E se domattina io trovassi a scuola, accanto al portone, appena coperto dalla folla di studenti e zaini, cuffiette e smartphone, un cartello con su scritto: DA OGGI E’ VIETATO LEGGERE. E se questo cartello fosse poi riprodotto su ogni aula e poi sulle porte dei laboratori e accidenti anche su quella della Biblioteca dell’Istituto che è piccolissima ma con libri amatissimi?
DA OGGI E’ VIETATO LEGGERE. DA OGGI E’ VIETATO LEGGERE.
Vietato vietatissimo leggere libri, romanzi o saggi, poesie antiche e moderne, e racconti e pagine di storia. Anche atlanti, libri di scienze, favole per bambini. Tutto spudoratamente inutile.
Ecco. Cosa potrebbe accadere con un simile divieto?
Potrebbe accadere quello che non succede nemmeno nel più bello dei miei sogni. A tutti verrebbe voglia di leggere libri, di salvarli, di strapparli dall’incuria, di impararli a memoria, di farseli leggere dagli adulti, di farseli raccontare, di passarseli l’un l’altro, sottobanco, magari, anzi, certo.
La Storia è piena di libri proibiti, di libri vietati che invece hanno cambiato il sistema solare ( è andata proprio così al libro di Keplero), di libri che nessuno voleva più e invece.
In fondo, non è la perdita la misura dell’amore? Quante volte è capitato di comprendere quello che ci stava a cuore proprio nell’istante in cui non era più nostro e niente e nessuno avrebbe potuto restituircelo?
Ogni tanto riporto ai miei studenti una domanda con cui in molti si sono interrogati: E se davvero fosse andata come Hitler aveva ordinato di fare? Se davvero fossero state distrutte tutte le copie della Bibbia?
Nessuno di loro, credo di capire dai loro sguardi, legge la Bibbia, ma tutti, quando porgo questo interrogativo, hanno il terrore degli occhi. Spesso la perdita è la misura dell’amore.
Vale anche per il libro, che è quella cosa che dobbiamo sapere che c’è anche se non lo apriamo. Persino chi non legge sa che il divieto di lettura è quanto di peggio possa capitare all’umanità. Certo, magari all’inizio no, nessuno ci farebbe troppo caso, un libro in meno, dieci libri in meno, cinquecento libri in meno. Cosa vuoi che siano? Si sta bene anche senza. Ma poi…
Intanto la settimana prossima in tutte le scuole d’Italia parte: Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole.
Quel cartello era solo un pensiero cattivo di un incubo ancora più cattivo.