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di Marco Guastavignasopravvivere al 2.0

07/06/2021

Lessico e nuvole, intese come "cloud"

Ci risiamo.

Quale che ne sia la forma, l’avvicinamento all’Esame di Stato – la cui denominazione risale al 1997 – fa riscoprire, non solo all’opinione pubblica e ai media, ma anche a rilevanti quote degli addetti ai lavori, lo spirito bigotto e paternalista della  “maturità” .

Così come molti continuano a sussumere le scuole secondarie di secondo grado nelle “superiori”, quasi a riaffermare la vera vocazione del percorso formativo e la piena autorevolezza della professione docente.

Accanto a questa (per me) insopportabile forma di conservatorismo – forse nostalgico, certo autoreferenziale –, si colloca l’ancora più pericoloso “innovativismo”, ovvero il lessico pseudo-competente a proposito del “digitale”.

Mi riferisco all’uso di espressioni come “un powerpoint”, “un padlet”, “postare” e così via.

Si tratta infatti di una forma di comunicazione che, oltre a configurarsi come sintomo di un giovanilismo spesso imbarazzante e ingiustificato, testimonia l’ingabbiamento – culturale, prima ancora che professionale – in una forma mentis pienamente adattata e in un approccio adattivo, con atteggiamenti e agenda totalmente subordinati al pensiero e alle proposte mainstream .

L’adozione disinvoltamente acritica –  anzi, quasi esibita – di formulazioni come queste,  ovvero di parole-ombrello, di significanti-quasi-vuoti , configura infatti l’abdicazione alla pratica in prima persona del pensiero analitico, alla capacità e alla volontà di assegnare senso e significato a obiettivi definiti e concepiti in funzioni di contesti precisi, a favore di una visione ingenua, olisticamente fiduciosa nella valenza progressiva dei dispositivi digitali in quanto tali.

E ha come conseguenza la rinuncia a comprendere che ci rapportiamo non con semplici strumenti, ma con congegni articolati e complessi, concepiti per supportare – e per ciò stesso condizionare – selezione, progettazione, attuazione, organizzazione monitoraggio, tracciamento e valutazione di molte tra le attività complesse in cui consistono il lavoro, la conoscenza, l’intrattenimento, le relazioni interpersonali e così via.



 

Sarebbero invece necessari processi di semantizzazione lucida : consapevoli, attenti, curati e condivisi.

Non solo per discutere tra noi in modo davvero utile sull’efficacia effettiva di “diapositive digitali”, “bacheche” e “pubblicazione di messaggi”, ma anche per andare oltre la superficie abbacinante e indagare le parti buie, sapientemente nascoste, ovvero la natura estrattiva, la vocazione alla produzione di valore e l’intenzione capitalistica delle piattaforme che con l’emergenza sono entrate nella quotidianità dell’agire didattico.

Di che cosa parliamo

La rubrica vuole essere presidio del senso critico, contrastare i diversi elementi della deriva demagogica dell’innovazione tecnologica: pensiero pedagogico unico, marketing concettuale, darwinismo digitale.

L'autore

Insegnante di Scuola secondaria di secondo grado e formatore, si occupa da quasi trent’anni di “nuove” tecnologie e rappresentazioni grafiche della conoscenza. Traccia la sua attività intellettuale in www.noiosito.it.




Fogarolo Flavio, Guastavigna Marco,  Insegnare e imparare con le mappe. Strategie logico-visive per l'organizzazione delle conoscenze, Centro Studi Erickson, 2013

Il volume - dedicato all'uso didattico e educativo delle mappe come strumento in grado di sostenere l'apprendimento attraverso l'organizzazione visiva, logica e funzionale delle proprie conoscenze analizza e confronta i tipi di rappresentazione grafica più efficaci, ciascuno con un diverso modello logico-visivo e con uno scopo cognitivo differente. Nel volume si forniscono inoltre indicazioni operative per migliorare l'efficacia delle mappe come strumento compensativo per gli alunni con difficoltà di apprendimento o inadeguato metodo di studio, nonché per ridurre i rischi sottesi al loro utilizzo come facilitatori (mappe fornite già pronte): banalizzazione dei contenuti, apprendimento meccanico, atteggiamento passivo da parte dello studente.