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Francesco De Bartolomeis

Se ne va Francesco De Bartolomeis, albero secolare della pedagogia italiana attiva, democratica, emancipante. 

Ha cominciato a scrivere che la seconda guerra mondiale non era ancora finita, e ha smesso pochi anni fa, attraversando mezzo secolo e oltre di pensiero e di sperimentazione (mai compiuta...) di una scuola finalizzata all'apprendimento libero, attivo, educante.
Rileggendolo, da una parte si resta ammirati dall'attualità delle sue opinioni sulla relazione educativa, sugli approcci laboratoriali, sull'organizzazione flessibile e aperta degli spazi scolastici... dall'altra ci si indigna perchè il suo pensiero è troppo poco conosciuto, ancor meno praticato. 

I frutti di quell'albero secolare dovrebbero essere nutrimento costante, per chi si occupa di scuola intendendo farlo con quel rispetto critico, ma attivo e progettuale, vòlto alla realizzazione dell'istruzione educante. 

In tempi tristi per il pensiero sulla scuola, leggiamo alcuni passaggi di De Bartolomeis sulle stesse cose che abbiamo letto recentemente in roboanti e poco pedagogiche righe ministeriali, cose scritte invece con una giustizia pedagogica e culturale necessaria e contemporanea. 

Da: "Introduzione alla didattica della scuola attiva", Firenze 1958.

"Pensate alle visite a fabbriche o a botteghe artigiane dalle quali ci si aspetta un contatto tra scuola e vita: possono risolversi in manifestazioni di disordine se non sono sentite come parte integrante dell'attività culturale, se non sono lungo la linea di un interesse che si svolge, se, insomma, non sono state educativamente preparate e se  non danno l'avvio a un proseguimento di attività con significato culturale". 
"L'optimum, quanto a organizzazione scolastica, comporta che, oltre alle aule assegnate stabilmente a ciascuna classe ci siano delle aule-laboratorio a disposizione di tutta la scuola. Però questa specializzazione ambientale non deve spingersi fino al punto da fare dell'aula nella quale gli allievi trascorrono la maggior parte della giornata scolastica un luogo dedicato unicamente alle occupazioni sedentarie; occorre che quest'aula sia messa e attrezzata in modo da rendere possibile il movimento e le attività, perchè questi sono l'alimento abituale dell'apprendimento (e vedremo quanto poco sedentaria sia , ad esempio, l'applicazione del metodo globale per la lettura). "