di Luigi Tremoloso
Pubblichiamo il primo paragrafo del lavoro di analisi e commento dei dati emersi dall'indagine del
Cidi-Torino. 2020
Fine e inizio di un anno scolastico. Verso quale idea di scuola e del lavoro docente
Lo stress-test della scuola
Quando qualcosa si può fare anche a casa vuol dire che sta diventando socialmente irrilevante. Il tempo che vi si dedica perde valore e con esso la persona. Lo sanno bene le donne, che sono sempre state considerate senza valore, senza riconoscimento di alcun tipo. Il tempo e quindi il lavoro per la cura dei figli e per le attività domestiche sono sempre valsi meno di zero. Le donne hanno acquistato storicamente il loro ruolo politico e sociale nel momento in cui sono uscite di casa e hanno raggiunto i propri posti di lavoro come gli uomini. Il tempo da quel momento è stato misurato in minuti anche per loro.
Il tempo dedicato al lavoro è stato fino a non molti anni fa preziosissimo. Chi ripercorresse le cronache politico-sindacali di questo Paese riferite a non più tardi di un decennio fa scoprirebbe ad esempio che si è dibattuto anche aspramente tra industriali e operai sul tempo dedicato alla mensa e ai bisogni fisiologici. Nella fattispecie, i contratti dei metalmeccanici per la Fiat a Melfi e per l’Alfa Romeo a Bagnoli. E il tema è ancora vivo adesso per chi si occupa di consegne, sia che lavori nel food delivery sia che trasporti merce. Solo che il tempo è caricato su di loro. Sulle loro spalle.
Il meccanismo economico-politico contemporaneo, che amministra la vita e il tempo delle persone, è infatti onnivoro e vorace e divora il tempo di chi è subalterno. Tutto e tutti devono andare sempre più in fretta, allo spasimo, fino all’usura. L’ideale è trasformare qualsiasi lavoratore, in qualsiasi luogo, in imprenditore di se stesso, ingranaggio di un meccanismo che deve produrre profitto senza tregua e sosta. Ciò per altro non viene nascosto: viene anzi rivendicato in qualsiasi occasione. Questa è la cornice economico-politica che inquadra le vite di oggi e quelle future.
Essere padroni del tempo significa essere padroni delle vite. Questo, detto in estrema sintesi, potrebbe essere il senso di ciò che viene definito neoliberismo; laddove il padrone non ha nome o faccia, ma viene chiamato neutramente: mercato. È la logica del “mercato autoregolato”, signori.
Poco importa se la vita degli esseri umani non è più in accordo con i tempi della vita sul e del pianeta. Il mercato autoregolato, come una divinità onnipotente, è oltre. Punta già verso Marte.
C’è un termine che sempre più frequentemente viene utilizzato in campo economico-finanziario: stress-test. Letteralmente si potrebbe intendere come “arrivare al limite di rottura”, studiare il limite in condizioni di difficoltà. È un termine che dobbiamo imparare, perché riguarderà sempre più da vicino le nostre vite.
È certo che la pandemia, da qualche parte, è già studiata come un enorme stress-test. Il lavoro a casa, il tempo a carico di chi lavora sono già stati considerati come futuro scenario La sirena del lavoratore autonomo, dell’imprenditore di se stesso già si sente aleggiare molto da vicino.
Anche la scuola viene guardata sotto questa luce, c’è da starne certi. Perché la scuola più di tutto contraddice il concetto del tempo, non solo per chi ci lavora - che potrebbe farlo da casa, e le donne più di tutti dovrebbero stare attente -, ma anche per chi apprende. Così come è attualmente strutturata infatti, la scuola non va affatto veloce. La crescita, la conoscenza profonda hanno bisogno di tempi distesi e lunghi (oltre che di condivisione).
Ma se l’apprendimento venisse trasferito su ciascuno, se ci si convincesse che occorre spingere sempre più precocemente verso il self teaching, l’autoapprendimento.…
Le tecnologie durante lo stress-test si sono fatte trovare con molta facilità a disposizione per sperimentare anche questo. Raccogliendo i dati per capire. Come dice Naomi Klein: “Il futuro che prende corpo considera le nostre settimane di isolamento … un laboratorio permanente e altamente redditizio di un futuro senza contatto fisico”[1] .
Qualche riflessione, in questo discorso, è da riferire al ruolo della politica. Che è per molti versi di adesione convinta a quella logica e/o di connivenza. Quando non è tale, si configura solo una colpevole assenza, una cecità, un inutile blaterare sul nulla.
Queste poche righe sono messe a premessa della restituzione del questionario non per caso. Perché non possiamo analizzare quello su cui si dibatte senza definire una cornice che ci permetta di interpretarlo. E la cornice è l’orizzonte ideologico che ci ingloba, volenti o nolenti, consapevoli o meno.