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09/08/2017

Adriano Pennacini, "Discorsi eloquenti da Ulisse ad Obama e oltre"

di Maurizio Ceccon

Come già il titolo lascia presagire, questa è una raccolta commentata di discorsi che copre un arco cronologico di più di duemila anni. Si va dal discorso di Odisseo a Nausicaa, contenuto nel sesto libro dell’Odissea di Omero (fine VIII sec. a. C.), all’omelia tenuta da Papa Francesco in occasione della messa del 27 marzo 2014, celebrata per i parlamentari italiani: tra questi due estremi, si colloca un’ampia e diversificata scelta di testi d’autore, che dall’antichità classica di Sofocle, Tucidide, Lisia, Cicerone, Cesare e Virgilio, passando per il Medioevo di Alcuino di York, Carlo Magno, Dante e Boccaccio e la modernità rappresentata da Machiavelli, Napoleone, Foscolo, Cavour, Garibaldi, Lenin, giunge fino all’attualità più recente, quella di Berlusconi, Benedetto XVI, Renzi e Grillo. Scopo di questa grande panoramica è dimostrare e documentare “la persistenza della retorica in quanto pratica e tecnica della comunicazione persuasiva” (Premessa, pag I): essa, come già aveva osservato Roland Barthes, significativamente citato dall’Autore, ha visto nascere e morire civiltà, imperi, sistemi ideologici e religiosi rimanendo “immutabile, impassibile e come immortale.” La ragione è semplice: la retorica è “immortale” perché “immortale” è l’esigenza umana di comunicare, che a sua volta è manifestazione di quella socialità già individuata da Aristotele come caratteristica essenziale dell’uomo. 

Il principale merito da riconoscere all’Autore, per anni Docente di Storia della Retorica Classica presso l’Università di Torino, è proprio l’ampia scelta e la grande varietà dei testi proposti alla lettura e alla riflessione. Nel nome della perenne attualità della retorica, antichità e modernità sono chiamate a rispecchiarsi e riconoscersi l’una nell’altra, in una prospettiva in cui non solo l’Antico è chiave di lettura fondamentale per capire il Moderno, ma anche il Moderno diviene molla e stimolo per riesplorare l’Antico, capirlo più a fondo e sentirlo più vicino: si evita così di cadere sia nel rimpianto di un passato ormai dissolto, in cui sarebbero racchiusi tutti i valori di umanità e cultura, sia nell’esaltazione esclusiva di tutto ciò che è “moderno” e “attuale” a scapito di un “antico” ritenuto irreversibilmente superato, come se anche il “contemporaneo” non fosse destinato a perdere di attualità con l’inesorabile trascorrere del tempo.

Il libro presenta, a fronte l’uno rispetto all’altro, il testo d’autore, corredato di traduzione per gli scrittori dell’antichità classica e - più in generale - non italiani, e il commento retorico, sempre puntuale e documentato, ma mai aridamente e sterilmente tecnicistico, perché sistematicamente volto ad illustrare come si atteggi il pensiero dell’autore nella pagina scritta: così i testi antichi, restituiti al loro originario significato e letti per ciò che effettivamente dicevano ai loro primi destinatari, tornano a parlare e a significare genuinamente anche per un lettore moderno.
Ancora importante è il fatto che i saggi di analisi qui raccolti siano “frutto dell’attività seminariale o semplicemente didattica” svolta per decenni dall’Autore prima come professore universitario, poi, “dopo la cessazione del servizio, come docente ospite di alcuni licei classici di Torino e della provincia” (Premessa, p. I): si trovano dunque armonizzati e fusi sia il rigore scientifico del ricercatore, che mira a comprendere in profondità i fenomeni, sia la passione dell’insegnante, che sa di non poter tenere per sé le conoscenze acquisite, ma di doverle comunicare, perché senza comunicazione non c’è scienza. 

Per concludere, ai nostri giorni la retorica è comunemente deprezzata e svalutata: per averne una riprova, basta guardare all’uso comune che oggi si fa dell’aggettivo “retorico”, troppo spesso e fin troppo semplicisticamente impiegato nell’accezione di “enfatico e ampolloso, ma contenutisticamente vuoto”. Questo libro di Pennacini è un’ottima occasione per riscoprire l’autentico e originario valore della retorica, andando al di là dei pregiudizi e degli stereotipi: se proprio questo è il compito di uno studioso di razza, si deve dire che l’Autore lo ha egregiamente assolto.

Adriano Pennacini, Discorsi eloquenti da Ulisse ad Obama e oltre - Seconda edizione riveduta e corretta, Edizioni dell’Orso, 2015, pp. XXX-602, € 50,00.