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Se gli studenti potessero equiparare le discipline scolastiche ai personaggi e ai luoghi di una fiaba, sono quasi certo che i più affiderebbero il ruolo della strega cattiva alla geometria che, per altro, metterebbero a vivere nella foresta oscura della matematica. E questo accadrebbe non solo nei gradi più alti, ma, temo, anche tra i piccoli alunni della scuola primaria. È compito dell’insegnante invece svelare la magia buona nascosta tra le cifre, le formule, la logica e gli strumenti di misura, dando credito a una disciplina così meravigliosa, che racconta il mondo che ci circonda e che nasconde nella quotidianità numeri, forme, misure reali.
L’attività laboratoriale è una metodologia che può venire in aiuto al docente della scuola primaria nell’insegnamento della matematica e in questo caso specifico della geometria. Il suggerimento di predisporre attività che mirino a sviluppare un atteggiamento positivo rispetto alla matematica ci viene dato anche dalle Indicazioni Nazionali. Il laboratorio infatti si presenta in modo privilegiato come luogo, dentro e fuori dall’aula, deputato alla scoperta e alla conoscenza in modo attivo e condiviso, proponendo ai bambini esperienze significative nel loro percorso di apprendimento, mostrando loro come tali apprendimenti abbiano un risvolto concreto nella vita di tutti i giorni e di come poterli utilizzare nella realtà.
L’esperienza laboratoriale di seguito documentata vuole essere un suggerimento e uno spunto di riflessione su come applicare nella quotidianità l’insegnamento della geometria in modo concreto, “l’esperienza del fare”, mettendo in gioco idee, corpi, significati condivisi in un contesto progettato che valorizza le relazioni tra pari.