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23/03/2016

Una amara preoccupazione

di Cooperativa sociale Dedalus

La Prefettura di Sondrio, in una sua circolare suggerisce alcune regole di convivenza e comportamento che i rifugiati e richiedenti asilo devono tenere nella loro relazione con la città che li ospita.(*)
Tra queste, tra le altre, si legge che i migranti devono: evitare di passeggiare per il paese in gruppi numerosi, limitandosi a gruppi ristretti di 4 o 5 persone (i gruppi numerosi, invece, devono essere accompagnati da “personale idoneo”…); evitare la frequentazione di parchi giochi o strutture pubbliche destinate a bambini e famiglie, “ad eccezione di iniziative concordate”.
Come a dire che in quanto immigrati, e solo per questa condizione, se escono in gruppo con facilità diventano branco e per questo devono stare lontano da famiglie e bambini...

Sono parole che fanno male e indignano perché fortemente contaminate da una sorta di razzismo istituzionale. Affermazioni che, inoltre, cadono in un momento drammatico per l'Europa in cui la violenza e lo scontro sembrano sempre più prevalere nei confronti della convivenza e dell'incontro. Dove la follia del terrorismo trova facile terreno nei rancori e nella marginalità di generazioni abbandonate e derise, lasciate ai margini, da modelli economici, politici e sociali che sempre più producono enclavi corporative che tutto separano e allontanano.

Questo è un momento in cui tutti dovrebbero lavorare per l'incontro e la relazione. E in particolare dovrebbe farlo lo Stato che. in tutte le sue derivazioni e soggettività, dovrebbe lavorare  per farsi carico, non solo del dovere di accogliere chi chiede asilo e rifugio, ma anche di farsi carico, mediare e attutire le ansie e le paure che l'arrivo dei tanti che oggi scappano da guerra e da fame produce tra le persone. 

E, invece, come per esempio nei contenuti della circolare della Prefettura di Sondrio, sembra andare in direzione contraria, cioè alimentando e favorendo tali paure con conseguenze incerte e preoccupanti per tutte e tutti noi.

Passi, quando a farlo sono i leader di forze politiche che fanno della paura il primo e principale strumento di consenso elettorale, ma quando ad assecondare rancore  e preoccupazione sono i rappresentanti dello Stato questo significa che si corre il forte rischio di perdere definitivamente il senso sello Stato stesso così come definito nell'articolato della nostra Costituzione.

I fatti drammatici e  ingiustificabili di queste ore a Bruxelles, insieme a quelli di Istambul di qualche giorno orsono, dimostrano come non mai che l'attenzione di tutti, a iniziare dalle istituzioni e dai governi, nazionali e locali, dovrebbe essere quella di pensare, programmare e attivare politiche e azioni tese all'incontro, alla convivenza, al superamento di paure e pregiudizi.

Chi si ostina ad andare in direzione contraria si assume la responsabilità pesantissima di contribuire a un futuro incerto e preoccupante, certamente meno sicuro e democratico di quello che stiamo vivendo.

Per iniziare a ribaltare tale impostazione mi sembra fondamentale il ruolo che può giocare la scuola. Non solo perché unica istituzione pubblica, specie quella del ciclo dell'obbligo, che non può girare la testa dall'altra parte di fronte ai fenomeni e alle contraddizioni sociali, ma soprattutto perché è spesso uno dei pochi luoghi dove la convivenza tra differenze si fa quotidiana e si confronta con la realtà, fuori dagli schiamazzi e superficialità che troppo spesso caratterizzano il dibattito politico  e la narrazione dei media.

Cooperativa sociale Dedalus - Andrea Morniroli

(*) Mentre pubblichiamo questa lettera circola in rete la notizia che la Prefettura di Sondrio, nel rispondere a una richiesta di incontro sui temi dell'accoglienza da parte del responsabile Caritas di Como e del Vescovo della Diocesi di Como e Sondrio, ha diramato una nota nella quale si prendono le distanze dalla circolare in questione: Con l’occasione, si fa presente che la circolare diretta ai gestori delle strutture di accoglienza, oggetto di mero errore materiale, va intesa non prodotta e sarà oggetto di totale revisione nella programmata riunione.
Si tratta di una precisazione importante che conferma le ragioni della preoccupazione espressa nella lettera della Cooperativa Dedalus, nonché la validità dei principi che nella lettera sono affermati.

Credits


L'immagine a lato è tratta da  Proud to Protect Refugees, in  www.stjames-manotick.org