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di Lina Grossipagine dimenticate

11/06/2015

Meravigliare per parole e immagini

L’uscita di un film che trae libera ispirazione da un libro può rappresentare un’occasione da non perdere per leggere o rileggere quel  libro. Se il libro in questione è  Lo cunto de li cunti o Pentamerone di Giambattista Basile, definito da  B. Croce “il più antico, il più ricco, il più artistico tra tutti i libri di fiabe popolari”, allora la lettura del “più bel libro italiano barocco” può portare a riscoprire, accanto alla forza travolgente dei suoi intrecci  e della magia dell’insieme, anche la cultura letteraria e artistica del secolo che lo ha prodotto, il Seicento. 

Per immergersi appieno “nell’arabesco di metamorfosi multicolori che scaturiscono l’una dall’altra come nel disegno di un ‘tappeto soriano’ “, come scrive Calvino,  e gustarne la  costruzione letteraria, una delle più vive e argute e del secolo, bisognerebbe leggerlo nella lingua originale,  quella napoletana del Seicento. Un’impresa non facile, tanto che esistono varie edizioni dell’opera che propongono traduzioni con vari esiti (più o meno fedeli nei contenuti e nello stile all’originale)  e soluzioni diverse (in sola traduzione, con  testo originale a fronte, con testi originali in appendice ecc.).
È accessibile on line una copia digitale della prima edizione del 1634-6, edita nel 1891 da Benedetto Croce, che ne curerà nel 1925 la traduzione italiana col titolo Il Pentamerone, ossia La Fiaba delle Fiabe.

Nel film Il racconto dei racconti, attualmente in programmazione nelle sale cinematografiche, il regista Matteo Garrone sceglie tre fiabe (La pulce, La cerva, La vecchia scorticata) - sarebbe forse meglio dire tre storie in quanto la fiaba non era stata ancora fissata in un genere letterario specifico quando Basile scrive Pentamerone – che intreccia e rielabora creando un racconto per immagini di grande impatto visivo e narrativo. Il film, per il taglio del racconto, il ritmo dell’azione, gli sfondi,  i costumi e la musica,  colpisce l’occhio della fantasia e riesce a stupire e meravigliare lo spettatore, dando nuovo senso, attraverso le suggestioni del fantastico e dell’horror, e i mezzi espressivi del linguaggio cinematografico, al meraviglioso e all’ onirico  della prosa narrativa di Basile. Il finale, sospeso tra cielo e terra, tra realtà e sogno, completa la magia dell’insieme e, al contempo,  rimanda alla situazione ritualizzata che è alla base della scrittura di Basile: la dimensione cortigiana nella quale il racconto orale si inserisce in un contesto ludico e di intrattenimento, composito e dinamico, fatto di musica, danze, recitazione e gioco.  Un film, in breve, che merita decisamente di essere visto. 

Il rapporto tra letteratura e cinema ha prodotto, come nel caso del film di Garrone e anche grazie alla bravura degli interpreti,  esiti straordinari. Nonostante ciò,  non va dimenticato che la scrittura letteraria e il cinema sono due forme di espressione artistica intrinsecamente diverse. Il film è una narrazione per immagini che fissa su una pellicola un immaginario che diventa di tutti; il testo letterario affida al singolo lettore, attraverso le frasi e le parole, la costruzione di un immaginario che è possibile  elaborare liberamente in ogni momento. 
Di questa diversità è importante rendere consapevoli gli studenti, accompagnando, per esempio, la visione del film in questione con un assaggio dell’opera, tramite  la lettura dei soli tre racconti cui il film si ispira. Ne potrebbe  seguire un riflessione condivisa, nell’ambito di un laboratorio di lettura, su analogie e differenze, nella ricezione dei racconti e nella rappresentazione di personaggi,  situazioni e contesti nell’immaginario individuale. 
Sarebbe infine auspicabile l’emergere nei giovani lettori di una curiosità che induca alla lettura di pagine più numerose dell’opera di Basile, per comprenderne più a fondo la modernità e  verificare se e quanto sia possibile rintracciare in essa la radice del fantasy moderno, in particolare negli elementi del soprannaturale, nella capacità immaginativa e nella presenza di metafore, come fa Calvino nel saggio intitolato La mappa delle metafore, posto in apertura dell’edizione del 1974.  

 

Consigli di lettura



Basile Giambattista, La pulce, la cerva e la vecchia scorticata. Tre fiabe da Lo cunto de li cunti , Donzelli, Milano, 2015, edizione che accoglie in appendice anche il testo di Basile  in napoletano.

Basile Giambattista,  Lo cunto de li cunti ovvero lo trattenimento de'peccerille, a cura di C. Stromboli, 2 voll., Salerno Editrice, Roma,  2013.

Basile Giambattista,  Il racconto dei racconti ovvero Il trattenimento dei piccoli, traduzione in italiano di R. Guarini,  Adelphi , Milano, 2010.

Basile Giambattista,  Lo cunto de li cunti, testo napoletano del 1634 -1636, traduzione a fronte e note storiche a cura di M. Rak, Garzanti, Milano, 1986 (con varie ristampe fino al 2007).

 

Immagini


Dall'alto verso il basso: Frontespizio dell'edizione napoletana del Pentamerone  del 1674, da Minerva Auctionis; un'illustrazione della raccolta ad opera di Franz von Bayros (1866 – 1924);  da wikipedia; dal frontespizio dell'edizione bolognese del Pentamerone  del 1742; da Le figure dei libri
 

Vedi su insegnare la recensione del film di Isa Iori

Di che cosa parliamo

 

(ri)dare forza a parole già dette. La narrativa italiana e straniera cui riferirsi per parlare di scuola è affollata di esempi tuttora letti  rispetto ad altri a torto dimenticati. Lo spazio della mia I/stanza non vuole essere una retrospettiva e neppure una trincea nostalgica, ma intendo parlare di scuola e di educazione attraverso la (ri)lettura di pagine (di letteratura e non) a partire dalle riflessioni o dalle emozioni già “fissate” in un testo, per cercarvi corrispondenze, risposte, stimoli, suggestioni e altro ancora rispetto agli interrogativi sull’educazione e la società di oggi. Pagine godibili, ancora capaci di generare un rapporto empatico con il lettore, ora come semplici elementi di “cornice”, ora perché essenziali allo sviluppo di una narrazione.

L'autrice


Come insegnante nei licei, si è occupata di didattica del latino e dell’italiano. In molte attività di formazione ha collaborato a lungo con Università, Istituti  di ricerca, Associazioni di insegnanti, scuole e reti di scuole. Ha svolto attività di  ricerca presso l’INVALSI coordinando progetti in ambito nazionale e internazionale sulla valutazione degli apprendimenti e sulle competenza di lettura e scrittura.  È autrice di numerosi articoli e saggi su riviste specializzate;  di monografie, di testi scolastici e di ricerca didattica nell’editoria diffusa; di rapporti di ricerca.