Home - in evidenza - Libertà e parole

In evidenza

LibertĂ  e parole

La giornalista Cecilia Sala è stata arrestata in Iran senza motivo il 19 Dicembre, e da allora è detenuta nel carcere di Evin, quello riservato a chi si oppone al regime del paese.
Le fonti di informazioni parlano di un collegamento tra questo fatto gravissimo, e l’arresto di Mohammad Abedini Najafabadi, iraniano fermato a Malpensa su mandato degli USA, tre giorni prima dell’arresto di Sala, con l’accusa di essere un uomo al servizio dei Pasdaran; per lui, è stata chiesta l’estradizione da parte degli Stati Uniti.

La complicata questione internazionale ha coinvolto una giornalista limpida, capace di raccontare l’autentico volto delle guerre: quella di bambini e bambine, donne e uomini che si trovano sotto le bombe volute da chi comanda.
La libertà di espressione, di comunicazione, è un bene che, come ogni altro diritto umano, o è ovunque, o non esiste: questo si insegna, e soprattutto si pratica, a scuola, ma la scuola dovrebbe poter contare sull’esempio della politica, nazionale e internazionale, che quel diritto dovrebbe difendere con chiarezza.
Se non ci fossero persone come Cecilia Sala, il mondo intorno a noi sarebbe una terra sconosciuta, e la partecipazione democratica alla vita associata sarebbe del tutto impossibile. 

Nel 2024 sono morte 104 persone nel mondo mentre svolgevano il loro lavoro giornalistico: è assolutamente necessario tutelare il valore dell’informazione come strumento di civiltà e di emancipazione.

Sperando che la vicenda della giornalista si risolva al più presto con la sua scarcerazione, e che il tema della libertà di parola e di informazione diventi più importante delle discussioni sugli armamenti, continuiamo a farla parlare attraverso un suo intervento video del 2020, in cui spiega in modo eccellente la situazione geo-politica dell’Iran contemporaneo.