"Memoria" e "Ricordo" sono diventate giornate scolastiche, seguendo un nobile principio: educare le nuove generazioni attraverso la conoscenza significherebbe evitare che comportamenti deprecabili si ripresentino, sia a livello microsociale che macrostorico. 

Il condizionale è d'obbligo, anzitutto perchè chiunque abbia un minimo di competenza culturale e didattica, sa che la memoria si sceglie: si scelgono temi, modi, prospettive. Se questa scelta è strumentale o anche soltanto superficiale, il danno è incalcolabile, giacchè si realizza soltanto indifferenza e banalizzazione. 
Alla prova dei fatti di cronaca e di geopolitica constatiamo che non basta indicare la luna, per formare tant* astronaut*, se poi una consapevolezza non sviluppata induce sempre ad ammirare il dito. 

Da questa parte della ricerca storica e didattica in genere ci siamo sempre preoccupati di ribadire che la scuola deve suscitare e coltivare competenze di lettura, analisi e critica delle informazioni, facendo in modo che, nella gradualità della crescita fisiologica e scolastica, si formino persone in grado di intendere. E di volere. 

Ci si riuscirebbe molto meglio se la scuola fosse realmente il luogo di quel primo nobile principio che, irradiandosi da Viale Trastevere verso le più remote periferie amministrative del paese, dovrebbe informare di sè ogni azione di ogni persona che lavora in ogni grado di istruzione: la liberazione dagli ostacoli che impediscono a ciascun allieva e a ciascun allievo di scegliere chi vuole essere, e come vuole essere cittadina e cittadino. 

Principio che non dovrebbe avere condizionali, nè condizionamenti. 

Riproponiamo solo alcuni degli interventi, che, in questa rivista, testimoniano la consistenza della scuola che emancipa, secondo l'art. 3 c.2 della Costituzione. Senza condizionali e condizioni. 

27 Gennaio 2021 (a cura di Rosanna Angelelli e M.Gloria Calì) 

27 Gennaio 2023 (a cura di redazione)

foto a fianco: memoriale della Shoah, stazione centrale di Milano (da https://www.memorialeshoah.it/)