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di Marilena Lucentewi fi zone

25/10/2015

Libriamoci...

E  se domattina io trovassi a scuola, accanto al portone, appena coperto dalla folla di studenti e zaini, cuffiette e smartphone,  un cartello con su scritto: DA OGGI E’ VIETATO LEGGERE. E se questo cartello fosse poi riprodotto su ogni aula e poi sulle porte dei laboratori e accidenti anche su quella della Biblioteca dell’Istituto che è piccolissima ma con libri amatissimi? 

DA OGGI E’ VIETATO LEGGERE.        DA OGGI E’ VIETATO LEGGERE.

Vietato vietatissimo leggere libri, romanzi o saggi, poesie antiche e moderne, e racconti e pagine di storia. Anche atlanti, libri di scienze, favole per bambini. Tutto spudoratamente inutile.

Ecco. Cosa potrebbe accadere con un simile divieto? 

Potrebbe accadere quello che non succede nemmeno nel più bello dei miei sogni. A tutti verrebbe voglia di leggere libri, di salvarli, di strapparli dall’incuria, di impararli a memoria, di farseli leggere dagli adulti, di farseli raccontare, di passarseli l’un l’altro, sottobanco, magari, anzi, certo. 

La Storia è piena di libri proibiti, di libri vietati che invece hanno cambiato il sistema solare ( è andata proprio così al libro di Keplero), di libri che nessuno voleva più e invece.

In fondo, non è la perdita la misura dell’amore? Quante volte è capitato di comprendere quello che ci stava a cuore proprio nell’istante in cui non era più nostro e niente e nessuno avrebbe potuto restituircelo?

Ogni tanto riporto ai miei studenti una domanda con cui in molti si sono interrogati: E se davvero fosse andata come Hitler aveva ordinato di fare? Se davvero fossero state distrutte tutte le copie della Bibbia?

Nessuno di loro, credo di capire dai loro sguardi, legge la Bibbia, ma tutti, quando porgo questo interrogativo, hanno il terrore degli occhi. Spesso la perdita è la misura dell’amore.

Vale anche per il libro, che è quella cosa che dobbiamo sapere che c’è anche se non lo apriamo. Persino chi non legge sa che il divieto di lettura è quanto di peggio possa capitare all’umanità. Certo, magari all’inizio no, nessuno ci farebbe troppo caso, un libro in meno, dieci libri in meno, cinquecento libri in meno. Cosa vuoi che siano? Si sta bene anche senza. Ma poi…

Intanto la settimana prossima in tutte le scuole d’Italia parte: Libriamoci. Giornate di lettura nelle scuole.

Quel cartello era solo un pensiero cattivo di un incubo ancora più cattivo.  

Di che cosa parliamo

Perché nella rete ci siamo finiti tutti. E sembra che per adesso non abbiamo nessuna voglia di venirne fuori, anzi  sappiamo che “Google è un amico che non ti abbandona mai”, dunque nemmeno in classe. Dal piccolissimo schermo dei cellulari alla Lavagna Interattiva Multimediale, che è già comparsa in qualche aula, passando per i tablet e i registri elettronici dei prof: noi siamo continuamente connessi e il mondo è a portata di touch. Come cambiano, se cambiano, i verbi “insegnare” e “imparare” con la disponibilità delle reti wi fi anche a scuola. Cronache, idee, esperienze da condividere.

L'autrice

Marilena Lucente insegna materie letterarie a Caserta. Ha incominciato raccontando la scuola nel libro Scritto sui banchi (2005, Edizioni Cargo, Napoli) e continua a farlo con articoli di cronaca, testi narrativi e saggi di pedagogia. Di recente ha realizzato un audio documentario per Rai Radio Tre, per la rubrica Fahrescuola (2013).

 

 

è in libreria il nuovo romanzo di

Marilena Lucente
Le giocatrici
Lotto. Slot machine. Bingo

Edizioni Spartaco,  2014

 

Novanta miliardi spesi ogni anno per il gioco d’azzardo, un intero Paese invaso da slot machine, sale bingo e centri scommesse, il numero dei malati di ludopatia che aumenta di giorno in giorno: ma quanto giocano le donne? E soprattutto come, dove, perché? Il libro "Le giocatrici" di Marilena Lucente (Edizioni Spartaco) racconta il fenomeno del gioco declinato al femminile e il modo in cui stravolge le esistenze delle giocatrici e di chi sta loro accanto. (da La Feltrinelli)

Raccontate con una scrittura sempre più matura tre storie di donne complicate e di uomini sbagliati. Teresa, figlia persa alle carte e moglie di un giocatore che non può far altro che vincere fino a perdersi; Anna, vittima della coazione del giorco e delle sue fragilità e le altre, maschere tragiche attorno al tavolo del Bingo. Tra sfida e autopunizione, protagoniste  e comprimari inseguono un riscatto forse improbabile o forse affidato all'alea, benevola alleata o cieca nemica di ogni giocatore (m.a.).