Le testimonianze autobiografiche
Raccontateci il vostro incontro con l'educazione linguistica: i modi e le ragioni della scoperta, le letture fatte, i maestri di riferimento, i gruppi di lavoro, lo scambio tra colleghi e soprattutto le esperienze didattiche...
Inviate i vostri racconti a redazioneinsegnare2010@gmail.com ; oggetto: "Io e l'Eld"
Caterina Gammaldi, Cosenza
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Lettera aperta a chi insegna italiano 40 anni dopo Gli incontri, il dialogo educativo, le letture personali e collettive, i gruppi di ricerca di didattica segnano questo frammento, che pone al centro aspetti che mi sembra opportuno segnalare nel quarantennale delle Dieci Tesi. Non mi è facile dire quando ho scelto di prestare attenzione all’educazione linguistica democratica. Posso solo richiamare alla memoria di chi legge l’esperienza nei gruppi ecclesiali del dissenso e le prime esperienze di lavoro linguistico con i più deboli nella mia città, dopo l’incontro – scontro con la lettura di Lettera a una professoressa. Studiavo allora filosofia e non immaginavo che dopo qualche anno mi sarei trasferita a Milano e avrei cominciato a insegnare lettere in un scuola media di un quartiere periferico, un segmento del sistema scolastico che non ho mai lasciato, nemmeno quando mi è stato proposto di passare alla scuola superiore o altri incarichi mi hanno chiesto di occuparmi di politica scolastica. Conobbi allora Daniela Bertocchi, componente nel Comitato scientifico della scuola in cui allora lavoravo, a cui devo la lettura delle "Dieci Tesi per l’educazione linguistica democratica" e il confronto appassionato che ne seguì. Il clima è cambiato - certo -, ma non penso sia inutile, in questa fase, richiamare alla memoria il contributo di autori – colleghi che, più di altri, hanno consentito di orientare la progettualità curricolare verso un principio che solo anni dopo sarebbe stato presente nella ricerca pedagogica, ovvero la centralità del soggetto che apprende e del diritto dei soggetti a apprendere. Fra tutti i libri di quegli anni scelgo di riproporre quelli che mi/ci hanno permesso di costruire un significativo rapporto con la teoria linguistica assente in molti curricoli universitari e la ricerca – formazione sul sapere linguistico a scuola. C’è un aspetto che voglio evidenziare. Molti degli insegnanti e autori a cui ho fatto nel tempo riferimento appartengono tutti alla generazione 1946 – 1951. Condividiamo idealità, lavoro in classi di frontiera, pensiero democratico, interesse per quale lingua per tutti. Un patrimonio significativo che ha influenzato il dibattito e le scelte progettuali successive sul terreno delle competenze linguistico – comunicative. Di seguito fornisco alcune indicazioni per reperire i testi che hanno orientato alcune delle mie scelte e riporto brevi citazioni che possono rappresentare un invito alla (ri)lettura per chi voglia riflettere su come debba/possa cambiare l’ora di italiano in un tempo poco incline alla centralità delle dimensioni dell’insegnare e dell’apprendere insieme. La scelta cade sulle capacità linguistiche, sul curricolo verticale, sulla comunicazione a scuola e sui problemi non ancora risolti, con particolare riferimento alla competenza di lettura – scrittura e alla trasversalità lungo tutto il percorso scolastico. Scuola di Barbiana, Lettera ad una professoressa, Libreria editrice fiorentina 1967 : Tullio De Mauro, Scuola e linguaggio, Editori Riuniti 1977 (in "Per una educazione linguistica democratica"): Daniela Bertocchi et alii, Educazione linguistica e curricolo, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori, Milano, 1981 (in "Premessa") Mario Ambel, "Il consiglio di classe di fronte al rapporto fra discipline e linguaggio" in CIDI, a cura del CIDI, I programmi della scuola media:una sfida ancora aperta, Marietti – Manzuoli, Milano, 1987 Daniela Bertocchi, "Comunicazione" in Alba Sasso, a cura di, La cultura della scuola e la contemporaneità, La Nuova Italia, Firenze, 1996 Mario Ambel, "Il ruolo del linguaggio nella ridefinizione dei processi formativi" in La scuola nella società della conoscenza, Bruno Mondadori, Milano, 1999 (…) Non a caso l’elenco delle finalità strategiche dell’educazione linguistica coincideva allora (e mi pare ancora oggi) con un elenco dei diritti dei singoli, che sono al contempo garanzie di progresso civile per la collettività: a) il diritto al pensiero ..b) il diritto alla parola e alla competenza comunicativa … c) il diritto all’immaginario … d) il diritto ai linguaggi, ai repertori e ai modelli concettuali …; e) il diritto alla consapevolezza di sé e del proprio agire nel mondo e, contestualmente, il diritto al controllo delle parole e delle occasioni per esprimere tale consapevolezza. (…) |