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il casoopinioni a confronto

01/05/2015

Qualche contributo che vale la pena leggere...

a cura di insegnare

Mentre si anima il confronto parlamentare sul DdL, val forse la pena leggere alcuni contributi che, da contesti anche assai diversi, alimentano le perplessità o la palese opposizione alle proposte fatte dal Governo.

Abbiamo già segnalato il Documento congiunto con cui molte associazioni professionali hanno chiesto "lo stralcio del tema delle assunzioni" e hanno posto con chiarezza quali sono i presupposti e le priorità, dal loro punto di vista, di un reale cambiamento del sistema scolastico.

Ma questo stralcio non è avvenuto. In commissione le forze politiche che sostengono il Governo e Pdl hanno bocciato la proposta. Nel dibattito il sottosegretario Faraone ha ribadito che i due aspetti non sono scindibili:  "Auspicando che la discussione si svolga senza atteggiamenti pregiudiziali, frutto di valutazioni ideologiche, ritiene che le assunzioni, in quanto funzionali all’esercizio di attività indispensabili per la migliore riuscita della cosiddetta «Buona scuola», siano un argomento non separabile dal resto del progetto di riforma". (Dal resoconto stenografico della seduta)

Le reazioni non sono mancate. La richiesta dello stralcio si è fatta più diffusa e pressante; è fra i temi dello sciopero del 5 maggio e i tempi diventano sempre più stretti, al punto che voci di corridoio cominciano a suggerire che lo stesso Premier valuterebbe l'ipotesi dello stralcio dopo gli scioperi delle prossime settimane.

Tra le reazioni al mancato stralcio, è interessante l'articolo di Marina Boscaino, Uniamo le lotte per difendere la scuola pubblica , da Micromega, 16 aprile 2015, del quale è senza dubbio da condividere l'appello a unire le forze alla ricerca di una piattaforma comune che blocchi il DdL e consenta la soluzione della questione dei precari. Poi, dice giustamente Marina Boscaino, potremo anche ricominciare  a confrontarci  a dissentire su alcune modalità di realizzazione di una scuola veramente democratica e fedele alla Costituzione, ma ora abbiamo una priorità comune: fermare il processo in atto.

ART. 1

1. Al fine di innalzare i livelli di istruzione e competenze delle studentesse e degli studenti, contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali, prevenire e recuperare l’abbandono e la  dispersione scolastica, affermare il ruolo della scuola nella società della conoscenza, costruire curricoli conformi ai nuovi stili di apprendere in coerenza con il profilo educativo, culturale e professionale degli ordini di scuola, realizzare una scuola aperta,  laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione didattica, di partecipazione e di educazione alla cittadinanza attiva, garantire il diritto allo studio, pari opportunità di successo formativo per tutte le studentesse e gli studenti e di educazione permanente per tutti i cittadini, la presente legge dà piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche di cui all’articolo 21 della legge 15 marzo 1997 n. 59, anche in relazione alla dotazione finanziaria.

2. Le istituzioni scolastiche garantiscono a tali fini la partecipazione alle decisioni degli organi collegiali e la massima flessibilità, diversificazione, efficienza ed efficacia del servizio scolastico, nonché l’integrazione e il miglior utilizzo delle risorse e delle strutture, l’introduzione di tecnologie innovative e il coordinamento con il contesto territoriale. In tale ambito, l’istituzione scolastica effettua la programmazione triennale dell’offerta formativa per il potenziamento dei saperi e delle competenze di studentesse e studenti e per l’apertura della comunità scolastica al territorio con il pieno coinvolgimento delle istituzioni e delle realtà locali.

3. La piena realizzazione del curricolo della scuola ed il raggiungimento degli obiettivi di cui all’articolo 2, la valorizzazione delle potenzialità e degli stili di apprendimento di studentesse e studenti nonché della comunità professionale scolastica con lo sviluppo del metodo cooperativo, nel rispetto della libertà di insegnamento, per incrementare le conoscenze disciplinari e didattiche e le competenze, la collaborazione e la progettazione, l’interazione con le famiglie e il territorio, sono assicurati mediante le forme di flessibilità dell’autonomia didattica ed organizzativa prevista dal regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica n.  275 del 1999  e in particolare attraverso:
a) l’articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina ivi comprese attività e insegnamenti interdisciplinari;
b) il potenziamento del tempo scuola anche oltre i modelli e i quadri orari, nei limiti della dotazione organica dell’autonomia, tenuto conto delle scelte degli studenti e delle famiglie;
c) la programmazione plurisettimanale e flessibile dell’orario complessivo del curricolo e di quello destinato alle singole discipline, anche mediante l’articolazione del gruppo classe.

 

Ma intanto è cominciata la battaglia degli emendamenti e alcuni hanno visto con favore la riscrittura dell'art. 1 del Ddl che ora contiene non poche parole d'ordine della scuola di questi anni, forse persino troppe. La nuova versione dell'art.1, frutto di una riscrittura in sede di Commissione, è riportata a lato.
Alcune delle affermazioni qui contenute, certamente condivisibili, appaiono però a nostro avviso in netto contrasto con alcuni dei principi ispiratori della "Buona Scuola".
Se la riscrittura in atto fosse in grado di invertire la direzione di rotta impressa dalla "Buona Scuola" e ricondurre il Decreto nell'alveo della migliore tradizione della scuola italiana e mettere le basi per un effettivo cambiamento, sarebbe certamente una buona notizia, ma resterebbe comunque aperta la questione delle deleghe previste dall'art. 21.

Intanto sarebbe opportunio che si prendesse atto delle molte voci contrarie al progetto del Governo.

Nei giorni scorsi ha fatto giustamente notizia la diffusione dell'accalorato appello rivolto  da Ferdinando Imposimato allo stesso Presidente Mattarella, in difesa della scuola pubblica e contro il decreto:  " la scuola - ha detto il Presidente onorario aggiunto della Corte di Cassazione, richiamandosi a Calamandrei - è  un organo costituzionale come Parlamento, Governo e Magistratura anzi ancora più importante, poiché l’insegnante ha un compito ancora più difficile, istruire e formare i giovani. La scuola è organo centrale della democrazia e da essa parte il sangue che rinnova giornalmente tutti gli altri organi, giorno per giorno".
Si veda il servizio da Redazione Reportweb.tv:

 

Ma dai gruppi che sostengono il progetto non andrebbero sottovalutate le molteplici voci contrarie che si sono sollevate durante le audizioni parlamentari.

Di particolare rilievo ci sembrano l'audizione di Andrea Gavosto, Presidente della Fondazione Agnelli, e  il relativo documento, poiché alle severe critiche alle modalità  ipotizzate per la soluzione del precariato (matassa certamente ormai molto complessa da sbrogliare!) si affianca la difesa di un vero organico funzionale, capace di sostenere l'innovazione, il recupero, la varietà dell'offerta formativa, la lotta alla dispersione: "considerare i posti per il potenziamento dell’offerta
formativa come il luogo deputato a parcheggiare insegnanti a cui non si riesce a dare una cattedra e che servirebbero in prevalenza come 'tappabuchi', per coprire in buona sostanza le supplenze brevi e poco altro, è davvero una visione riduttiva e mortificante della buona idea dell’organico dell’autonomia."
Scarica qui la Memoria per l'audizione della Fondazione Agnelli.

E vale la pena di leggere il grido di dolore del "vecchio" (non ce ne voglia, ma qui è sinonimo di saggio) "ispettore"  Maurizio Tiriticco: "Ma chi glielo ha chiesto?" : "Sembra più un testo pubblicitario per brave massaie che un testo propositivo di un riordino rigoroso e SERIO!" , articolo tratto dal blog dell'Andis, associazione che  sembra incline a trovar del buono nel Ddl e che, invece, a nostro modesto avviso, dovrebbe trovare gravemente offensive le superficiali e propagandistiche affermazioni sui "presidi"...

Infine, dal fronte dell'amministrazione locale,  Annamaria Palmieri, Assessore all'istruzione del comune di Napoli, in una intervista rilasciata a napolicittasociale.it  elenca le sue perplessità sul Ddl. Si tratta di una testimonianza di rilievo poiché giunge da un'esperienza amministrativa dove questioni cruciali come la soluzione del problema del precariato, la lotta alla dispersione scolastica o  le difficoltà connesse con le condizioni edilizie e strutturali degli edifici scolastici vengono affrontate quotidianamente e a livelli certamente impegnativi.

E' incredibile come il Premier e gli esponenti di Governo continuino a far riferimento a una fantomatica consultazione digitale a loro dire sensibilmente favorevole, anziché prendere seriamente in considerazione la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori, che hanno instancabilmente segnalato ogni forma di contrarietà al progetto.