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una recensioneoltre la lavagna

06/10/2022

Calzolaio, "Isole carcere - geografia e storia"

di Giuseppe Buondonno

Un lavoro che ha molti strati, come succede quando si scava in qualcosa che ci appariva naturale, nel senso letterale e nel senso di scontato, che percepivamo quasi solo come un esercizio del campo semantico: isola e isolamento. In realtà, invece, è un libro che gli insegnanti dovrebbero conoscere.

Più strati, dunque: la natura geografica, biologica, antropologica dell’insularità; le radici storico-giuridiche e politiche – assai antiche - dell’isolamento (confino) e del “doppio isolamento” (il carcere sulle isole); la dimensione etico-politica dell’allontanamento e della pena. Infine – ma, per quanto mi riguarda, non certo ultimo motivo d’interesse – il tempo lunghissimo della storia umana. Caratteristica, questa, di tutti i lavori e di molta parte della ricerca di Valerio Calzolaio; in particolare di testi precedenti, come Ecoprofughi (Laterza, 2016) e – a quattro mani con il compianto Telmo Pievani – Libertà di migrare (Einaudi, 2016).

Sì, perché se è vero quanto Pierre Vilar scriveva (nel primo volume della Storia del marxismo, Einaudi) “la storia è l’unica scienza globale e dinamica, dunque è l’unica sintesi possibile di tutte le altre scienze umane”; l’affermazione diventa ancora più vera per ogni approccio ecologico alla storia del genere umano: studiare l’umanità attraverso i suoi impatti sugli ecosistemi, non allunga solo cronologicamente la prospettiva (e già non è poco), ma soprattutto allarga e moltiplica i punti di vista, la strumentazione critica, le intersezioni disciplinari. Non credo di dovermi soffermare su quanto - in un’epoca di crescente ipertrofia del presente, di passivizzante frammentazione dell’attimo, sempre più lontana dalla funzione di rottura soggettiva del continuum che Benjamin affidava al “tempo-ora” - sia necessaria la “lunghissima durata” dei Sapiens e della loro storia. E se questa è una caratteristica, appunto, di tutta la ricerca di Calzolaio; nel caso di Isole carcere, ad esempio, si scava nella storia umana (dall’origine dei Sapiens al Novecento) proprio dalla prospettiva dell’insularità, assolutamente estranea a chi non la viva costantemente, ma spesso inconsapevole anche a chi ne è parte integrante. I luoghi - nel senso geografico, ambientale ed antropologico – cessano di essere semplice scenario e diventano amplificatori della volontà umana, degli indirizzi etico-politici delle scelte; comunque fattori storici degnissimi di uno studio specifico.

Il testo, però, non è solo un saggio; è, in qualche modo, anche una guida – non in senso turistico, certo, ma di studio ulteriore – alle isole (non a tutte, bensì ad una scelta significativa di esse) cui gli uomini, in diversi tempi, regimi e mari di tutto il mondo, hanno assegnato la funzione di reclusione e punizione; uno strumento, se possibile, ancor più interessante della ricchissima analisi introduttiva e che riserva anche alcune sorprese, per luoghi che siamo abituati a guardare con altri occhi. Un “primo elenco globale” delle 270 isole carcere, in verità, è presente (insieme ai grafici riassuntivi) nell’ultima sezione del volume; a ricordarci, tra l’altro, l’imponenza del fenomeno e la necessità di continuare a studiarlo. Dunque un testo (o, meglio, un complesso di testi) veramente molto utili, nel merito e nel metodo; ma, ancor più, come antidoto alla bolla asfissiante della superficie e dell’adesso. 

Isole carcere - geografia e storia

di Valerio Calzolaio

edizioni Gruppo Abele, 2022

p. 240, euro 23

Scrive...

Giuseppe Buondonno Insegnante di Lettere al Liceo Artistico di Fermo; è responsabile Scuola e Università di Sinistra Italiana.