letteratura”, mi sembra particolarmente opportuno e stimolante. Direi necessario.
I motivi che lo rendono interessante sono principalmente questi: il suo difficile percorso personale come lettore, che lo avvicina a molti nostri allievi; il ruolo di critico, di “formatore” di insegnanti, bibliotecari, genitori; infine, la straordinaria capacità di parlare con e degli adolescenti, un’età dove è frequente l’abbandono della lettura.

Un anno fa, al Festival letteratura di Mantova, Chambers sottolineava: “La scuola non avvicina i giovani ai libri”. Un’affermazione che non sorprende, una constatazione semmai: vale la pena allora vedere che cosa egli stesso suggerisce per “coltivare lettori”, scoprendo l’alchimia che l’ha fatto diventare lettore prima e scrittore poi, passando dalla tappa intermedia e fondamentale di insegnante, durante la quale Aidan ha sperimentato in prima persona una serie di tentativi per formare dei lettori.

Nella conoscenza dell’esperienza pratica e del pensiero teorico dell’autore ci viene incontro il volume Siamo quello che leggiamo, risultato di un’attenta analisi e selezione di studi critici di Chambers pubblicati nell’arco di trent’anni, aggiornati e montati secondo un percorso meditato e un filo conduttore dalla curatrice Gabriela Zucchini, con la supervisione dell’autore. Pubblicato da Equilibri, il volume ha inaugurato il progetto editoriale “Strappi” che ha come sottotitolo proprio: “coltivare lettori e crescere identità” (dall'introduzione di Domenico Barrilà).
Circolerò quindi liberamente tra le riflessioni e le pagine di Chambers, tralasciando l’analisi della sua importante opera narrativa, in particolare i sei romanzi per adolescenti che compongono la Dance Sequence e che l’hanno reso noto a livello internazionale.

Giovane dislessico, proveniente da una famiglia modesta con pochi libri, un “non lettore” a tutti gli effetti, Aidan comincia a leggere verso i 9 anni e poco dopo, grazie al suo amico Alan con cui sperimenta il piacere della condivisione di un testo, impara a frequentare la biblioteca pubblica. “A 13 anni ho letto il primo libro da solo, non obbligato dalla scuola. Era la storia di un ragazzo che stava diventando adulto e aveva il mio stesso problema di non riconoscersi in ciò che era per gli altri. Si intitolava Figli e amanti, capolavoro di D. H. Lawrence. È stato allora che ho pensato che avrei voluto scrivere e ho iniziato a provarci, anche se il primo libro che conti l’ho pubblicato che avevo già quarant’anni”.

All’istituto secondario per ragazzi problematici fa la conoscenza di un insegnante di inglese che gli aprirà la via al Ginnasio. Lì incontrerà il professor Jim Osborne che darà un impulso alla sua crescita come lettore: per Osborne infatti “la lettura di letteratura era la chiave dell’educazione”. Aidan quindicenne scopre così la lingua “come un fiume sacro”, scopre il piacere di scegliersi un libro da solo, in concomitanza con lo sviluppo e diffusione in Inghilterra dei popolari “Penguin books”. Nell’ultimo biennio delle superiori fa l’esperienza di bibliotecario alla “Grammar school”, occupandosi anche della scelta degli acquisti.

Divenuto insegnante, Chambers giunge alla conclusione che l’intuizione, le idee brillanti, l’approccio divertente, la personalità energica non bastano per far leggere i ragazzi: ciò che occorre in primo luogo è la consapevolezza della funzione e del valore di ciò che si sta insegnando e del perché lo si sta insegnando.
“Bisogna essere consapevoli che leggere non è un fatto naturale, che è all’inizio una fatica, ma occorre far scoprire loro lo scopo e il valore della lettura”. Chambers cita il critico Richard Hoggart: il valore della letteratura è che “esplora, ri-crea e ricerca i significati dell’esperienza umana”. Come dice bene un personaggio di Chambers in Cartoline dalla terra di nessuno:
“I libri, gli autori che ho più amato sono quelli che parlano al mio cuore e dicono al mio posto tutte quelle cose sulla vita che ho più bisogno di sentire come confessione di me stessa”, frase cui fa eco quella di Doris Lessing: “Crescere è, in fin dei conti, soltanto capire che la propria personale e unica esperienza è condivisa da tutti gli altri” (da Il taccuino d’oro).

Un prontuario per la lettura

  1. Che cosa è successo a me come lettore mentre leggevo?
  2. Che cosa ha provocato le mie reazioni al libro?
  3. Cosa possiamo fare per aiutare il lettore a scoprire e ad apprezzare le potenzialità del testo?
  4. Perché questo libro merita l’attenzione dei bambini e dei ragazzi?
  5. Quale potrebbe essere la modalità migliore per presentare il libro ai bambini e ai ragazzi cui mi rivolgo?
  6. Che cosa conosco del background di questo libro (…) che possa interessare i bambini e i ragazzi e stimolare il loro desiderio di leggere?
  7. Quali altri libri si collegano al libro proposto?

Poiché la peculiarità della letteratura, rispetto ad altre forme artistiche che riflettono sui “significati”, è la sua relazione del tutto unica con la forma e con il linguaggio, occorre forgiare il legame lingua parlata/letteratura attraverso la narrazione e la lettura ad alta voce. Questa responsabilità tocca sia ai genitori sia agli insegnanti che devono conoscere tanto il mondo del lettore quanto quello della letteratura. La letteratura è fondamentale perché ci aiuta ad acquisire consapevolezza di noi stessi, al punto da far dire a Chambers che “siamo quello che leggiamo”.

L’autore suggerisce a conclusione del saggio “un prontuario per la lettura”, suddiviso in sette domande, utile per qualsiasi discussione critica con i lettori (di ogni età), per ri-pensare la propria esperienza e, nel contempo, per chiarire la natura di un testo.

"Coltivare lettori" è, in conclusione, un'attività che richiede preparazione, spazi e tempi adeguati, pazienza, come per ogni "seme" che deve portar frutto.

In una situazione come quella italiana, dove le biblioteche scolastiche sono una realtà a macchia di leopardo e dove i tagli alla scuola e l’incubo della valutazione e dei “test”… (di cui sono stufi anche gli Inglesi) hanno significato la rinuncia al leggere e al far leggere da parte di molti docenti, occorre recuperare tempi e spazi per la lettura. Nella scuola media, ad esempio, ci si preoccupa più di “preparare i ragazzi alle superiori”, che di farli diventare “lettori abituali”.

Viene sempre meno la speranza di avere una scuola con una biblioteca ben fornita e efficiente; che si preoccupa di aiutare i ragazzi a scegliere, come i professori di Aidan, e non solo di mettere loro in mano dei libri (quando lo fa); che cerca di proporre testi che li aiutino a rispondere ai loro interrogativi più profondi e che li facciano crescere, “tra lettura e letteratura”.
Tutti i ragazzi devono avere la possibilità – dice Chambers - di diventare scrittori, come Anne Frank (su cui Aidan ci ha regalato uno splendido saggio), ma ciò dipende dagli adulti che lavorano con loro. Per questo è sempre più necessario essere formati per lavorare “in rete” e per fare resistenza all’indifferenza generale. L’educazione alla lettura non si può improvvisare, tantomeno da soli.

Nel convegno “Tantestorie” del novembre 2011 a Torino, pensando alla triste situazione di molti paesi, tra cui l’Inghilterra, che spendono in modo insensato il denaro pubblico e dove si chiudono i luoghi di cultura, come le biblioteche pubbliche, Chambers osservò:
“Non so come usciremo da questo vicolo cieco, ma so che bisogna mantenere viva la propria speranza, ma come si fa? Si mantiene la propria speranza nel momento in cui la si dona agli altri. Ogni volta che siete con un bambino a cui permettete di leggere più di quanto non farebbe da solo, gli state dando una speranza. Gli state offrendo una scala per uscire dal buco in cui si trova. Primo Levi ripeteva l’antico detto ebraico: “salva una sola persona e salverai il mondo”. Ogni volta che qualcuno permette a un bambino/ragazzo di diventare un lettore consapevole e qualificato non sta dando una speranza solo a lui ma, attraverso questo atto, sta salvando il mondo.”

Per approfondire

Il sito di Aidan Chambers

Chambers A., Come imparare a leggere i libri con i ragazzi. Il progetto lettura, Sonda, Casale Monferrato, 2000.

Chambers A., Il piacere di leggerlo e come non ucciderlo, Sonda, Casale Monferrato, 2006.

Bertolino P., Miari E., Zucchini G., a cura di, Nel giardino segreto, nascondersi, perdersi, ritrovarsi, Equilibri, Crema, 2009  (le pp. 74-84 sono dedicate a Aidan Chambers).

Chambers A.,  Siamo quello che leggiamo. Crescere tra lettura e letteratura, Equilibri, Crema, 2011.

Chambers A., La penna di Anne Frank, Equilibri, Modena, 2011.

Aidan Chambers parla della penna di Anne Frank, in "Intervista con Gabriella Zucchini", novembre 2011.

Intervento di Aidan Chambers al convegno "Tantestorie”, Biblioteca I. Calvino di Torino, 2011, parte prima (0:28:45 - 1:11:30)

Chambers A., "La scuola non avvicina i giovani ai libri", Corriere della Sera, 7 settembre 2012.

Di che cosa parliamo

Tra lettura, scuola e cultura
Come leggere e far leggere a scuola, ma soprattutto come creare occasioni per “liberare la mente”, favorendo la ricerca di quei “giardini segreti” dove si costruisce l’identità dell’adolescente?
Di questo si parlerà, prendendo spunto da riflessioni di autori ed educatori, da alcune esperienze realizzate in Italia e all’estero, ma anche da esperienze che, in comune con la lettura, hanno come obiettivo lo sviluppare le capacità critiche ed espressive attraverso attività un tempo possibili negli spazi dilatati della scuola, oggi per lo più scomparsi. 
Lo scopo è  suscitare domande, proporre riflessioni, suggerire materiali per la formazione e l’approfondimento personale e qualche traccia di lavoro, liberamente.

L'autrice

Laureata in Storia del teatro, dal 1986 è docente di ruolo nella Scuola media. In Francia ha conseguito il Dottorato in studi teatrali ed è stata docente ai corsi di Lingua e cultura italiana all’estero. Dal 2001 si occupa di lettura e biblioteche scolastiche; è stata referente di Torinoretelibri. Ha coordinato, organizzato e gestito corsi di aggiornamento relativi alle biblioteche scolastiche. Coordina attualmente il PROGETTO LETTURA della propria scuola e ne cura il sito didattico. È autrice del volume La stanza dei libri. Organizzare e gestire la biblioteca scolastica, 2006, Carocci, Milano.

Siti di riferimento

"Progetto Lettura Caduti" della Sc. Caduti di Cefalonia (curato da m.r.b.)
"Torino Retelibri".