Questo dossier prende le mosse da una ricerca nata circa un anno fa, a seguito di alcune discussioni spontanee che hanno particolarmente coinvolto un gruppo di insegnanti del Cidi Pescara, che avvertiva innanzi tutto l’esigenza di condividere preoccupazioni e frustrazioni accumulate durante il lavoro quotidiano, nella consapevolezza dei limiti che condizionano il diritto allo studio all’interno delle scuole, per l’appunto le istituzioni che ne dovrebbero garantire l’attuazione. In quegli scambi mettevamo a fuoco le contraddizioni e le inadempienze riscontrate all’interno dell’autonomia scolastica, non solo in relazione all’insufficienza di risorse economiche e umane che la caratterizzano, ma anche in rapporto alla sua gestione, per quel che compete le responsabilità di docenti e dirigenti, spesso travolti dallo straniante turbinio dei POF: si intrecciavano allora critiche e autocritiche sulle pratiche di una effettiva collegialità, sulla mancanza di procedimenti efficaci per una valutazione mirata al progresso quantitativo e qualitativo del servizio affidatoci, insomma sulla difficoltà a tenere fermi e centrare gli obiettivi di formazione democratica, così come richiesto dalla Costituzione.
Sull’onda di queste discussioni condotte “a braccio” sono sorti interrogativi importanti che ci hanno spinti a compiere un percorso di approfondimento sui problemi emersi o sulle proposte di soluzione. Ciascuno l’ha svolto nella specificità del proprio punto di vista, secondo le priorità individuate in rapporto alla propria peculiare esperienza, competenza, formazione. E tuttavia, pur nella differenza di temi e prospettive, ogni contributo si è misurato con la questione delle pari opportunità: il nodo comune che ci ha legato, per la forza ideale che lo contraddistingue, per la problematicità che lo caratterizza nelle pratiche più frequenti.