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19/03/2024

INDICAZIONI NAZIONALI - Una bussola per la scuola

di redazione

Indicazioni Nazionali

Una bussola per la scuola

Sulle tracce del pensiero di Giancarlo Cerini

Seminario nazionale Forlì 19/4/2024

 

Le Indicazioni Nazionli per il primo ciclo hanno compiuto e superato i 10 anni di vita; ci chiediamo, quindi: che cosa hanno dato alla qualità dell’istruzione di base? Quali criticità vanno riconosciute e risolte?

Esse presuppongono un'idea di scuola generatrice di cittadinanza consapevole, fondata su un sistema di relazioni tra persone e saperi che si evolve nel tempo e che si specifica, attraverso il dispositivo del "curricolo", nelle singole scuole e nelle realtà territoriali varigate da cui è composto il quadro nazionale. In questa flessibilità, tuttavia, le Indicazioni sono garanti di una dimensione culturale degli apprendenti che sia riconoscibile da Cuneo ad Agrigento.
In questo sistema culturale, il sapere non è consegnato da un esperto, il docente, ad un minore, ma chi apprende deve essere messo in condizioni di costruire la conoscenza, e il modo della conoscenza. Da qui, l’insistenza sul concetto di laboratorio, di didattiche attive, che nelle indicazioni ricorrono spesso. In questo, le Indicazioni sono realmente “inclusive”, giacchè se la classe, e la scuola stessa, è una comunità di pratiche, tutti possono sperimentare e sperimentarsi, rendersi conto, partecipare.

La scuola delle Indicazioni prepara alunne e alunni a stare in una società complessa, caratterizzata da questioni di rilevanza locale che producono effetti su scala globale, la cui lettura è resa possibile dagli strumenti della cultura scolastica che si sviluppa nella progressività degli anni: le questioni ecologiche, il multiculturalismo, l’evoluzione delle relazioni e dello stesso sapere con l’evoluzione della tecnologia. Un "sapere stare al mondo", dunque; una dimensione in grado di tenere insieme l’integrità culturale e cognitiva dell’individuo in apprendimento e, al tempo stesso, dargli gli strumenti per liberare le sue potenzialità cognitive e di scelta nel successivo percorso di apprendimento. Questo orizzonte di uscita implica una concezione del sapere scolastico in quanto organismo che vive di una continua relazione interlocutoria con gli epistemi delle discipline, con il sapere non formale, nelle dinamiche di apprendimento comunitario che la scuola realizza.  
Per realizzare questo processo, dai tre anni fino ai 14, è indispensabile costruire un sistema didattico adeguato, cioè centrato sull’azione cognitiva, e non sulla ricezione; sulla negoziazione, e non sulla linearità, sulla cooperazione e non sulla competizione, sulla creatività e non sulla ripetizione. 
L'insegnante a cui le indicazioni fanno da guida, e che contribuiscono a formare, è un professionista riflessivo, in ricerca. 

La forza trasformativa del documento è ancora vitale per la scuola italiana; per riesaminarne le dimensioni, ricollocandole nella realtà contemporanea, per ridefinire la professionalità docente nei contesti scolastici attuali, il C.I.D.I. propone il seminario nazionale a Forlì, nel quale ci si rivolgerà alle Indicazionni nel solco del pensiero e dell'azione culturale disseminatrice di Giancarlo Cerini

 

Le Indicazioni Nazionali su insegnare

Riportiamo qui di seguito qualche contributo tra quelli che sono stati pubblicati in rivista sulle Indicazioni. 

Sulla iniziale fase di accompagnamento formativo alle Indicazioni: E. Morello, "Che fare con le Indicazioni?" 21/10/2013
Sull'ipotesi di revisione: M. Ambel, "Tre proposte da non raccogliere", 1/3/2017
Sull'eredità pedagogica delle Indicazioni: A. Caruso, "La praxis educativa", 25/2/2023
Sull'attualità dell'impianto didattico richiesto dalle Indicazioni: S. Fasoli, "Le Indicazioni Nazionali del 2012: uno strumento di lavoro e di ricerca più che mai attuale", 22/1/2024

 

 La locandina con il link per iscriversi e partecipare è scaricabile al link qui sotto. 

 

Allegati