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Una bella notizia

ll premio dell'Accademia di Oslo alla giovane pachistana e l'attivista indiano che lottano per i diritti dei minori. "Si sono battuti contro l'oppressione dei bambini e per il diritto allo studio": leggi la notizia
A Malala Yousafzay insegnare aveva a suo tempo dedicato una recensione di Rosanna Angelelli, che abbiamo da poco ricordato perché è stata la più letta e apprezzata dai nostri lettori.
Così si concludeva l'articolo:

Malala “canta” la sua protesta, la scrive e la recita, sulla scia del dire teatralizzato più sentito della sua gente; il velo bianco di Benazir le avvolge morbido e benefico la testa da invalida scampata alla morte; la sua “femminilità” si è soggettivata attraverso la lente di ingrandimento della fatica della mamma: una donna analfabeta, piena di fervore religioso, ma anche di desiderio di “città”, di timida (ma non per questo meno intensa) condivisione degli intenti della figlia. Pensate, il giorno dell’attentato, questa mamma si era recata a scuola per il suo “primo giorno di scuola”.

E come commenta giustamente Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children, nel Conunicato stampa dell'associazione “Questo è un giorno storico per i diritti dei bambini. Di quei bambini che stanno vivendo fra le guerre, soffrendo attacchi alle loro scuole e vedendo negato il diritto all’istruzione. Il Nobel dato a Malala rappresenta la voce di milioni di bambini che vogliono andare a scuola. Parliamo di almeno 50 milioni di bambine e bambini che non hanno accesso all’educazione perchè vivono in paesi in conflitto, o che diventano bersagli nelle scuole che vengono attaccate – almeno 3.600 nel 2012” 

 

 

 

 

 

 

 

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