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una recensioneoltre la lavagna

22/02/2014

"Per una letteratura delle competenze" a cura di Natascia Tonelli

di Lina Grossi

“La letteratura può molto. Può tenderci la mano quando siamo profondamente depressi, condurci verso gli esseri umani che ci circondano, farci comprendere meglio il mondo e aiutarci a vivere. Non vuole essere un modo per curare lo spirito; tuttavia, come rivelazione del mondo, può anche, cammin facendo, trasformarci nel profondo.” Così afferma Tzvetan Todorov, nel suo saggio La letteratura in pericolo, operando una significativa inversione di tendenza rispetto al suo passato strutturalista, che non viene rinnegato ma riconsiderato in una nuova prospettiva che attribuisce al lettore un ruolo più ambizioso: quello di diventare non (solo) esperto di analisi letteraria  ma conoscitore dell’essere umano, attribuendo in tal senso all’opera letteraria la finalità di far riflettere sulla condizione umana.

Queste considerazioni sulla funzione della letteratura sono particolarmente importanti oggi, nell’attuale fase di evoluzione del sistema scolastico verso una modalità educativa centrata sulle competenze, in quanto ridanno vigore a un dibattito da troppo tempo sopito su ciò che dovrebbe costituire il “cuore della disciplina”, sulle metodologie didattiche più idonee per far amare la letteratura alle nuove generazioni di nativi digitali e sulla valutazione degli apprendimenti in ambito letterario. 

È la bellezza del testo letterario, sostiene ancora Todorov,  che deve essere messa in risalto in quanto essa è capace di aiutare a scorgere il senso della vita: è di questo che deve occuparsi prioritariamente l’insegnamento letterario. La centralità del testo resta l’elemento fondamentale nell’insegnamento della letteratura, ma viene posta la necessità di “andare oltre”, tenendo conto che le opere  esistono sempre in seno a un contesto e in dialogo con esso, e che gli strumenti interpretativi, utili per capire i meccanismi interni di un’opera, sono mezzi che non devono diventare il fine dell’interpretazione.

“Il lettore non specialista, oggi come un tempo, non legge le opere letterarie per padroneggiare meglio un metodo di lettura, né per ricavarne informazioni sulla società in cui hanno visto la luce, ma per trovare in esse un significato che gli consenta di comprendere meglio l’uomo e il mondo, per scoprire una bellezza che arricchisca la sua esistenza; così facendo, riesce a capire meglio sé stesso”.

Con questa riflessione di Todorov il progetto Compita sintetizza il senso della sua ricerca sulle competenze dell’italiano di cui si pubblicano i primi esiti nel Quaderno della ricerca n. 6, Per una letteratura delle competenze, Loescher editore, a cura di Natascia Tonelli.  

Il “lettore non specialista” - come afferma Tonelli, che è anche autrice dell’introduzione “Lo sguardo dell’italianista: letteratura, scuola, competenze” -  è il ragazzo che si avvicina per la prima volta alle grandi opere, ai monumenti della nostra tradizione, o a romanzi e racconti in traduzione: responsabilità primaria dell’insegnante sarà di facilitare (non soffocare) l’apertura di orizzonti, la scoperta di mondi e dell’altro da sé, l’arricchimento del reale, l’incremento di bellezza che l’incontro con la letteratura può portare alla vita delle persone.

I termini a titolo del Quaderno sottolineano l’attività di work in progress del progetto di ricerca-azione Compita, predisposto da un gruppo di italianisti di scuola e università, e sostenuto dalla Direzione generale per gli ordinamenti scolastici del MIUR, e ribadiscono l’importanza fondamentale del ruolo educativo e formativo della letteratura ponendo le basi per una riflessione sul concetto e sulla declinazione delle competenze in ambito letterario.

Il Quaderno sia apre con una Prefazione di Carmela Palumbo (Direttore Generale MIUR), che sottolinea l’importanza della sperimentazione sul campo di una didattica per competenze sul doppio versante linguistico e letterario, nel secondo biennio e nell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado; seguono  una Premessa di Natascia Tonelli (Università di Siena), che sintetizza le linee portanti del progetto e due ampie sezioni: la prima teorica e la seconda operativa.

La prima parte comprende il Documento teorico curato da Carla Sclarandis e Cinzia Spingola per il Comitato Tecnico Scientifico, che introduce un dibattito teorico a più voci con spunti diversi di discussione e di approfondimento su posizioni anche apertamente critiche rispetto al progetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per il principio della centralità del testo, lo studente può sperimentare il valore motivante della prospettiva ermeneutica - in senso sia interpretativo sia comunicativo – qualora i contenuti letterari proposti siano rivitalizzati alla luce dei suoi bisogni di significato: da questa prospettiva centrata sul lettore muove la ricerca-azione, come esplicitamente indicato nel documento del Comitato tecnico scientifico. Motivare gli studenti perché siano in grado di leggere in modo personale e autonomo è oggi obiettivo condiviso da insegnanti e scuole, anche in ambito europeo, nello studio della letteratura.

La riflessione sulla didattica per competenze, affidata agli insegnanti con la conseguente sperimentazione nelle classi e fondata su una solida base teorica che comprende anche un’ipotesi di declinazione di attività e compiti in senso operativo, si muove tenendo conto  dei rapporti fra storicizzazione e attualizzazione, interdisciplinarità e interculturalità, lettura interpretativa e scrittura argomentativa, opere irrinunciabili e progettazioni didattiche compatibili con i diversi indirizzi di studio.

Remo Ceserani apre la discussione sul Documento teorico di cui sottolinea la validità e la percorribilità  e richiama l’attenzione su tre questioni: la necessità di rivedere a fondo il nostro sistema delle discipline prima di avviare un lavoro interdisciplinare; la possibilità di esplorare la collaborazione stretta fra insegnamento dell’italiano e quello della lingua o delle lingue straniere; la necessità di superare l’idea di un insegnamento basato  sul canone della tradizione letteraria italiana.

Un ulteriore importante apporto alla riflessione circa la costruzione di un  Quadro di riferimento sulla competenza interpretativa è offerto da Guido Armellini che esprime perplessità circa la possibilità di una categorizzazione dei descrittori della competenza in quanto, citando le sue parole,  nell’insegnamento della letteratura il raggiungimento delle mete più elevate si colloca nella sfera della gratuità e non della misurabilità.

Agli apparentemente semplici ma, in realtà, complessi interrogativi quali: “Che cosa significa insegnare per competenze o insegnare le competenze. Come si progetta una didattica per competenze?” e, in che modo è possibile “valutare e consentire l’autovalutazione delle competenze acquisite sulla base dei descrittori inizialmente definiti”, Federico Batini fornisce, dal punto di vista delle scienze dell’educazione, alcune significative e chiarificatrici risposte e, sottolineando l’unitarietà delle competenze,  mette in guardia dal rischio di una parcellizzazione degli apprendimenti a fini didattici.

Un interessante contributo di Pasquale Guaragnella richiama l’attenzione sulla prosa di pensiero nello sviluppo delle competenze linguistico-letterarie, anche come risposta possibile alle carenze, emerse con sempre maggiore evidenza negli ultimi anni,  delle capacità lessicali e argomentative nel processo formativo dei giovani.

Uno sguardo positivo sulla sorte della letteratura è quello offerto da Simone Giusti che riprende il  pensiero di Jean-Marie Schaeffer nell’affermare che  “non c’è niente poi che indichi che l’avvenire della letteratura sia minacciato, anche se la posizione che essa ricopre all’interno della vita culturale non è più la stessa da molte generazioni”. Riprendendo poi il ragionamento di Philippe Perrenoud sottolinea che la cosiddetta “crisi della scuola” sembra non toccare le discipline, bensì le pratiche didattiche e il rapporto con la disciplina di insegnamento si modifica modificando queste ultime. 

La seconda parte del quaderno è affidata agli insegnanti delle scuole superiori coinvolti nel progetto sul territorio nazionale Essa è ricca di contributi-proposte di lavoro a documentazione dell’avvenuto avvio della ricerca e per stimolare una condivisione e una disseminazione delle esperienze il più possibile vaste.

I contributi riguardano: il dibattito sulle competenze nell’ambito dell’ educazione linguistico-letteraria (Laura Gatti, Luisa Mirone, Stefano Rossetti); alcuni percorsi tematici disciplinari e pluridisciplinari (Carla Sclarandis, Rita Ceglie); alcune proposte di lettura interpretativa della realtà e della logica metaforica (Anna Spata); esempi di convergenze tra ambiti diversi (Paola Liberale, Cristina Nesi); la riflessione su argomentazione e testo letterario (Simona Di Bucci Felicetti);  alcune ipotesi per una valutazione delle competenze (Fabio Foddai, Bonifazio Mattei, Cristiano Scagliarini, Francesca Vennarucci).

Il progetto e gli esiti della ricerca-azione condotta nel 2010-13 ribadiscono la vitalità dell’insegnamento della letteratura nella scuola italiana e aprono prospettive di ricerca e di approfondimento del dibattito e della sperimentazione in classe in merito alla valutazione della componente letteraria nell’insegnamento dell’Italiano. Approfondimento del resto necessario e urgente anche  in vista della somministrazione di una ulteriore prova al quinto anno dell’insegnamento superiore, e della presenza di voci critiche sul quadro della valutazione INVALSI per l'Italiano. 

 

Tonelli Natascia, a cura di, Per una letteratura delle competenze, I Quaderni della ricerca, Loescher, 2013, scaricabile in rete  da La Ricerca- Loescher .

Scrive...

Lina Grossi È stata docente di materie classiche, formatrice, ricercatrice INVALSI e collaboratrice INDIRE; esperta sulla valutazione degli apprendimenti in ambito europeo; autrice di saggi e testi di ricerca didattica.