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il vecchio lavoro, il povero lavoro

1° Maggio: il vecchio lavoro, il povero lavoro

Nell'articolo 1 della Costitituzione, incipit fondativo dell'intero organismo repubblicano, si legge che il "lavoro" è alla radice dell'istituzione e della sua configurazione democratico. Ciò significa, con le parole semplici che caratterizzano la Carta, che la democrazia, cioè la cittadinanza, è garantita dalla dignità occupazionale. 

L'articolazione si sviluppa poi con un tema che è diverso solo in apparenza: la "sovranità" che "appartiene al popolo" e il suo esercizio "nelle forme e nei limiti della Costituzione". La Costituzione definisce se stessa e dà al popolo, quindi all'intera comunità italiana, l'autorità per definire strutture e incarichi politici. 

Tutto ciò nella realtà del 2025 esiste? Sappiamo per certo che ragazzi e le ragazze, nostro interesse principale, hanno pochissime opportunità di conseguire una dignità professionale nel nostro paese, e i numeri parlano chiaro. 
E non si risolve il problema con la semplice affermazione che è colpa della scuola perchè non prepara al lavoro: la scuola non deve affatto produrre macchine produttive (o, peggio ancora, consumatrici), ma deve costruire competenze per saper scegliere come si vuol stare nel mondo del lavoro

Constatiamo, oggi, una nuova situazione: mentre, per tradizione culturale la questione sul lavoro aveva riguardato il lavoro manuale, dipendente, fisico, adesso la povertà del lavoro è un tema in cui si ritrovano categorie nuove: i lavoratori e le lavoratrici della conoscenza, della sanità, dell'arte e della scienza. 

Noi, nelle scuole, siamo sempre pronti a fare della realtà il nostro oggetto di ricerca didattica e speriamo sempre in un Primo Maggio che sia una festa vera. 

 

IMMAGINE A FIANCO: "il Quarto Stato al femminile" - IISS "Amadeo Peter Giannini", ex "Caboto", Chiavari (2018).