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27 GENNAIO 2015

 

"I campi di concentramento" (1995), tratto da Notte e nebbia,  film di Alain Resnais (1956) da Rai/Storia

Alain Resnais, regista di Notte e nebbia, il controverso documentario presentato al grande pubblico nel 1956 e riproposto in questa unità, ci conduce in un viaggio della memoria negli orrori dello sterminio nazista. Le fotografie e i filmati girati dai tedeschi si alternano alle immagini dei campi di concentramento come apparvero nel 1955 agli occhi del regista. I treni carichi di deportati, i prigionieri nei campi, la nudità dei corpi vivi e quella dei cadaveri ammucchiati, i forni crematori, le prigioni, gli ospedali dove si praticavano amputazioni tanto brutali quanto inutili, l’assurda gerarchia del campo e la normalità domestica e familiare che si respirava nelle abitazioni dei comandanti.
Scandite da una dialettica che volutamente si snoda tra passato e presente, ma anche tra memoria e oblio, necessità di ricordare e bisogno di dimenticare, le immagini esplorano la paura, l’umiliazione, la fame, la sofferenza, la morte. Ma il filmato lascia emergere anche, insieme all’orrore, l’estrema resistenza dell’uomo che, nonostante tutto, riesce a lavorare, a scrivere, a sognare, a pregare, a organizzarsi politicamente e a mantenere intatto il senso dell’amicizia.
Le scene dei più alti ufficiali tedeschi che, al processo di Norimberga, negano ogni responsabilità individuale chiudono il documentario, il quale, se evita ogni esplicito commento politico e ideologico, affida alla crudezza delle immagini l’invito a confrontarsi con l’orrore. Con qualcosa che non può essere confinato in un tempo e in un luogo, ma deve essere inteso come una minaccia perenne all’intera umanità.