Al via le Prove Invalsi “computer based testing”, ovvero realizzate e da svolgere solo su supporto digitale.
A parte l’azzardo e l’ipocrisia del far svolgere prove su supporto digitale in un sistema scolastico che ha ancora gravi carenze strutturali che rischiano di amplificare croniche disuguaglianze di condizioni, c’è anche altro a rendere irresponsabile questa scelta.
Far svolgere prove di comprensione al computer, poiché le prove dovrebbero ovviamente essere fatte nelle stesse condizioni in cui si è realizzato l’apprendimento, significa orientare l’apprendimento della lettura e della comprensione verso strumenti e pratiche prevalentemente se non esclusivamente digitali. E questo è profondamente sbagliato e persino anacronistico, proprio mentre le scienze dell’educazione in tutto il mondo si interrogano sull’effettiva opportunità e sui rischi dell’anticipare e dell’estendere eccessivamente gli apprendimenti di base su supporti informatici.
Ancora un errore o una scelta deliberata, in ogni caso assai grave, di una politica scolastica da decenni allo sbando, nella quale la demagogia conta più sia della conoscenza che della competenza, e alla quale non porterà nessun giovamento la conversione a più o meno fantomatiche pseudo innovazioni. Mario Ambel