7 luglio 2018
Una maglietta rossa per fermare l'emorragia di umanità"
Ma non è solo questione di umanità, di solidarietà, di sensibilità.
Le scelte xenofobe e l’egoismo nazionalista di alcuni governi interpretano e al contempo alimentano una deriva di cultura sociale e di etica politica, che coinvolge ampi strati della popolazione e avrà conseguenze assai gravi per la vita delle nostre comunità.
Il paese e l’europa vivono una fase di oscurantismo culturale e politico che dura ormai da decenni e al quale la scuola risponde solo in parte. Non bastano più la volontà, la dedizione, l’impegno di chi quotidianamente lavora per una scuola dell’inclusione e della convivenza civile.
La scuola della valutazione, della competitività, della meritocrazia alimentata dalla politica scolastica degli ultimi vent’anni è funzionale a quella deriva.
Non bastano più appelli e sottoscrizioni. La scuola pubblica democratica deve pretendere e ottenere, con una mobilitazione permanente, l’approvazione dello ius soli.
In assenza dello ius soli la scuola accetta e perpetua ogni giorno, ogni ora comportamenti diseguali fra i suoi alliei. Non possiamo pretendere l’assolviemnto di diritti e doveri da parte di coloro cui non riconosciamo piena cittadinanza. Alcuni dicono che si tratta di diritti e dovere solo formali. Ma nell’esercizio dei diritti la forma è sostanza.