Home - i/stanze - lo specchio di Alice - La vita di Adele

di Maria Luisa Jorilo specchio di Alice

13/11/2013

La vita di Adele

Titolo originaleLa Vie d'Adèle – Chapitres 1 & 2

Genere: Drammatico
Regia: Abdellatif  Kechiche
Soggetto:  ispirato al romanzo a fumetti Il blu è un colore caldo di Julie Maroh 
Sceneggiatura: Abdellatif Kechiche, Ghalya Lacroix
Attori : Léa Seydoux, Adèle Exarchopoulos, Salim Kechiouche, Aurélien Recoing, Catherine Salée, Jérémie Laheurte
Fotografia: Sofian El Fani
Musiche: Timber Timbre
Produzione:  Francia
Anno: 2013

In fondo alla pagina il trailer ufficiale del film

Adele (la protagonista si chiama volutamente come l'attrice, Adèle Exarchopolus) è una adolescente alle soglie dell’età adulta, studentessa negli ultimi anni di un liceo. Ci appare all’inizio tra le compagne che la spingono a fare all’amore con un ragazzo che la corteggia. Ma contemporaneamente Adele, insoddisfatta dal rapporto etero, viene colpita e attratta sessualmente - colpo di fulmine imprevisto nella sua inconsapevolezza di sé - da una giovane artista, Emma, apertamente lesbica (si mostra per strada abbracciata ad un’altra donna), maggiore di una decina di anni, con i capelli blu. Il regista qui ha preso spunto dal fumetto, molto più tragico nei suoi sviluppi del film, Il blu è il colore più caldo, appena uscito per Rizzoli.

Da questo momento  la ragazza non può più dormire né pensare ad altro, fino all’incontro con la donna desiderata che non stenta a sfociare in una appassionata reciproca attrazione. Le scene erotiche su cui a lungo indugiano le immagini del film sono di un realismo dettagliato dei corpi nudi avvinghiati e dei reciproci movimenti sensuali che non ha precedenti nel cinema della grande distribuzione  con storie di amore sia etero che omosessuali (questo film è vietato soltanto ai minori di quattordici anni).
Viene così illustrata, non solo raccontata, l’emozione dei corpi (poco importa che siano dello stesso sesso)  che si traduce in un vero e vibrante amore. Sono intense anche le scene dei pasti, in famiglia, con gli amici, di loro due sole, “perché la sensualità”, ha detto il regista, “non è solo nel sesso ma anche nel cibo. Ho sempre adorato guardare e filmare le bocche mentre mangiano”. In particolare, ha raccontato Kechiche, “ho scelto senza esitazione Adele come protagonista proprio dopo averla vista mangiare. Vorace, distratta, senza malizia, con le labbra sempre troppo aperte”. Ma, se nel rapporto tra i corpi e nella vitalità giovanile le due innamorate vivono una piena reciprocità, esiste una differenza  non lieve tra le rispettive estrazioni sociali familiari, alla quale l’affiatatissima coppia non bada. Mentre i genitori di Emma sono  professionisti benestanti di libero pensiero quelli di Adele all’opposto sono impiegati piccolo borghesi, con una mentalità non priva di pregiudizi.

Tra la prima parte del film tutta concentrata sulla forte attrazione erotica tra i corpi di Adele  e di Emma e la seconda, che racconta gli sviluppi del loro rapporto amoroso, si assiste a un salto temporale che ci fa comprendere come la relazione tra le due donne sia continuata negli anni di svolta della loro rispettiva formazione, mostrandoci la convivenza nella bella casa dell’artista. Adele, portando a compimento il suo progetto, è diventata maestra d’asilo, mentre Emma ha sviluppato le sue doti di artista ed è tesa verso il raggiungimento di riconoscimenti e successo  con la sua produzione pittorica (il suo modello preferito è l’amata compagna).  Perciò gli ambienti di lavoro di ciascuna di loro non possono che essere diversi. Proprio questa differenza, inevitabile e soprattutto insanabile,  creerà la frattura del legame d’amore, nonostante l’indissolubilità di quello dell’attrazione tra i corpi.

Kechiche in questo bel film non ha voluto porre l’accento su una storia erotica omosessuale, ma rappresentare l’amore in generale, vissuto in tutta la veemenza della vitalità giovanile, soprattutto nel momento della sua scoperta in età adolescenziale, mostrandone realisticamente, sfidando pregiudizi e ipocriti moralismi sempre in agguato nell’ignoranza, la fisicità di cui sempre si sostanzia. Questa rappresentazione esplicita dell’erotismo  attraverso le lente e insistite immagini di baci e carezze tra i due bellissimi nudi femminili non scandalizza, ma commuove chi guarda il film per leggervi il significato. I ragazzi e le ragazze degli ultimi anni di scuola possono trarre da qui spunti di riflessione per discutere in un reciproco confronto che cosa comporta emotivamente la formazione all’amore, che alla loro età è per tutti e tutte ineludibile.


Una proposta ... d'epoca   

 Cinquant'anni fa il sesso era un tabù

Gli adolescenti  all’inizio degli anni Sessanta del secolo scorso si vergognavano della sessualità e ne nascondevano, negavano e reprimevano i desideri, soprattutto di fronte agli adulti. I genitori e gli insegnanti non solo erano incapaci di dare una educazione sessuale ai minori, ma evitavano  qualunque discorso o libro che potesse alludervi direttamente o indirettamente, vergognandosi perfino di pronunciare parole inerenti il sesso. I film con storie e immagini esplicitamente sessuali, o con corpi un po’ nudi, venivano vietati ai minori di anni diciotto, quando non erano soggetti a censura. Vigeva poi un radicato e largamente condiviso pregiudizio sull’omosessualità, alla quale in un film non si doveva mai apertamente alludere. In questo clima apparve al cinema questo documentario:

            Titolo originale: Comizi d'amore
           
            Genere:  Documentario
            Regia:  Pier Paolo Pasolini
            Paese di produzione:  Italia
            Anno: 1965

           

È un Film-inchiesta dello scrittore regista Pier Paolo Pasolini, che era andato in giro per l’Italia nel 1963 a interrogare campioni di varia umanità, ma in particolare adolescenti, per fare il punto sul tema della vita sessuale nazionale dell’epoca.
Il documentario così creato, uscito solo in alcune sale d’essai nel 1965, mostra una interessante testimonianza dell’arretratezza, della paura e dei pregiudizi dominanti il costume sessuale italiano in quegli anni. Eccone un esempio in questo frammento del film:

Pasolini rivolge le sue domanda ad alcuni ragazzi su una spiaggia toscana

[...]
PASOLINI  Senti, secondo te il problema sessuale nel mondo contemporaneo è molto importante o no?
RAGAZZINO  Il problema...?
PASOLINI  Sessuale.
RAGAZZINO  Non ho capito.
PASOLINI  Eh, non c'è peggior sordo di chi non vuol capire... Il sesso ha molta importanza nel mondo contemporaneo?
RAGAZZINO  Beh... no.
PASOLINI  E per te lo è o no?
RAGAZZINO  No no... no.
PASOLINI  Allora devo dedurre che per te il problema più emozionante non è quello del rapporto con le ragazze o con le donne quando sarai più grande...
RAGAZZINO  Sì, ma guardi, il mio problema è di trovare un'anima con cui vivere felice il resto della mia vita... Chiuso.
[...]

Il film è suddiviso in varie parti a seconda degli argomenti trattati o delle varie zone d'Italia dove sono state girate le interviste. Ne esce un ritratto del paese contraddittorio, uno spaccato di un'Italia a varie velocità, un quadro sconcertante che alterna aperture fintamente disinvolte al Nord e rigidità ancestrali nel meridione.  Basta leggere il sommario delle interviste presentate nel secondo tempo:

Ricerche 3 - La vera Italia?

  • Comizi nelle spiagge romane o il sesso come sesso
  • Comizi sulle spiagge milanesi o il sesso come hobby
  • Comizi sulle spiagge meridionali o il sesso come onore
  • Comizi al Lido o il sesso come successo
  • Comizi sulle spiagge toscane (popolari) o il sesso come piacere
  • Comizi sulle spiagge toscane (borghesi) o il sesso come dovere

Guarda Pier Paolo Pasolini, Comizi d'amore , (1964)  (versione completa)                     

Video

Di che cosa parliamo?

Il cinema narrativo è uno strumento di comunicazione educativa e didattica  quasi indispensabile  nella scuola di oggi, sia come arte visiva sia come mezzo per far passare e fissare  l’apprendimento attraverso emozioni. Gli insegnanti   hanno bisogno di  mantenersi    informati sui film più adeguati a questi scopi della loro attività professionale. “Lo specchio di Alice” (in quanto il cinema può essere un  vero specchio del mondo per  i ragazzi e le ragazze in formazione) si propone  di informare i docenti sui film contemporanei e su quelli del passato più interessanti e comprensibili   da parte di allievi e allieve adolescenti. Come a scuola per le letture, a  volte verranno  recensite, e didatticamente corredate,  anche opere cinematografiche meno valide esteticamente, ma capaci di suscitare interrogativi, introdurre problemi, illustrare argomenti di studio presso  gli studenti.

L'autrice

Ha insegnato in un triennio linguistico.  Supervisore di tirocinio dal 1999 al 2003  e docente di didattica della letteratura fino  al 2008 presso la SSis dell’università di Torino.  Esperta di cinema e didattica, dal 2003  ha recensito assiduamente sulla rivista insegnare  il “Torino film festival” e i film in uscita più adeguati  a prestarsi come sussidi  nell’insegnamento agli adolescenti.

 


All’indirizzo   marialuisa.jori@gmail.com  su richiesta si forniscono  gratuitamente sia  informazioni  su film  utilmente  collegabili ad  argomenti  dei  programmi scolastici (per es. di storia) sia indicazioni metodologiche   sull’uso didattico del cinema nella scuola di ogni ordine e grado.