L'esperienza educativa di Franco Lorenzoni
“È meglio che tu pensi la tua” è il titolo del documentario di Davide Vavalà, prodotto da RAI MOVIE, che parla dell'esperienza educativa di Franco Lorenzoni, attraverso la ricostruzione delle attività didattiche delle ragazze e dei ragazzi della 5° elementare di Giove. Muovendosi tra cinema, matematica e storia, teatro e frequentazione di testi impegnativi e classici, il film documentario ripercorre l’ultimo anno di scuola di Franco Lorenzoni e il senso stesso della sua idea di scuola e di insegnamento. Il video è disponibile sul canale Rai Play .
Così ne parla lo stesso Lorenzoni, su "Tuttoscuola", in un suo testo di presentazione "La documentazione di una ricerca" :
"Nel mio ultimo anno di insegnamento ho desiderato sperimentare come fare cinema a scuola. Così, per la prima volta, mi sono trovato a proporre ai ragazzi di inventare una storia per progettare e realizzare un cortometraggio, che desideravo fosse interamente scritto, girato, interpretato e montato da loro.
Diverse fasi di questa ricerca, per me del tutto nuova, sono state riprese da una troupe della RAI.
E’ possibile così ora vedere le ragazze e ragazzi di Giove che si cimentano a comporre una bozza di sceneggiatura disegnando story board, si confrontano tra loro e cercano di trovare un filo tra le diverse intuizioni, per rintracciare un soggetto in cui tutti si possano riconoscere. Ci sono poi i giorni delle riprese nel paese e nella campagna in cui ciascuno ha scelto che parte interpretare nel grande gioco dello sperimentarsi a costruire un cortometraggio.
[...]
Nel corso dei mesi il documentario, pensato inizialmente come una documentazione della ricerca cinematografica della classe, grazie alle scoperte che man mano andavamo facendo e alla sensibilità di chi stava girando, si è riempito di altri contenuti: dal teatro alla geometria studiata con i materiali, con il cerchio che ci ha portato a indagare l’infinito contenuto nel pi greco, fino alla nostra immersione in una grotta trovata nella campagna di Giove, dove ci siamo recati per discutere del mito della caverna di Platone, con le ragazze e i ragazzi della classe che moltiplicavano le loro domande sull’origine e il senso della conoscenza."
Noi abbiamo chiesto ad alcune colleghe e colleghi, amici e collaboratori della rivista, di guardare il documentario e di dirci in breve le loro impressioni, per invitare altri a farlo, magari come stimolo alla riflessione sulla scuola e su che cosa può significare insegnare oggi...
Si tratta infatti di una pagina aperta: aggiungeremo presto altre testimonianze, invitiamo altri a farlo e a inviarcele e magari lo stesso Franco a lasciarci a sua volta un commento...
“Ogni settimana attraversiamo senza saperlo tre culture, nel semplice dar voce ai nomi dei giorni. Lunedì chiamiamo la Luna che è anche Diana, divinità romana parente di Artemide, dea greca delle selve e della caccia”. Marilena Lucente |
Una interessante documentazione di un modo di fare scuola, utilizzando l'integrazione di vari linguaggi. Daniela Casaccia |
Il film documentario su Lorenzoni è affettuosamente celebrativo di un ottimo insegnante, ma anche alquanto distante dalle problematiche della scuola d'oggi (almeno a quel che mi si dice). Il maestro artigiano che prepara il materiale "povero" agli allievi mi fa pensare a mio nonno con i suoi piccoli contadini. Poi però mi risulta che mio nonno (repubblicano radicale) dicesse ai suoi allievi: " Ora andate a leggere le insegne della città, per applicare quanto avete capito e difendere la vostra cultura. E di poi, ritornate alla terra consapevolmente "vostra", se volete". Rosanna Angelelli |
Ho guardato il video. Mentre ascoltavo e osservavo tanti pensieri si accavallavano, il ricordo di colleghi che sanno insegnare e insegnano in modo simile, e il pensiero ai tanti che, chiusi nelle loro aule, fanno fatica anche solo a sorridere, e si sa, senza gioia si fa una fatica terribile a imparare... Certo, la fortuna di vivere e lavorare a contatto con la natura per molti di noi è una chimera, ma non può essere questo a frenarci, nè la paura di non essere compresi dalle famiglie (anche con loro è indispensabile saper spiegare in modo chiaro il nostro progetto e il perchè delle attività proposte e le modalità scelte). Non dovrebbero frenarci i vincoli sempre più stretti, la burocrazia che tutto fagocita... Chi vuol volare e far volare ci prova sempre e comunque. Paola Limone |
L’ascolto, l’espressione del pensiero di tutti, il rispetto della dignità di ciascuno che consiste nel guidarlo ad essere protagonista in relazione agli altri e a ciò che si esplora... Eppure, qualcosa ci colpisce e forse ci differenzia: il senso élitario del proprio lavoro, la riflessione condivisa alla fine, la scuola come rapporto privato e privilegiato con gli allievi. La scuola che finisce con la classe, la propria.
Insomma, ad essere buoni, forse è un film da correggere. Luigi Tremoloso |