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04/12/2015

Una proposta che non ci piace perché…

a cura di Gruppo infanzia del Cidi Firenze

Pubblichiamo l'inizio di un articolo estratto da un ampio documento del CIDI Firenze sulla Delega relativa allo 0-6, rimandando al sito nazionale del CIDI per il seguito della lettura e la possibilità di attingere all'intero documento.

La delega al Governo risponde, in apparenza, ad alcune questioni aperte. Ecco cosa sembra “risolvere” e perché non lo risolve davvero.

Il raggiungimento dei parametri europei e l’omogeneità sul territorio nazionale.
La situazione italiana è molto “variegata”. Questa disomogeneità, negli anni, non è stata risolta, nonostante gli appelli alla generalizzazione della Scuola dell’Infanzia inseriti in tutti i documenti ufficiali. Non essendo riusciti a generalizzare la scuola dell’infanzia e a costruire un sistema di nidi omogeneo sul territorio nazionale, si cerca di ottenere lo scopo attraverso la costruzione di un sistema integrato, che mettendo insieme i numeri del nido e quelli della scuola dell’infanzia (quindi attraverso un artificio contabile), alza il numero dei bambini accolti e lo rende più omogeneo. Unificando nel sistema integrato i Nidi (nel settore dei quali il nostro Paese è molto indietro) con le scuole dell’Infanzia, il raggiungimento degli standard europei diventa un obiettivo più vicino.

  • Il superamento della concezione delle istituzioni educative per la prima infanzia come servizi a domanda individuale. Questo è l’aspetto sul quale tutti concordano. L’inserimento dei nidi d’infanzia all’interno di un sistema educativo cui tutti i bambini hanno diritto, rappresenta una conquista importante. Ma anche qui è più l’apparenza che la sostanza: si proclama un diritto ma non si indicano azioni concrete per realizzarlo e, soprattutto, si ribadisce che si tratta di un servizio il cui costo resta per una buona parte, a carico delle famiglie. Inoltre, su questo punto di “principio” (per quanto importante) si è focalizzata l’enfasi e l’attenzione, trascurando totalmente gli altri aspetti molto più discutibili.
  • Il sistema integrato viene individuato come il nuovo “soggetto” istituzionale cui demandare il raggiungimento degli obiettivi di cui sopra. E a tal fine si predispone un piano di Finanziamento. Il Piano di finanziamento non è per la generalizzazione della scuola dell’infanzia o per l’ampliamento della ricettività dei nidi, ma per la promozione del sistema integrato. Vuol dire che verranno stanziati fondi per la costruzione di poli 0-6. Alcune regioni si sono già mosse in questa direzione.
  • Il personale della scuola dell’infanzia. Si era già provato a differenziare (discriminando) gli insegnanti della scuola dell’infanzia, con il tentativo, fallito, di escluderli dal piano di assunzioni previsto per questo anno (Fase A e B). Adesso, gli insegnanti che restano nelle graduatorie ad esaurimento e che sono state escluse dalle assunzioni per l’organico aggiuntivo (Fase C) saranno assunti per la promozione del sistema integrato. Una volta esaurite le attuali graduatorie si aprirà la strada alla creazione di graduatorie “diverse”, appositamente create per il sistema 0-6.
  • Il superamento dell’anticipo e delle sezioni primavera. La promozione dei poli per bambini fino ai sei anni, risolve, in via definitiva la questione dell’anticipo in entrata e chiude la fallimentare esperienza delle sezioni primavera. Il problema è che chiude anche la stagione dei comprensivi, così come erano andati delineandosi fino ad oggi.

Segue su CIDI Nazionale

Testo Unico delle disposizioni in materia di istruzione 
Il Testo Unico delle disposizioni legislative vigenti  è quello che dovrebbe contenere tutte le novità intervenute dopo l’emanazione del Decreto legislativo 297/94 (che è l'attuale "Testo Unico"), ivi comprese le norme che, dopo la L. 59/97 (istitutiva dell'autonomia), sono intervenute a modificare l’ordinamento scolastico negli ultimi 15 anni: la L. 53/03 ("Moratti"), l’innalzamento della scolarità obbligatoria, la valutazione numerica, i modelli organizzativi della scuola primaria, gli atti regolamentari che hanno cambiato l’impianto del primo ciclo e della scuola secondaria superiore, la certificazione delle competenze, l’apprendistato e la conseguente riduzione di un anno della scolarità, le sperimentazioni che prevedono la riduzione della scolarità superiore, la diffusione degli Istituti comprensivi, l’annosa questione dell’istruzione professionale in rapporto ai percorsi di formazione professionale...

Sistema integrato di educazione e di istruzione dalla nascita fino ai sei anni; definizione dei livelli essenziali delle prestazioni della scuola dell’infanzia e dei servizi educativi per l’infanzia 
Questa delega ha o potrebbe avere ripercussioni su un riordino nei fatti del sistema scolastico e formativo nel suo complesso. Temi noti quali l’anticipo della scolarizzazione, il rapporto pubblico–privato (scuole statali – Enti locali – privati), il ruolo degli Enti locali, le differenze territoriali nella domanda e nell’offerta anche in termini quantitativi e qualitativi, il profilo culturale e professionale del personale, la formazione iniziale in ambito universitario… sollecitano il confronto in sede politico-culturale e professionale, ancorché sindacale, finora ignorata nella discussione che ha preceduto l’emanazione della L. 107/15.