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A sostegno di Christian Raimo

Desta incredulità il provvedimento di sospensione comminato dall’Ufficio Scolastico Regionale a Christian Raimo.

Raimo non è stato inadempiente nell’esercizio delle sue funzioni professionali, né ha mancato di rispetto all’istituzione in cui crede, per cui spende da anni tempo ed energie culturali ed intellettuali. L’istituzione a cui facciamo riferimento è la scuola pubblica democratica, cioè la scuola della Repubblica, quella in cui si lavora non per il ministro, ma per studenti, bambine e bambini che nella scuola costruiscono il loro sapere e il loro senso della cittadinanza.

Esprimiamo grande preoccupazione ed indignazione, insieme a tutto il CIDI, perché la punizione è di per sé una prova di forza da parte di chi può verso chi deve subire, un modo per annientare un ipotetico avversario, non per risolvere una controversia; sospendere un insegnante perché ha delle idee avverse al potere costituito significa compiere un gesto dimostrativo.

L’autorità ha in sé, per diritto linguistico antico e profondo, il principio della crescita e del miglioramento, quell’ “augere” che in latino significa “aumentare, innalzare”; quando si muta in autoritarismo genera solo mortificazione, culturale e civile.

 

Alle nostre posizioni, aggiungiamo un'analisi competente di un ex-ispettore, in punta di normativa vigente; il contributo di Mario Maviglia su edscuola è, con tutta evidenza, un approfondimento di grande interesse per capire i reali termini della situazione. 

[modifica del 15 Novembre]