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una recensioneoltre la lavagna

30/06/2016

"Medio Oriente. Uno sguardo antropologico" di Ugo Fabietti

di Paolo Citran

Tra i numerosi volumi pubblicati recentemente sull'Islam, sull'onda dell'attualità delle problematiche relative  al mondo musulmano e agli eventi bellici e terroristici legati al fondamentalismo islamista, si distingue per la sua peculiarità questo volume, che, come suggerisce il titolo, è dedicato al Medio Oriente considerato con lo "sguardo" dello specialista nell'ambito dell'antropologia culturale, conoscitore dei problemi medio-orientali, in parte tramite un'ampia documentazione sulla ricerca circa tali temi, in parte tramite la personale conoscenza in presa diretta  e lo studio sul campo, soprattutto per quanto concerne l'Arabia Saudita.

 Il volume si caratterizza per il linguaggio chiaro e preciso, per la nitidezza dell'espressione e il rigore nell'organizzazione logica e concettuale del discorso, con grande attenzione rivolta alla metodologia e all'epistemologia della disciplina. L'espressione passe-partout "Medio Oriente" viene caratterizzata dall'Autore come "un'invenzione dell'Occidente", la cui "arbitrarietà" emerge "ogniqualvolta si tracciano i confini", definiti sulla carta in base agli interessi occidentali, in cui popoli e culture costituiscono un vasto e complesso "ordito di fili intrecciati". "La comprensione della differenza culturale" è oggetto  e finalità di questo ampio studio ed è all'origine della disciplina stessa, nata a opera di Occidentali interessati ai popoli cosiddetti "selvaggi", quindi a un "altro da sé"  rispetto a "un'umanità dotata di ragione", passata attraverso varie "fasi di sviluppo"- secondo un modello prima illuministico e poi positivistico ed evoluzionistico -,  che hanno fondato un approccio "comparativo" ancor oggi costitutivo dell'antropologia culturale,  una sorta di "viaggio filosofico" che comportava lo spostamento sia nello spazio che nel tempo. e nelle ipotizzate fasi attraversate dall'Umanità, a partire dall'infanzia di questa.

Ciò ha implicato delle generalizzazioni, che, partendo da un'osservazione della realtà, hanno condotto a deformazioni enunciate attraverso stereotipi, come quelli che hanno designato il "carattere" degli orientali, quali" l'arabo primordiale" o "l'orientale eterno", responsabile della decadenza di quelle terre, elaborando "una rappresentazione culturale chiusa che cristallizza, reificandole, le società e le culture", in un "immaginario esotico" tipico dell'orientalismo, in cui l'idea di Oriente si configura quale "costrutto dell'Occidente", stereotipicamente contrapponendo, per esempio, "virtù politiche dei berberi" a "corruzione degli arabi".

L'analisi tende a essere esauriente e a 360 gradi sotto più punti di vista:
-geografico, in  quanto si tende a trattare esaustivamente dei popoli anche in senso lato riconducibili alla categoria di Medio Oriente, dal Maghreb all'Afghanistan al Balochistan, all'Azerbaijan, dal Sudan del Sud, Somalia ed Eritrea a Iran, Arabia Saudita e Turchia (tanto per fornire alcune indicazioni spaziali che rendono l'idea circa l'ampiezza dell'indagine);
-  metodologico, attraverso un'analisi sia contenutistica che strutturale, sia sincronica che diacronica;
- tematico: si dia  uno sguardo all'indice, i cui temi sono per esempio:  le relazioni sociali e la parentela, il caleidoscopio "tribale", etnicità, gruppi etnici e confini etnici, l'identità, la condizione femminile, politica e religiosa, l'esperienza religiosa.

Nel volgere l'attenzione a relazioni sociali e di parentela contrassegnate da complessità e anche spesso ingarbugliate e interpretate dagli interessati con una "flessibilità" funzionale alla varietà delle situazioni, Fabietti individua un modello patrilineare come prevalente nei rapporti di parentela all'interno di un'organizzazione socio-culturale nettamente endogamica, contrassegnata al bisogno da espedienti i simbolici che permettono di garantire la continuità del "sangue". Ma una sorta di opportunismo permette di superare schemi fissi rigidi determinandosi per esempio "casi ad hoc" senza uno schema fisso in  funzione della vicinanza conformati "a supporto del modello". Parentele e genealogie estese per cooptazione  razionalizzano dinamiche politiche e di alleanza fra gruppi, "aggregazioni caleidoscopiche" conformi a strutture  mentali, determinandosi una discrasia fra "aspetti reali" e "parentela vissuta", per esempio, per "cooptazione dei parenti" per "convergenza di interessi" o "legami di solidarietà", operando anche "processi di manipolazione del sapere genealogico", anche creando i "casi ad hoc di cui sopra.

A volte le dinastie prendono nome da  un capostipite illustre. Un esempio ben noto di questo caso è quello della dinastia tribale degli Ahl Sa'ud, nella quale il grande avo 'Abd al-'Aziz ibn Sa'ud conquistò Riyad  e, attraverso una fitta rete di matrimoni e divorzi, in regime di poligamia,  costituì la dinastia regnante dell'Arabia Saudita, di osservanza wahabita, in cui la scelta del regnante è caratterizzata da un certo margine di arbitrarietà (a favore vuoi del figlio, vuoi del fratello). Del caso dell'Arabia Saudita, Fabietti evidenzia il problematico rapporto tra ortodossia e ortoprassia islamica e modernità (accettando rapporti con l'Occidente e impiego delle sue tecnologie: si pensi al turismo religioso alla Mecca).

Questo libro fornisce importanti chiavi di lettura  per la comprensione dell'umanità medio-orientale, di cui si può avvalere sia l'insegnante, sia lo studente del triennio del liceo delle scienze umane, almeno attraverso la scelta di alcuni passi . Anche lo studente che  non specificamente è interessato all' antropologia culturale, può esser coinvolto in questa lettura, se mosso da personale interesse alla conoscenza del mondo islamico, a cui può portare l'attualità politica, come nel caso degli eventi concernenti l 'Isis.

Ugo Fabietti, Medio Oriente. Uno sguardo antropologico, "Culture e società", collana diretta da Ugo Fabietti, Raffaello Cortina editore, Milano, 2016, pp.304, € 24.

Per saperne di più


Fra i volumi che ho avuto modo di leggere su temi analoghi, suggerirei senz'altro due ottimi lavori di grande attualità:

Maurizio Molinari, Il Califfato del terrore. Perché lo Stato Islamico minaccia l'Occidente, Milano, Rizzoli, 2015, pp. 158, € 17.00.

Domenico Quirico, Il grande Califfato, Neri Pozza, Vicenza, 2015, pp. 240, € 16.00.

Scrive...

Paolo Citran A lungo insegnante di Filosofia, Psicologia e Scienze dell’Educazione, poi dirigente scolastico, è stato presidente del Cidi della Carnia e del Gemonese .