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di Maria Riccarda BignaminiLIBER(a)MENTE

18/04/2015

Ma abbiamo davvero bisogno delle biblioteche scolastiche?

Se sorvolassimo l’Italia e entrassimo non in una, ma in tutte le scuole della penisola alla ricerca delle biblioteche scolastiche (d’ora in poi BS) e di un bibliotecario, ne vedremmo davvero di tutti i colori!
In alcune scuole cercheremmo invano, perché la BS non c’è proprio; in altre la troveremmo, ma trasformata ormai in aula scolastica per la carenza di locali; altrove scopriremmo ripostigli contenenti scatoloni o vecchi libri mai catalogati e ormai illeggibili; qua e là vedremmo sopravvivere le “bibliotechine di classe” (e non solo alla scuola primaria) o piccole biblioteche gestite da genitori volontari. Ci imbatteremmo anche in biblioteche “curate” dai collaboratori scolastici (segno della “considerazione” di molti dirigenti per la cultura e per i libri). Altre volte vedremmo biblioteche spaziose e moderne, con tanto di catalogo e postazioni internet, utilizzate come “deposito degli studenti” (anche 2-3 classi insieme, perché si tratta di uno spazio bello grande) per una duplice mancanza di personale, professori e bibliotecario. Forse troveremmo, dopo un gran cercare, uno spazio ben attrezzato, creato coi finanziamenti dei pochi progetti ministeriali per le biblioteche scolastiche [1], con materiale recente, multimediale, catalogato e fruibile e una persona (probabilmente qualche docente inidoneo all’insegnamento ex art. 113 sopravvissuto) che se ne occupa. O, ancora, una splendida ed efficiente biblioteca scolastica multimediale, con oltre 10.000 presenze all’anno, che ha stretto rapporti col territorio, che funge anche da biblioteca pubblica, a rischio chiusura, perché la pulizia e la vigilanza vengono prima dell’apertura della biblioteca… e il personale è poco [2] .

Queste non sono fantasie, ma realtà confermate anche dalle testimonianze dei firmatari (genitori, docenti, presidi, bibliotecari, studenti) della petizione lanciata da Torinoretelibri  per  richiedere biblioteche scolastiche e un bibliotecario/documentalista opportunamente formato per ogni scuola d’Italia. Vedi riquadro in fondo.
Un noto poeta e scrittore, Bruno Tognolini, ha firmato proprio con la seguente motivazione: 
"Perché in 30 anni di viaggi, Poeta Ramingo su e giù per la Povera Patria, ho visto coi miei occhi la differenza fra scuole che erano campi e prati, lussureggianti di libri e protette dai granai delle Loro Biblioteche, e scuole che erano steppe calcinate dal puro apprendimento senza sogno."

Questo è il nostro Paese, dove per molti, Dirigenti scolastici, docenti, genitori e studenti, i due termini accostati  –  biblioteca  e scuola –  bastano a evocare qualcosa di vecchio, polveroso, superato; e la “biblioteca scolastica”, entità sconosciuta a molti in quanto inesistente, inefficiente o poco frequentata, sembra un accessorio del tutto inutile, sganciato completamente dalla didattica, poco o mai utilizzato e per questo ritenuto superfluo. Ancor più oggi in cui, nell’opinione comune, la conoscenza pare sempre  a portata di mano e tutto il sapere raggiungibile in un clic. 

Sorge allora, spontanea, una domanda: abbiamo ancora bisogno, oggi, di luoghi dove andare a cercare risposte, a fare ricerca, a scovare storie, quando internet, o  la tv  sembrano dispiegare di fronte ai nostri occhi il mondo intero, sommergendoci di informazioni e riempiendoci di parole e di storie, una dopo l’altra, poco importa se tutte uguali e presto dimenticate?

Perfino tra coloro che si sono occupati a lungo di biblioteche e scuola, c’è chi sostiene che il concetto stesso di BS sia ormai superato e si debba optare per una “biblioteca diffusa” dove ovunque, nello spazio della scuola, i libri di narrativa e divulgazione insieme agli strumenti necessari alla ricerca, siano a disposizione degli alunni [3].
Come nei paesi europei avanzati appunto, non nel nostro, dove, al di là di provvedimenti sporadici, manca tuttora un quadro legislativo organico sulle BS che preveda, come nella maggior parte dei paesi europei, la figura irrinunciabile del bibliotecario documentalista. Fa eccezione la provincia autonoma di Bolzano, dove oltre a una legge sulle biblioteche scolastiche che esiste da ormai 25 anni, è prevista la figura dell’ispettore di biblioteche scolastiche. In un recente convegno sulla valorizzazione delle BS Markus Fritz, ispettore delle BS di Merano ha affermato: “La nostra scuola non HA la biblioteca. La nostra scuola È la biblioteca” [4].
Non servono commenti.
 

Ma quale biblioteca?

È bene allora chiarire, una volta per tutte, che cosa intendiamo per BS. Roberto Denti, “il” libraio per ragazzi d’Italia che ebbe sempre a cuore la questione della lettura a scuola e delle BS, ne diede questa definizione: “(…) per biblioteca non intendo una stanza con alcuni scaffali utilizzati come deposito di volumi, ma un organismo strutturato e condotto da persone specializzate, alle quali possono rivolgersi insegnanti e alunni”.  

Lungi da essere un magazzino polveroso e inutilizzabile, dalla definizione di Denti emerge l’immagine della BS come di uno spazio e di un luogo incardinato nella didattica, a cui funge da supporto  e da integrazione. Se insegnare a leggere e a fare ricerca è compito di ogni insegnante di qualsiasi disciplina, la biblioteca è il luogo dove queste abilità si mettono alla prova e si consolidano. Anche la famosa educazione ai media e alla information literacy  (cioè alla “capacità di identificare, individuare, valutare, organizzare, utilizzare e comunicare le informazioni”) è compito della scuola che deve insegnare a tutti (compresi gli alunni ipertecnologici, con disagio socio-economico, dislessici o stranieri – ormai 800 mila unità) non solo la competenza di lettura, ma anche quella del fare ricerca con i nuovi media, offrendo spazi adeguati e personale opportunamente formato (il bibliotecario documentalista, ma anche i docenti).

La biblioteca scolastica, anche oggi, non è un capriccio di qualche insegnante, non è un optional né una “versione ridotta” della biblioteca civica (peraltro non sempre presente sul territorio): dovrebbe essere uno spazio dove tutti gli studenti, con le loro storie e con i loro problemi, trovino e sperimentino occasioni di crescita attraverso strumenti come il libro, ma anche attraverso risorse digitali e dove i docenti trovino supporto ai loro progetti e alla didattica. Luogo dove coniugare un’educazione alla lettura con l’educazione all’uso critico e responsabile dei media. 
Come afferma lo scrittore inglese Neil Gaiman, intervenuto in passato in difesa della lettura e delle biblioteche: “Leggere è la chiave! è la chiave per comunicare perché le persone navigano il mondo, anche quello virtuale, con le parole e non possono capirsi l'un l'altro, non possono comunicare o scambiare idee se non le conoscono" [5].

La diffusione di internet, lungi dal risolvere tutti i problemi di informazione, ha messo e mette in evidenza la mancanza di “grammatica culturale” delle persone, soprattutto dei giovani, che “è una delle ragioni per cui la gente oggi vive con un continuo senso di perdita. In Internet  - afferma il regista Werner Herzog - perdono se stessi e perdono le cose [6].
Aiutare i giovani a orientarsi e muoversi nel mare dell’informazione e della rete è -  o dovrebbe essere - uno dei compiti della scuola e di una biblioteca scolastica innovativa.

Dicono i  firmatari della petizione...

I miei alunni non leggono e quando lo fanno non capiscono cosa stanno leggendo, abbiamo assoluta necessità di (re)imparare a leggere!    Claudio Ricci  
Ogni Nido-Scuola infanzia- Primaria dovrebbero avere una biblioteca a scuola. Leggere è il paracadute che permette di sorvolare la stupidità ed atterrare in territori di curiosità, ricerca, passione per i libri!  Flavia Manente        Da ex bibliotecario scolastico ritengo, da sempre, che la lettura debba essere un servizio e non un progetto. Pertanto, solo la presenza di biblioteche scolastiche funzionanti, con personale dedicato, possono garantire continuità e sistematicità di interventi per la formazione di lettori autonomi e ricercatori competenti.   Mario Priore                                                                       Sono stata una bibliotecaria scolastica sono da poco in pensione e la biblioteca e'stata chiusa pur essendo molto funzionante, grande e informatizzata. Bisogna istituzionalizzare le figure dei bibliotecari e sensibilizzare i dirigenti scolastici per non chiuderle in nessun caso ma trovare soluzioni alternative. Giovanna Maggiore, Messina
 Per cinque anni ho supplito, insieme ad altri genitori, alle croniche carenze della scuola, tenendo aperta la biblioteca scolastica, gestendo il prestito, l'acquisto dei libri, le letture ed alta voce alle classi, gli incontri con autori, il "mercatino del libro", lo svolgimento dell'annuale "festa del libro", tutto grazie alla disponibilità volontaria dell'Associazione Genitori della scuola, senza la quale la biblioteca sarebbe rimasta chiusa o desolatamente sottoutilizzata.   Andrea Sottile  
Trovo che le biblioteche scolastiche siano il luogo più facile per avvicinare gli studenti alla lettura. Sembra anche una cosa normale all'estero, qua sono tutte chiuse...  Chiara Marcucci, Scandicci
La biblioteca deve tornare a essere uno strumento didattico fondamentale. Un po' di attenzione per le biblioteche scolastiche da parte di governo e istituzioni sarebbe un modo per far capire che si vuole davvero fare qualcosa per la scuola e per la cultura; e che non si fanno soltanto parole.  Elisa Strumia
Firmo perché esiste ancora una sottilissima differenza fra chiudere le biblioteche e bruciare o libri, che diventa sempre più sottile e insignificante.  Paolo Cinque                  
Firmo perchè se nasci (e succede ancora oggi) in una famiglia povera o che non crede che sia necessario spendere "soldi per un libro", la biblioteca scolastica diventa "il tuo parco giochi" preferito. Antonietta Vurchio
Ci lamentiamo che in italia nessuno legge piú. Perché? Perché nessuno ci insegna a leggere, perché nella mia scuola, come in tante altre, c'è uno spazio con dei libri ammucchiati in malomodo, non una biblioteca!         Martina Airaudo 
Sono la Preside del Liceo classico di Potenza "Q.Orazio Flacco"  che ha una Biblioteca di 25.000 volumi ed un prezioso fondo librario antico.  Abbiamo con grande impegno di risorse umane ed economiche assicurato la riapertura ed il prestito. Ma non potremo farcela senza l'assegnazione  in organico di una figura esperta dedicata. "    Silvana Gracco     

Perché abbiamo bisogno di biblioteche
Chi ha provato a occuparsi di BS ha trovato sulla sua strada molti ostacoli e motivi che fanno apparire la BS un’esigenza inutile o, comunque, non prioritaria. Non è una richiesta delle Famiglie; interessa a pochi Dirigenti scolastici;  non interessa a gran parte dei Colleghi; la scuola ha problemi più urgenti; ci sono già le biblioteche pubbliche; gli ostacoli burocratici sono troppi; manca lo spazio; manca il tempo; non ci sono risorse. Tutte motivazioni discutibili o confutabili, come l’ultima: le risorse mancanti – giustificazione per ogni problema che non si voglia risolvere nei tempi di crisi – si potrebbero ricavare ragionando in un’ottica a lungo termine, lavorando in sinergia tra istituzioni, scuola, associazioni, territorio, superando la logica dell’evento che non sembra migliorare le statistiche che riguardano i lettori (scesi ormai in Italia al 43%).

Abbiamo, invece, più che mai, bisogno nelle scuole di biblioteche innovative e di  personale addetto e formato.

Perché “siamo quello che leggiamo” (come dice Aidan Chambers [7])
Perché il volontariato non basta.
Perché ancora oggi molti ragazzi non hanno libri a casa.
Perché la scuola deve insegnare a leggere a tutti.
Perché bisogna imparare e insegnare a orientarsi nel mondo dell'informazione e dei media.
Perché ci sono testi più lunghi e complessi degli sms e dei messaggi su whatsapp e serve capire anche quelli…

Perché bisogna sviluppare e far crescere lo spirito critico

Osserva Antonio Bruno Vincenzi, un altro firmatario dell'appello: “Sapersi servire in modo autonomo di libri, riviste e app multimedia è un'abilità che può essere appresa a scuola se vengono approntate le condizioni favorevoli. Lo spirito critico viene incoraggiato e coltivato”  

Per concludere...

Quasi contemporaneamente al lancio della petizione di Torinoretelibri (inserita sulla piattaforma Change il 17 febbraio 2015), sono circolati nelle scuole i questionari per l’Autovalutazione d’Istituto. Alla voce  “Ambiente d’apprendimento” erano presenti alcune domande riferite alle BS: sono presenti? quanti volumi contengono? quali servizi sono presenti? Si chiede anche – domanda decisamente ambigua – se sia presente il “bibliotecario o referente per la biblioteca” (come se fosse la stessa cosa…) e se le biblioteche dispongano (i punti sono distinti)  “di catalogo informatizzato – in rete con altre biblioteche – con servizio di prestito interbibliotecario”.

A questo punto resta solo una domanda: ma al Ministero, penseranno mica di essere in Europa? Viene in mente a qualcuno che per avere tutto ciò ci vogliono risorse, spazi, personale addetto e formato (ovvero un bibliotecario/docente documentalista fisso) e un dispositivo di legge che regolamenti tutto, affinché, anche in Italia, davvero, si possa leggere e fare ricerca come in Europa?

Note

1. Per ricordare gli interventi ministeriali a proposito di biblioteche scolastiche vedi la rassegna di riferimenti poriposta da Google/motore di ricerca; e per il periodo più recente l’interessante articolo di Luisa Marquardt, "Lo stato delle biblioteche scolastiche in Italia, tra legislazione insufficiente e tagli ai fondi".
2. È il caso della Biblioteca di Bella (in provincia di Potenza) che ha anche lanciato un appello contro il rischio di chiusura per mancanza di personale.
3. È di questo parere, ad esempio, Antonella Agnoli, autrice tra l’altro de Le piazze del sapere. Biblioteche e libertà, Editori Laterza 2009, sulla biblioteca pubblica, e del recente La biblioteca che vorrei. Spazi, creatività, partecipazione, Editrice bibliografica 2014. 
4. Così Markus Fritz al convegno “La biblioteca scolastica in Italia: quale valorizzazione oggi?”, Bologna Children’s Book Fair, 1° aprile 2015 h.14.30. Sull’esperienza delle Biblioteche scolastiche in Alto Adige vedi SFOGLIALIBRO, supplemento al n° 3 Aprile 2011 di “Biblioteche oggi”.  
5. Neil Gaiman, “Neil Gaiman parla della lettura e delle biblioteche e del loro peso nella società” in  Fantasy Magazine.
6. Werner Herzog: “Non so cosa sia la paura”, intervista di Dario Olivero in "la Repubblica", 13 novembre 2014.
7. Aidan Chambers, Siamo quello che leggiamo (a cura di Gabriela Zucchini), Equilibri, 2011. Vedi anche il recente Il lettore infinito. Educare alla lettura tra ragioni e emozioni (a cura di Gabriela Zucchini), Equilibri, marzo 2015.
 

Immagini

Le immagini sono tratte da alcune slide proietatte al convegno organizzato da Torinoretelibri “La biblioteca scolastica: una risorsa per la scuola delle competenze”, presso Convitto Nazionale Umberto I, 21 novembre 2014.

La petizione di Torinoretelibri

Tutti: insegnanti, genitori, studenti possono firmare la petizione di Torinoretelibri PER LEGGERE E FARE RICERCA NELLA SCUOLA ITALIANA COME IN EUROPA, indirizzata al Presidente del Consiglio Renzi e ai ministri Giannini e Franceschini, sostenuta dal Salone Internazionale del Libro di Torino e da numerosi enti, associazioni e realtà nazionali, all’indirizzo. E' possibile firmare a questo indirizzo.

La petizione verrà presentata ai destinatari giovedì 14 maggio 2015 alle 13.30 nell’Arena Bookstock, in occasione di un appuntamento che vedrà presenti scuole, scrittori, associazioni di promozione alla lettura.

Per segnalare esperienze significative di biblioteche scolastiche o di  promozione alla lettura è possibile scrivere a BookBlog. Giovani letture

Di che cosa parliamo

Tra lettura, scuola e cultura
Come leggere e far leggere a scuola, ma soprattutto come creare occasioni per “liberare la mente”, favorendo la ricerca di quei “giardini segreti” dove si costruisce l’identità dell’adolescente?
Di questo si parlerà, prendendo spunto da riflessioni di autori ed educatori, da alcune esperienze realizzate in Italia e all’estero, ma anche da esperienze che, in comune con la lettura, hanno come obiettivo lo sviluppare le capacità critiche ed espressive attraverso attività un tempo possibili negli spazi dilatati della scuola, oggi per lo più scomparsi. 
Lo scopo è  suscitare domande, proporre riflessioni, suggerire materiali per la formazione e l’approfondimento personale e qualche traccia di lavoro, liberamente.

L'autrice

Laureata in Storia del teatro, dal 1986 è docente di ruolo nella Scuola media. In Francia ha conseguito il Dottorato in studi teatrali ed è stata docente ai corsi di Lingua e cultura italiana all’estero. Dal 2001 si occupa di lettura e biblioteche scolastiche; è stata referente di Torinoretelibri. Ha coordinato, organizzato e gestito corsi di aggiornamento relativi alle biblioteche scolastiche. Coordina attualmente il PROGETTO LETTURA della propria scuola e ne cura il sito didattico. È autrice del volume La stanza dei libri. Organizzare e gestire la biblioteca scolastica, 2006, Carocci, Milano.

Siti di riferimento

"Progetto Lettura Caduti" della Sc. Caduti di Cefalonia (curato da m.r.b.)
"Torino Retelibri".