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di Marco Guastavignasopravvivere al 2.0

25/02/2021

La fiaba del futuro

Il video che proponiamo e commentiamo è in circolazione ormai da qualche giorno.

 

Il capitalismo di sorveglianza passa all'incasso: la scuola e l'università lo hanno utilizzato e lo stanno utilizzando come canale privilegiato nella situazione di emergenza che ha reso necessarie diverse forme di distanziamento delle pratiche didattiche ed è quindi giunta l'ora di riscuotere consenso presso l'opinione pubblica.

O - meglio - di dichiarare la propria egemonia cognitiva, culturale e antropologica. Un neo-requerimiento nei confronti dell'istruzione pubblica, senza se e senza ma.

La vicenda è trattata secondo le più efficaci tecniche manipolative dello storytelling: l'istruzione pubblica entra in crisi; chi comanda inoltra una richiesta d'aiuto; interviene prontamente l'eroico Google, che mette a disposizione tutte le sue magiche risorse; dopo una piccola e necessaria fase di assestamento, la situazione si rasserena e studenti, insegnanti e autorità apicali possono vivere felici e innovativi.

Il lieto fine, del resto, è svelato dalle parole del (già) ministro della Repubblica, Lucia Azzolina, lussuoso testimonial dello spot di Alphabet: «Tutte le famiglie, gli insegnanti, gli studenti sanno che cos'è la didattica digitale integrata. Penso si siano fatti grossi passi avanti. Quindi la scuola italiana post-coronavirus sarà una scuola arricchita. La didattica digitale in classe si potrà fare. Si dovrà parlare la lingua del ventunesimo secolo, che è quella che ormai i nostri studenti e le nostre studentesse ci chiedono».

Una grande opportunità, insomma, da cui usciamo avvolti dalla lingua del futuro: parole-ombrello, significanti-quasi-vuoti assolutizzati ("la" didattica digitale integrata, "la" didattica digitale) a cui ciascuno può associare i contenuti che più gli si confanno.  
Sullo sfondo, l'universalismo tecnocratico di GAFAM, che scolpisce definitivamente le proprie modalità operative e il proprio tessuto concettuale nell'immaginario della comunicazione e della cittadinanza.

Di che cosa parliamo

La rubrica vuole essere presidio del senso critico, contrastare i diversi elementi della deriva demagogica dell’innovazione tecnologica: pensiero pedagogico unico, marketing concettuale, darwinismo digitale.

L'autore

Insegnante di Scuola secondaria di secondo grado e formatore, si occupa da quasi trent’anni di “nuove” tecnologie e rappresentazioni grafiche della conoscenza. Traccia la sua attività intellettuale in www.noiosito.it.




Fogarolo Flavio, Guastavigna Marco,  Insegnare e imparare con le mappe. Strategie logico-visive per l'organizzazione delle conoscenze, Centro Studi Erickson, 2013

Il volume - dedicato all'uso didattico e educativo delle mappe come strumento in grado di sostenere l'apprendimento attraverso l'organizzazione visiva, logica e funzionale delle proprie conoscenze analizza e confronta i tipi di rappresentazione grafica più efficaci, ciascuno con un diverso modello logico-visivo e con uno scopo cognitivo differente. Nel volume si forniscono inoltre indicazioni operative per migliorare l'efficacia delle mappe come strumento compensativo per gli alunni con difficoltà di apprendimento o inadeguato metodo di studio, nonché per ridurre i rischi sottesi al loro utilizzo come facilitatori (mappe fornite già pronte): banalizzazione dei contenuti, apprendimento meccanico, atteggiamento passivo da parte dello studente.