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di Marco Guastavignasopravvivere al 2.0

04/10/2022

Istruzioni per l'innovazione

Ancora una volta siamo entrati in possesso di un documento riservato, che ci affrettiamo a divulgare ai nostri lettori. Considerato il contenuto, presumiamo che la provvida fuga di notizie provenga dalla Conferenza dei Rettori universitari o da un’analoga istanza istituzionale.

Ecco il preziosissimo testo:

Oggetto: Come indurre sudditanza digitale

Premesso che compito comune è la modernizzazione conservatrice, da perseguire nell’ambito dell’astensione accademica, praticando l’esternalizzazione preventiva e l’empowerment deresponsabilizzante, suggeriamo le seguenti linee guida per l’attuazione di percorsi didattici in cui siano coinvolti a qualsiasi titolo dispositivi digitali:

1) assegnare l’intera gestione a una apposita struttura separata, fortemente gerarchizzata e volutamente e voluttuosamente autoreferente, che suggeriamo di denominare “Sistemi informativi”, formulazione solida dal punto di vista ontologico e sotto il profilo epistemico;

2) utilizzare tutti i servizi dei grandi player del capitalismo cibernetico, meglio se profilanti e a pagamento, almeno parziale, travestendo a tal uopo indirizzi di posta e altri indicatori di identità e relazioni accademiche;

3) assumere, diffondere, valorizzare e pretendere un punto di vista assolutamente tecnocratico, che assegni in modo univoco ed esplicito ai dispositivi il ruolo di risolutori universali di problemi che ad essi si devono invece adattare;

4) delegare ai sistemi informativi le scelte relative al tipo di device e al loro equipaggiamento  – ovviamente privilegiando i brand più commercializzati e il software proprietario da ufficio – nonché alle infrastrutture di connessione e alle modalità di accesso degli utenti;

5) delegare ai sistemi informativi anche il compito di valutare la congruenza dei problemi posti dagli utenti, qualificando come leciti e ammissibili solo quelli a cui le strutture pre-organizzate possono dare risposta, scartando e qualificando invece come arbitrario capriccio ciò che non trova riscontro nell’approccio neo-tolemaico alla centralità delle gerarchie operative e funzionali istituite;

6) assegnare a ciascun utente credenziali individuali: per il personale, utili per l’accesso ai dispositivi di proprietà dell’ateneo e al Wi-fi; per gli studenti et similia solo per la seconda funzione e – of course! - con dispositivi propri;

7) inibire al personale docente qualsiasi installazione di software diversa da quello predefinito per tutte e tutti, vincolandolo a rivolgersi semmai ad emissari accreditati dei “Sistemi informativi”, che avranno un ruolo valutativo assoluto e indiscutibile sulla concessione del privilegio, nonché tempistiche di risposta a loro piena discrezione;

8) programmare periodiche intimazioni al cambiamento della password, in modo da instillare negli utenti l’abitudine all’iper-securizzazione e alla plus-valorizzazione dei servizi ricevuti e dei dati prodotti;

9) prevedere la scadenza annuale delle credenziali del personale precario, in modo che – dato il costante incrocio con lo strutturale ritardo della sottoscrizione e del rinnovo dei contratti – sia opportunamente incrementato il senso di incertezza e di provvisorietà di questa riserva di lavoro intellettuale marginalizzato;

10) in sede di marketing concettuale e mediatico, descrivere queste condizioni come finalizzate alla cittadinanza digitale e alla diffusione di un uso critico e consapevole delle tecnologie innovative.

 

Concetti Contrastivi

Descrivere le tecnologie digitali come prodotti sociali e svelarne le ambiguità in modo emancipato e con scopo emancipante è dovere politico-culturale di una critica radicale della "platform society", capace di decostruire mediante cortocircuti concettuali l'inganno tecno-liberista della "società della conoscenza sorvegliata".

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Di che cosa parliamo

La rubrica vuole essere presidio del senso critico, contrastare i diversi elementi della deriva demagogica dell’innovazione tecnologica: pensiero pedagogico unico, marketing concettuale, darwinismo digitale.

L'autore

Insegnante di Scuola secondaria di secondo grado e formatore, si occupa da quasi trent’anni di “nuove” tecnologie e rappresentazioni grafiche della conoscenza. Traccia la sua attività intellettuale in www.noiosito.it.




Fogarolo Flavio, Guastavigna Marco,  Insegnare e imparare con le mappe. Strategie logico-visive per l'organizzazione delle conoscenze, Centro Studi Erickson, 2013

Il volume - dedicato all'uso didattico e educativo delle mappe come strumento in grado di sostenere l'apprendimento attraverso l'organizzazione visiva, logica e funzionale delle proprie conoscenze analizza e confronta i tipi di rappresentazione grafica più efficaci, ciascuno con un diverso modello logico-visivo e con uno scopo cognitivo differente. Nel volume si forniscono inoltre indicazioni operative per migliorare l'efficacia delle mappe come strumento compensativo per gli alunni con difficoltà di apprendimento o inadeguato metodo di studio, nonché per ridurre i rischi sottesi al loro utilizzo come facilitatori (mappe fornite già pronte): banalizzazione dei contenuti, apprendimento meccanico, atteggiamento passivo da parte dello studente.