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di Maria Riccarda BignaminiLIBER(a)MENTE

11/08/2018

Netflix, adolescenti e lettura: da dove ripartire?

Una puntata di questa estate di Fahrenheit (nota trasmissione radiofonica in onda su radioTRE dalle 15 alle 18 dal lunedì al venerdì) ha sottolineato ciò che è sotto gli occhi di tutti: la crisi dell’industria editoriale, erosa da Amazon e Apple, con dati piuttosto allarmanti ormai estesi a gran parte del mondo occidentale. Negli USA dal 2012 al 2017 la narrativa ha perso il 23% del mercato a favore di altri media e della concorrenza di colossi come Netflix e Amazon prime, con la loro offerta sterminata. Perfino in Germania nel 2017 solo il 44% dei tedeschi sopra i 10 anni ha comprato un libro, con un calo del 18%  tra 2013 e 2017, del 24-37% tra i 20 e 50 anni [2]. Le serie – ci si chiedeva nella trasmissione - sostituiscono ormai la lettura?

La trasmissione è stata per me un’occasione per riflettere sui consumi culturali in particolare dei giovani e per ripensare ai numerosi stimoli ricevuti da due convegni seguiti nell’aprile scorso a Verbania [3] e a Mantova [4], che avevano come focus gli adolescenti (o “giovani adulti”, come spesso si preferisce chiamarli) e il loro rapporto con la lettura “nell’età di Netflix”. 

 

 

 

 

 

 

Tento allora di proporre alcuni spunti (tra i tanti ricevuti e per i quali rimando alle note) rivolti in particolare a chi, tornando a scuola a settembre, avrà ancora la voglia di chiedersi come far leggere gli adolescenti che ha davanti.  Uno dei partecipanti alla trasmissione radiofonica citata, Alberto Pellai (medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva presente anche al convegno di Verbania), sottolineava proprio come per allenare i ragazzi di oggi alla lettura occorrerebbe un “esercito di docenti” che continui a fare questo lavoro di “resistenza” che è fondamentale (leggere è resistere). I genitori infatti, altri agenti indispensabili nell’apprendimento della lettura (ma forse anche in passato poco preparati o poco sensibili al problema), “sono ormai potentemente intrappolati dalla cultura dello schermo, persi anch’essi nelle loro vite multitasking e multimediali”. La lettura diventa quindi “uno spazio di resistenza e di formazione” sostenuta soltanto da chi ha un progetto educativo (scuola, associazioni, biblioteche…) “lontanissimo dal  progetto di mercato che passa attraverso il concetto di gratificazione istantanea, di emozionalità e di consumo”. 

Per un identikit del lettore adolescente: crossmedialità, serie e fan-fiction

I ragazzi oggi si confrontano fin da piccolissimi con la crossmedialità, ovvero con più supporti e con universi narrativi a più dimensioni: passano da un mezzo all’altro con molta disinvoltura, sovente con orgoglio dei genitori e disagio dei docenti, spesso poco preparati o sospettosi di fronte alla tecnologia in continua evoluzione.
La mente dei ragazzi riceve una fortissima sollecitazione sul fronte delle immagini e ben sappiamo come i teenagers non consumano o non soltanto la tv (scegliendo in questo caso la fruizione on demand), ma sono immersi nei social, nei videogiochi e negli illimitati video di Youtube, sono fans di youtuber o seguaci delle innumerevoli serie televisive sui loro devices. Nel mondo oggi sono 125.000.000 i nuclei familiari con abbonamento a Netflix (gli abbonamenti sono moltiplicabili per 4, quindi la cifra è più alta), ma la cifra è in aumento.
Le serie televisive in particolare consentono di entrare in esperienze narrative e  storie attraverso la porta dell’emozione istantanea e immediata. Come ha osservato il sociologo Stefano Laffi, relatore a Verbania, avere una “serie in tasca” (grazie al proprio smartphone) crea una community (i fruitori sono sincronizzati); consente il binge watching [5], ossia la possibilità di guardare programmi per un tempo superiore al consueto  e usufruire della visione di diversi episodi consecutivamente e senza sosta); promette l’infinito (il numero delle serie proposte sarà superiore a quelle che potrai vedere…), superando l’idea di morte e creando una sorta di “vertigine della lista” [6].

Un altro tratto caratteristico degli adolescenti è il consumo e la produzione di fan-fiction [7]: i siti di fan-fiction sono in sostanza “comunità che si scambiano storie”, come ha osservato Nicola Galli-Laforest dell’Associazione Hamelin presente a Verbania. Si pensi a Wattpad [8], ma molti preferiscono leggere e scrivere su EFP [9], il sito delle riscritture da cui il mondo dell’editoria attinge nuovi autori, come Anna Todd, autrice di After.
In questi siti - osserva Galli-Laforest  - prevalgono tematiche attuali (idea di famiglia trasformata, con famiglie monogenitoriali, uomini alcolizzati, madri depresse…), personaggi femminili evidenziate con una nuova forma di scrittura che prevede testi in prima persona scritti al “presente immersivo” che cancella automaticamente la distanza autore/lettore. Almeno una decina di libri attualmente in commercio derivano da fan-fiction che, osservava in un interessante workshop a Mantova Chiara Codecà [10], è scritta da fan di “materiale originale” (quindi da lettori); comporta la selezione del contenuto originale e la rielaborazione in forma nuova; condivide un linguaggio comune tra i fan; è liberamente condivisa e libera dal mercato (almeno fino alla pubblicazione cartacea…). Ricordiamo comunque, come è stato osservato, che se la chiamiamo fan-fiction è “solo” un fenomeno virtuale, se la chiamiamo scrittura trasformativa è una pratica letteraria secolare: la reinvenzione delle gesta di personaggi di finzione preesistenti e molto amati – che spesso pratichiamo a scuola attraverso la scrittura creativa - non è solo un gioco da ragazzi, come dimostra La vera storia del pirata Long John Silver, scritta da Bjorn Larsson [11].

Meno attenti di un pesce rosso?

Un po’ di preoccupazione aleggia nel mondo degli adulti, anche se nemmeno i neuroscienziati conoscono quali saranno gli effetti sul cervello dei giovani di un consumo, prevalentemente passivo, di immagini, del meticciamento reale/virtuale e di una comunicazione sempre più mediata dai social.

Nella puntata di Fahrehneit di cui si è detto, lo scrittore Giuseppe Genna, attento alla contemporaneità, ha osservato che la crisi del mercato editoriale non dipende dalle piattaforme di streaming, ma sottolinea piuttosto che negli ultimi 20 anni è emersa un’antropologia diversa nell’Occidente cosiddetto sviluppato. “Le giovani generazioni e non solo – sostiene Genna - si sono viste erodere il tempo dell’attenzione ed è emersa la noia nel confronto del testo scritto non solo perché non è retroilluminato”.

Il mercato dell’e-reader e dell’e-book, per esempio, non ha funzionato. “La difficoltà è leggere un carattere dopo l’altro, una parola dopo l’altra, una frase dopo l’altra… questa è una strumentazione disabilitata”. A questo, credo, devono prestare attenzione  gli insegnanti, come al dato, emerso da uno studio della Microsoft del 2015, secondo cui l’arco attenzionale minimo dell’occidentale medio è sceso a 8”, contro i 9” del pesce rosso! [12].

Se da un lato la diffusione dei dispositivi portatili (i Mid, Mobile internet device) ha trasformato tutti in creature multitasking, dall’altra ha ridotto la nostra soglia d’attenzione e quella dei giovani. “L’impossibilità di far sedimentare un’entità di lungo periodo – conclude Genna - ha fatto configurare il libro come un oggetto morto, una foglia morta. Gli editori e gli scrittori dovranno compiere uno sforzo verso l’allargamento del loro mezzo”.  

Come (e perché) avvicinare alla lettura?

La crossmedialità, il dilagare delle serie con Netflix, la concorrenza dei social, il calo del tempo minimo di attenzione, la tendenza al multitasking – elementi sociali e antropologici di cui ogni insegnante dovrebbe tener conto, senza limitarsi a giudizi morali – ci interrogano e interrogano fortemente il mondo della scuola.
Far leggere sembrerebbe una battaglia persa in partenza, ma proprio gli esperti ci fanno riflettere su quanto, oggi più che mai, la lettura sia fondamentale e debba continuare a essere uno dei media che le nuove generazioni frequentano. Perché il rischio non è tanto che si usino altri mezzi, ma che si perda la capacità di leggere.
La cultura così come ora la conosciamo è figlia del cervello che legge, come si evince dall’interessante libro di Marianne Wolf, Proust e il calamaro [13].

Vale la pena ed è fondamentale imparare a leggere, nonostante non sia un fatto naturale e richieda fatica, perché, come osserva Pellai: il libro usa la parola,

“un codice simbolico astratto che richiede una traslazione delle nostre reti neuronali e quindi un lavoro di astrazione. La lettura va prima al piano alto del cervello, poi si sposta al piano basso, mentre le narrazioni per immagini partono dal piano basso e possono solo successivamente stimolare pensieri e arrivare alla costruzione di significati più profondi. […] Allenare le funzioni alte del cervello, stimolare un pensiero riflessivo e critico passa attraverso il mondo della lettura. Leggere un libro non è solo aprire una porta verso nuovi mondi, entrare nelle storie di persone diverse. Il libro è anche un incredibile atlante che costruisce i significati con cui poi accediamo alla nostra vita reale da adulti. […] quando noi leggiamo costruiamo reti neuronali che tengono insieme le parti emotive e le parti cognitive del cervello, costruiamo integrazione, consapevolezza, il cervello si è costruito così. Apprendere tutto attraverso il virtuale significa selezionare reti neuronali diverse che porteranno come dicono i neuroscienziati a nuove forme di menti..." [14]

Il sociologo Stefano Laffi osserva che anziché concentrarsi sugli oggetti o sui ragazzi dobbiamo porci a metà tra i ragazzi e il mondo e chiederci per esempio:  “Netflix svolge la stessa funzione che svolgono i libri?” La risposta è ovvia, ma allora che si può fare? Non certo proporre una letteratura mimetica dell’adolescenza: gli unici libri che a suo avviso possono funzionare sono quelli che favoriscono l’incontro. “Oggi bisogna lavorare contro l’algoritmo di Google, che costruisce un mondo che ci consola. I ragazzi non sanno navigare… occorre produrre parole che non siano già consumate, cercare libri che spiazzano…”.
Da qui l’importanza delle biblioteche, scolastiche e non, e dei gruppi di lettura (penso ai numerosi Avamposti fuorilegge sparsi per l’Italia o ai tanti gruppi di lettura, tra cui quelli animati da Simonetta Bitasi [15]): luoghi dove i ragazzi si confrontano e cercano altre cose.

Proposte: partire dagli universali, tentare un uso creativo della tecnologia, sperimentare “read more”…

Nelle conclusioni del convegno di Verbania [16], sempre Laffi, autore tra l’altro di Quello che dovete sapere di me [17]una ricerca sociologica condotta nel 2014 tra 30.000 ragazzi tra i sedici e i ventun anni che ci dice molto sugli adolescenti di oggi, ha suggerito alcune azioni per innescare il rapporto con la lettura:  

  1. Non dividere ma unire mondo adulto/mondo degli adolescenti, cercando di partire da quelli che sono gli universali biografici (paura, rabbia, amore…);
  2. Attivare i ragazzi (con lettura ad alta voce, booktailer, scrittura di un’antologia curata da loro) spesso a scuola relegati a un ruolo passivo;
  3. Cercare di recuperare la loro attenzione e la loro concentrazione (ascoltare con gli occhi bendati o in mezzo alla natura…);
  4. Usare altri linguaggi, visto che l’epoca ce lo consente;
  5. Condividere: oggi i ragazzi hanno infinite emozioni, ma hanno bisogno delle parole per dirle.

A proposito del rapporto con le parole, uno spunto interessante fornito nelle conclusioni del convegno di Mantova da Laura Redaelli del Teatro delle Albe [18] è la constatazione che l’adolescente non ha più parole, per cui occorre ripartire da lì. Per molti ragazzi - e non solo per loro - il libro rimane un corpo inerte, muto, incapace di trasmettere segnali o emozioni. Le pratiche performative e di riappropriazione espressiva di poesie e romanzi classici, che la compagnia sperimenta attraverso laboratori con gli adolescenti, “sono forse tra le più entusiasmanti esperienze di lettura per gli under 20, in cui entrano in gioco rispecchiamento, condivisione e riconoscimento di una propria, intima voce”.

Riguardo alla tecnologia le fruizioni crossmediali anziché inquietare possono in realtà risultare interessanti, come è emerso a Mantova dal workshop: Leggere attraverso: tra crossmedialità e nuovi media. “L’accesso alle storie attraverso la via digitale permette non solo di accrescere l’interazione (il testo può essere più facilmente smontato, riscritto, ricucito), ma favorisce la contaminazione con forme artistiche e narrative finora distinte, creando una sorta di continuum in cui parole e immagini, gioco e conoscenza, lettura e creazione vengono a compenetrarsi in modi sorprendenti”. Addirittura Francesco Toniolo [19] ha messo in luce la possibilità di un fecondo dialogo tra videogioco e libro.

Molto interessanti le considerazioni  di Paolo Giovine, consulente strategico del "Progetto Ri-connessioni" sulla tecnologia: “La tecnologia è fatta di apprendimenti continui e di capacità di selezionare. Ma che cos’è la competenza tecnologica per chi è un educatore?”.
Sicuramente non è saper usare  o meno una LIM, ma avere in mente, oltre alle competenze tecniche, un uso didattico e pedagogico della tecnologia, che resta altrimenti del “ferro inutile” destinato a invecchiare molto velocemente.

Da Mantova ci portiamo ancora – e lo segnalo come proposta conclusiva - il bellissimo stimolo che vorrei si diffondesse e fosse lanciato a settembre in tutti collegi docenti d’Italia: "Read On", progetto europeo che comprende 7 partner (per l’Italia il "Festival Letteratura di Mantova") e 15 azioni coordinate [2o]. In particolare segnalo una delle sue attività più semplici ed efficaci, sperimentata quest’anno in alcune scuole italiane (14 istituti scolastici, 62 classi e 1500 studenti di Mantova, Modena, Ferrara e Bologna) che da settembre verrà proposta da alcune scuole di TorinoReteLibri [21] e cioè "Read More" [22]. Molto semplicemente l’attività prevede di leggere liberamente in classe, alunni e docenti, per 20 minuti al giorno libri, fumetti, giornali senza alcun compito. Il consiglio di classe può partecipare in toto o coordinarsi come meglio crede: si invia periodicamente un report delle letture fatte all’organizzazione e si segue una formazione iniziale a cura del progetto.

Riusciranno gli insegnanti e la scuola, per molti ragazzi unica occasione per avvicinarsi ai libri e imparare a leggere, a scegliere la lettura?

 

 

Note

1. La puntata, dedicata a “Lettura e serie TV”, è stata trasmessa il 24.07.2018.
2. Per questi dati vedi l’articolo "Not read a book lately? Blame Netflix, says study", "Phys.org", 7.06.2018 e "Anche i tedeschi leggono meno", intervista a Alexander Skipis, (capo della  Börsenverein des deutschen buchhandels, borsa del commercio del libro tedesco) su "Italia Oggi", 13.06.2018.
3. “Giovani che leggono? Il tempo della lettura nell’età di Netflix”, Verbania Centro Eventi il Maggiore 12-13-14 aprile 2018, convegno organizzato dall’Associazione Sherazade di Verbania  insieme all’Associazione LetterAltura e al Sistema Bibliotecario del Verbano Cusio Ossola.
4. "International Training for Professionals: L’identikit del lettore adolescente”, Mantova  Centro Congressi Mamu, 20-21.04.2018.
5.  Sulle conseguenze del “binge watching” si può vedere un breve video in inglese inserito nell'articolo "Il video che mostra quanto fa male vedere troppe serie tv", "TIPNEWS", 27.06.2018.
6. Cfr. Umberto Eco, Vertigine della lista, Bompiani, 2012.
7. Sulla fan-fiction interessanti le osservazioni di Eleonora Caruso, nota sul web da dieci anni: “La fanfiction? Non smetterò mai. Mi ricorda come scrivere possa essere un piacere”,  "Il Libraio", 05.02.2018 e Lucia Ravera, "Intervista a Eleonora Caruso", "Mangialibri", s.d.
8. Vedi Wattpad.
9. Vedi Efp. Il tuo sito di fanfiction.
10. Chiara Codecà lavora come consulente editoriale per numerose case editrici, in particolare nel campo della letteratura fantasy e dell’illustrazione per ragazzi. Dal 2004 è redattrice di "Fantasy Magazine" e dal 2010 di "World of Fantasy". È fra gli autori di Potterologia. Dieci assaggi dell’universo di J.K. Rowling, Camelozampa, 2011.
11. Cfr "Adolescenti e fan fiction", "Il giornale dei giovani lettori", 21.09.2015.
12. Cfr. Malolo de Agostini, "Abbiamo la soglia di attenzione peggiore di un pesce rosso: colpa della tecnologia", from "Indipendent", 13.05.2015.
13. Cfr. Maryanne Wolf, Proust e il calamaro. Storia e scienza del cervello che legge, Vita e pensiero, 2012.
14. Alberto Pellai nella puntata di Fahrehneit già citata.
15. Per aderire agli "Avamposti Fuorilegge", rivolti alla fascia della secondaria di I grado vedi il sito "Lettori e Avamposti fuorilegge"; per l’attività di Simonetta Bitasi vedi "Il lettore ambulante".
16. In attesa degli atti dei convegno, ne è disponibile una breve riflessione a posteriori  sul sito di "Sharazade", 11.05.2018.

Conclusioni convegno di Verbania: da sinistra lo scrittore Melvin Burgess con la sua traduttrice, Gabriela Zucchini dell'Associazione Equilibri, l'attrice Daniela Carucci, Gabriele Clemente dell'Associazione Sherazade e il sociologo Stefano Laffi.

 

 

 

 

17. Cfr. S. Laffi, Quello che dovete sapere di me. I ragazzi parlano, Feltrinelli 2016.
18. Vedi il sito "Teatro delle Albe".
19. Dottorando presso l’Università Cattolica di Milano, nel Dipartimento di Scienze della comunicazione e dello spettacolo, esperto di cultura videoludica, new media e crossmedialità.
20. Cfr. Valeria Dalcore, "Read On, il progetto europeo in 13 mosse per avvicinare i ragazzi alla lettura", "Corriere della Sera", 27.07.2018.
21. Rete di 45 istituti di Torino e dintorni uniti dal fatto di avere biblioteche scolastiche in rete: vedi il sito TorinoReteLibri.
22. Vedi, per informazioni sul progetto, il sito "ReadOn", con particolare attenzione alla sezione attività.  Per informazioni, approfondimenti e per prendere parte alle attività, scrivere presso il "Festival Letteratura Mantova": readon@festivaletteartura.it
 

 
 

Di che cosa parliamo

Tra lettura, scuola e cultura
Come leggere e far leggere a scuola, ma soprattutto come creare occasioni per “liberare la mente”, favorendo la ricerca di quei “giardini segreti” dove si costruisce l’identità dell’adolescente?
Di questo si parlerà, prendendo spunto da riflessioni di autori ed educatori, da alcune esperienze realizzate in Italia e all’estero, ma anche da esperienze che, in comune con la lettura, hanno come obiettivo lo sviluppare le capacità critiche ed espressive attraverso attività un tempo possibili negli spazi dilatati della scuola, oggi per lo più scomparsi. 
Lo scopo è  suscitare domande, proporre riflessioni, suggerire materiali per la formazione e l’approfondimento personale e qualche traccia di lavoro, liberamente.

L'autrice

Laureata in Storia del teatro, dal 1986 è docente di ruolo nella Scuola media. In Francia ha conseguito il Dottorato in studi teatrali ed è stata docente ai corsi di Lingua e cultura italiana all’estero. Dal 2001 si occupa di lettura e biblioteche scolastiche; è stata referente di Torinoretelibri. Ha coordinato, organizzato e gestito corsi di aggiornamento relativi alle biblioteche scolastiche. Coordina attualmente il PROGETTO LETTURA della propria scuola e ne cura il sito didattico. È autrice del volume La stanza dei libri. Organizzare e gestire la biblioteca scolastica, 2006, Carocci, Milano.

Siti di riferimento

"Progetto Lettura Caduti" della Sc. Caduti di Cefalonia (curato da m.r.b.)
"Torino Retelibri".