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25 NOVEMBRE 2017

Nei giorni scorsi a Budrio è stata uccisa una donna di 65 anni. A ucciderla è stato il marito di 69 anni, durante un litigio pare per motivi banali, quotidiani. Un'altra vittima, l'ennesima. Una ogni due giorni e mezzo, uccisa da chi le viveva accanto. 

A Budrio, qualche mese fa, si è consumato un altro duplice fatto di sangue: "Igor il russo" ha ucciso un giovane barista e una guardia volontaria ed è fuggito, a oggi ancora latitante.

E subito, sulla morte della donna, è scattata la gran cassa mediatica che alimenta sospetti e odio contro l'estraneo, come ha recentemente ricordato il Pontefice, nonostante tutte le circostanze lo facessero escludere. 
E allora... "pur essendo una disgrazia, almeno è un delitto circoscritto, non un atto di delinquenza come pareva in un primo tempo", ha dichiarato il sindaco di Budrio per rassicurare i concittadini. Mentre i giornali  tendevano a dare dell'omicidio della donna la solita spiegazione legata alla incomprensibile eccezionalità del fatto, al raptus di un momento.

Non è così: è quella sulle donne da parte dei "loro" uomini la vera criminalità seriale, caro sindaco di Budrio. Sì, anche a Budrio, un'altra vittima, l'ennesima.  E ogni volta che muore una donna, così come ogni volta che una donna viene molestata o stuprata o sfigurata o mutilata, gli uomini, caro sindaco, devono solo vergognarsi e tacere. Non rassicurarsi perché non è stato "Igor il russo", ma rabbrividire perchè è stato uno di noi, uno che sembrava solo un buon e pacifico elettore.