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di Lina Grossipagine dimenticate

23/06/2025

La Prova di italiano. Tipologia A. Proposta A1 - qualche riflessione e un suggerimento

Viviamo in una società in cui i testi letterari, siano essi romanzi, racconti, poesie o prose di varia natura, sono presenti in modo abbastanza diffuso. Non mancano, tuttavia, momenti e situazioni in cui la letteratura viene vista con qualche sospetto e un atteggiamento leggermente spregiativo, argomentava Remo Ceserani in un suo saggio sullo studio della letteratura nelle scuole e nelle università, pubblicato alla fine del secolo scorso ("Guida allo studio della letteratura, Laterza, 1999")

Dal momento che questo duplice sentire trova ancora un terreno fertile, amplificato dal dominio crescente dei nuovi linguaggi mediatici digitali che rischiano di marginalizzare la letteratura, ci è sembrato utile riproporre la riflessione di Ceserani per ribadire l’importanza del valore della letteratura e della centralità del testo nella pratica didattica. E soprattutto, per riaffermare la rilevanza di una prova di italiano, alla fine del ciclo di studi della secondaria, volta a testare la capacità di analisi e interpretazione di un testo letterario.

Nel processo della comunicazione letteraria, infatti, la lettura è la prova cruciale e lo studente-lettore riesce ad essere un protagonista se è in grado di assumere in tale processo un ruolo attivo. Per farlo deve possedere gli strumenti interpretativi utili per esercitare la propria capacità di comprensione del senso profondo del testo e di elaborazione anche dì significati nuovi e di interiorizzazione della parola scritta nel proprio spazio esistenziale.  In questa ottica, un testo poetico diventa non solo un oggetto di analisi, ma un vero e proprio strumento di crescita personale e intellettuale.

Le scritture letterarie hanno la funzione di creare pensieri e immagini; di concettualizzare e significare che un giovane lettore può fare proprie con una competenza interpretativa via via più esperta fatta di esperienze che maturano nel tempo. E in questo la scuola può fare molto, abituando a un contatto continuo e diretto con i testi, da analizzare e/o anche da tradurre per i testi in lingue antiche e moderne.

La poesia di Pasolini proposta nella traccia della tipologia A della prova di italiano 2025 è un testo molto interessante sia perché offre spunti riflessivi e introspettivi sia perché consente possibilità di analisi a più livelli testuali. Le diverse stratificazioni che percorrono il testo, dagli elementi fonoprosodici a quelli grammaticali, ai significati denotativi e connotativi. rendono infatti possibile l’applicazione di categorie di analisi linguistico-letteraria a livelli crescenti di complessità.

È una poesia scritta da un Pasolini poco più che ventenne il quale presenta già un’esigenza riflessiva e narrativa, ancora lontana, come si può facilmente ricostruire dalle notizie fornite dalla traccia, dai motivi ideologici e di polemica sociale delle successive raccolte.

L’io lirico che dà voce al componimento crea un immediato coinvolgimento emotivo nel lettore tramite l’uso, ad inizio del primo verso, del verbo “mi ritrovo” che indica una situazione che si ripete, quella del rifugiarsi nella propria stanza. E in quella situazione di solitudine esplora la propria interiorità e riflette sul fluire del tempo che ha trasformato il suo volto di ragazzo in quello di adolescente e poi di uomo, come sottolineato sul piano stilistico dalla gradazione ascendente che crea, a sua volta, una antitesi, che percorre tutta la lirica, tra il l’inganno e l’illusione per l’individuo di poter afferrare il tempo e il perenne fluire della natura e della luna che invece riappare sempre nuova.

Particolarmente significativa la ripetizione insistita della lettera “m” che riguarda la congiunzione avversativa “ma” ripetuta in versi successivi accompagnata dal verbo mutare, per evidenziare una antitesi tra il silenzio che circonda il poeta e che non muta nel tempo e il mutare del suo atteggiamento verso il mondo “ma è mutato il cuore”. 

Il poeta dà voce all’inquietudine e al senso di solitudine e sofferenza che la consapevolezza del cambiamento e della crescita possono provocare. Pasolini è in questo componimento un giovane inquieto che inizia a sentirsi un adulto e a porsi e porre domande esistenziali per il tramite della scrittura letteraria.

       Ad una lettura più approfondita, la poesia – senza un titolo ma con un potente primo verso che ne anticipa la chiave di lettura - può essere analizzata anche nella componente relativa alla musicalità del testo composto di versi liberi con presenza di assonanze, consonanze e allitterazioni che creano una particolare tensione ritmica, scandita anche dall’uso ripetuto dell’enjambement. Anche l’analisi delle parole chiave può portare a ricostruire il livello semantico e la struttura tematica della poesia e le relative relazioni oppositive (silenzio/suono quieto; luce lunare/campagna scura; ora/canto antico).

Un componimento, dunque, accessibile agli studenti sia per le possibilità di analisi a più livelli di complessità interpretativa sia, di conseguenza, per l’opportunità di esprimere gradi differenti di competenza di analisi testuale.

Dal momento però che Pasolini è un autore non sempre trattato con uno spazio adeguato in classe, per evitare perplessità e rinunce nell’affrontare la Proposta A1, la traccia avrebbe potuto puntare con maggiore decisione su aspetti solo marginalmente presenti nelle piste interpretative. Avrebbe potuto chiedere di evidenziare connessioni tematiche e rimandi intertestuali più o meno espliciti con altre scritture letterarie, sulla base dei testi e degli autori studiati nel percorso scolastico e/o di letture personali.

Per esempio, tra i rimandi più immediati risulta evidente il rapporto lirico tra Leopardi e la luna: un io-poetico solo con sé stesso in cerca del conforto della natura in Alla luna; il monologo di un pastore-filosofo alla ricerca del senso della vita, con interlocutrice la luna nel Canto notturno di un pastore errante dell’Asia; il notturno e la luna in L’ultimo canto di Saffo, con un richiamo ai versi della poetessa greca ispirati alla luna. O ancora il tema del disagio di vivere in Montale e nella poesia del Novecento e molto altro ancora nell’ambito delle interrelazioni tra le arti.

Per concludere, il suggerimento di un approccio intertestuale alla lettura anche nella pratica didattica. Nell’ambito delle attività svolte in classe sui testi per coglierne i significati, l’intertestualità intesa come “insieme di relazioni che il singolo testo intrattiene con altri testi dello stesso autore o di autori e modelli letterari precedenti o coevi (De Mauro)” può costituire un approccio con grandi potenzialità nell’insegnamento linguistico-letterario in quanto fornisce un ulteriore strumento interpretativo per i giovani, di stimolo alla comprensione, di motivazione all’approfondimento e di curiosità nella ricerca.   

 

 

Di che cosa parliamo

 

(ri)dare forza a parole già dette. La narrativa italiana e straniera cui riferirsi per parlare di scuola è affollata di esempi tuttora letti  rispetto ad altri a torto dimenticati. Lo spazio della mia I/stanza non vuole essere una retrospettiva e neppure una trincea nostalgica, ma intendo parlare di scuola e di educazione attraverso la (ri)lettura di pagine (di letteratura e non) a partire dalle riflessioni o dalle emozioni già “fissate” in un testo, per cercarvi corrispondenze, risposte, stimoli, suggestioni e altro ancora rispetto agli interrogativi sull’educazione e la società di oggi. Pagine godibili, ancora capaci di generare un rapporto empatico con il lettore, ora come semplici elementi di “cornice”, ora perché essenziali allo sviluppo di una narrazione.

L'autrice


Come insegnante nei licei, si è occupata di didattica del latino e dell’italiano. In molte attività di formazione ha collaborato a lungo con Università, Istituti  di ricerca, Associazioni di insegnanti, scuole e reti di scuole. Ha svolto attività di  ricerca presso l’INVALSI coordinando progetti in ambito nazionale e internazionale sulla valutazione degli apprendimenti e sulle competenza di lettura e scrittura.  È autrice di numerosi articoli e saggi su riviste specializzate;  di monografie, di testi scolastici e di ricerca didattica nell’editoria diffusa; di rapporti di ricerca.