Pubblichiamo le risposte ai nostri quesiti rivolti a testimoni scelti fra docenti universitari, ricercatori, studiosi, formatori e docenti che in questi anni abbiano attivamente operato nel campo dell'educazione linguistica.
1. Quali tra gli auspici e le raccomandazioni contenuti nelle “Dieci Tesi per l’educazione linguistica democratica” le sembra che sia stato maggiormente perseguito e realizzato? Quale, al contrario, le sembra che stato fortemente o del tutto disatteso? |
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Forse le Dieci Tesi hanno contribuito a diffondere una certa tolleranza per la lingua d’uso, hanno contribuito al regresso dell’ “italiano scolastico”. C’è stato un certo cambiamento tra gli insegnanti nel discorso sull’educazione linguistica, sulle sue finalità; ma nelle pratiche didattiche il cambiamento è stato minimo o ha riguardato esigue minoranze. |
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2. Appare a molti innegabile che particolarmente negli ultimi anni la didattica nel campo dell’educazione linguistica e letteraria abbia registrato un sensibile arretramento su posizioni (neo)conservatrici. Condivide questo giudizio? Quale o quali ritiene sia o siano le principali cause di tale arretramento? |
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Condivido questa valutazione: si torna indietro non solo nelle pratiche, ma anche nelle parole. Difficile indicare la principali tra le molte responsabilità. Dico le prime che mi vengono in mente, senza ordine di priorità: |
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3. Negli anni che ci separano dalle “Dieci Tesi” si sono verificati fenomeni di forte impatto sulla realtà comunicativa e linguistica del nostro paese (la diffusione dei media digitali, i flussi migratori, la crisi occupazionale, le trasformazioni stesse dell’italiano, ecc.): vi sembra che università e scuola abbiano saputo fronteggiare in modo adeguato le emergenze educative che ne sono derivate? |
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Scuola e università non sono istituzionalmente adatte a far fronte alle innovazioni e alle emergenze. Nel lungo periodo, qualcosa si è fatto e si fa per l’alfabetizzazione e l’integrazione dei nuovi italiani: comunque più di quanto faccia qualunque altra agenzia. Di fronte all’innovazione digitale mi sembra che prevalga nella scuola la tendenza ad adeguarsi supinamente alle pressioni del mercato. |
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4. Qualche speranza per il futuro: quale attenzione si sentirebbe di consigliare per dare nuovo vigore all’Educazione linguistica democratica nel nostro paese? |
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Non ci possono essere speranze per il futuro se per prima cosa la scuola non trova un assetto più stabile e insieme flessibile, e con questo una maggiore serenità. Alcuni passi del progetto “La buona scuola” mi sembra che vadano in questa direzione, ma non sono affatto sicuro degli effetti che avranno. Solo se si recuperano condizioni minime di agibilità si potrà ricominciare a parlare di didattica e di educazione linguistica. |
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Il resto segue qui... con ampia bibliografia delle pubblicazioni e con materiali scaricabili. |
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