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19/06/2014

I disegni dei bambini di Majungu

di Giovanna Carbonaro

L’articolo parla dei disegni realizzati dai bambini e dai ragazzi della Casa di accoglienza “Polepole Onlus”, in Kenia. [1]

La prima impressione che questi disegni danno a noi, che apparteniamo alla cultura occidentale (ma vorremmo appartenere a una cultura universale) è di serenità e armonia. Pur nella semplicità (in alcuni casi anche, effettivamente drammaticità), sembra (o, almeno, noi ne abbiamo l’impressione) che quasi tutti questi bambini vivano in serenità la loro vita quotidiana negli affetti, nei nuovi incontri e/o nella bellezza, e, nei casi di “drammaticità” della loro vita, usino tutte le loro forze per “resistere”, vitalisticamente, con coraggio e speranza rifugiandosi- allontanandosi dal male” (il riferimento è a Ibrahim, giovane uomo e artista già a 13 anni, a Massud e a Fatma). 

Vita quotidiana fatta di giochi, lavoro, studi, affetti, brevi viaggi (quelli che Maria Pace, la coordinatrice del gruppo di volontari e i suoi amici e compagni possono offrire). Non v’è traccia in questi disegni di “tragedia” di “dramma”. Bisogna parlare con chi lavora con questi bambini e ragazzi per scoprire qual è il loro atteggiamento verso la vita, gli avvenimenti felici e quelli dolorosi -  le sofferenze dell’animo, il dolore fisico, la malattia, la morte …-  in altre parole la gioia e il dolore.

Chi si aspetta di vedere nei disegni dei bambini tracce dell’arte “primitiva” africana rimarrà certamente deluso: qui ci sono disegni oramai omologati alla rappresentazione propria della cultura occidentale, che diventa ogni giorno di più cultura egemone, mondiale.

Segno della colonizzazione culturale del mondo povero da parte della cultura padrona, come già nel lontano 1945 aveva evidenziato il poeta Senghor: ho letto molti poeti africani più recenti, e mi hanno interessato, ma “amo”  Senghor -sono vecchia!- e lui è stato il poeta che mi ha introdotto nella mia giovinezza ai problemi dell’Africa con la sua rivista Negritudine:

Siate benedetti, miei Padri siate benedetti!
I mercanti e i banchieri, signori dell'oro e delle periferie dove sgorga la foresta delle ciminiere
- Hanno comprato la loro nobiltà e le viscere della loro madre erano nere -
[2]

Si troverà invece, la paternità dell’arte africana nel disegno che i bambini e i ragazzi realizzano con gli elementi naturati, per esempio la sabbia. Si deve, tuttavia, tener conto che per loro la carta è strumento di lusso, prezioso, che può essere utilizzato soltanto in occasioni particolari, e anche un po’ estranee al loro modo naturale di vivere, come a scuola, in ambulatorio, nella casa di accoglienza..

Dopo avere riflettuto su questa premessa, possiamo rilevare nei disegni alcune ricorrenze.

La rappresentazione globale – La realtà sottesa a tutto ciò che appare è la forza vitale. La vitalità che si sente ci viene trasmessa con lievità, dolcezza.

Il segno – Predomina la leggerezza. Vuol dire che la natura di questi bambini e di questi ragazzi è la mitezza, oppure è indice, semplicemente, di timidezza, timore di osare troppo e timore reverenziale verso i mezzi usati: carta e colori? O, in definitiva, sono valide tutte e due le ipotesi. Il tratto in nero è realizzato con una pressione della mano non forte: delicata, a volte dolce e anche il colore sovente risulta soffuso, di una intensità riflessa.
Molto frequentemente il segno è sicuro, a indicare che c’è un passaggio interessante fedele e aperto a ogni viaggio di arricchimento della “mano” dalla concezione del mondo che il bambino vuole rappresentare (cioè dall’astratto pensiero) alla composizione grafica.

I soggetti – I contenuti dei disegni sono lo specchio della vita loro e delle persone che conoscono e amano: bambini e ragazzi, fiori, alberi (a dir la verità, poco presenti), animali, abitazioni, ambulatorio, mezzi di trasporto.
Dalla rappresentazione delle persone viene a noi comunicato ciò che le persone africane sentono, pensano e fanno.  In qualche disegno viene espressa l’amicizia, in altri la semplice reciprocità, l’interazione con le altre persone e l’ambiente, la forza (per esempio, nei giochi sportivi); in molti disegni viene espresso l’amore dell’autore (per esempio per i volontari).

Le forme – Le figure principali dei disegni concernono: le persone e le loro facce, la natura, la casa, il mondo dei motori. Meritano la nostra attenzione le decorazioni, che occupano l’intero foglio, oppure fanno da contorno ai personaggi e alle cose rappresentate.

Le persone (bambini e adulti) e le loro facce.  La forma in cui vivono le persone vanno da quelle più primitive a quelle più elaborate, ricche di particolari, ma spesso meno espressive, delle ragazze e dei ragazzi più grandi. Questi ultimi che frequentano la scuola, si esprimono spesso con forme “apprese”, non spontanee, che cercano di risultare il più possibile realistiche. Si deve tuttavia dire che una diversità, sia pur limitata, fra le rappresentazioni esiste sempre, e offre una possibilità di comprensione dei singoli autori.
Il disegno, nei casi sopra citati, è la prova che i bambini sono già condizionati da una cultura integrata da quella occidentale.
Notevole in tanti disegni il movimento, che a volte predomina sull’espressione dei sentimenti. Le figure in movimento destano in noi che le ammiriamo, sentimenti di gioia. Ė la vitalità  dei nuovi “giovani” di cui parlo nelle pagine precedenti.
Di notevole interesse sono le decorazioni intorno alle figure, che vanno oltre gli stereotipi occidentali e annunciano un’arte nuova. Notevole sono gli abiti, le acconciature, gli ornamenti personali.

Le facce.  Come è naturale, le facce sono “africane”. Ve ne sono alcune di un’espressività e di una complessità toccanti. Alcune teste sono squadrate: significa ricerca di perfezione? Viene in mente la dizione “quadratura del cerchio”. In alcuni di questi casi rammentano inoltre i tagli delle capigliature femminili e maschili egiziane.

La natura.  Non ci sono paesaggi tra questi disegni, ma anche se in rappresentazioni singole gli elementi naturali rimandano al particolare ambientale del villaggio, in cui i bambini vivono. Sono rappresentati: il sole, il mare (in un solo disegno), il cielo, l’acqua, i fiori, gli alberi (di notevole efficacia e bellezza), gli animali (fra questi un solo disegno raffigura uccelli). A proposito del cielo si osserva che viene disegnato a tutto campo, mentre nei disegni dei bambini italiani viene spesso rappresentato con una sottile striscia nella parte alta del foglio.

La casa.  In molti disegni viene rappresentato l’ambulatorio di Majungo, che assume una grande rilevanza. Questa casa è costruita con mattoni, a differenza delle case del villaggio ed è, quindi, importante. I bambini sono fieri di frequentarla, si trovano bene in questi ambienti, che secondo la loro percezione sono grandi, solidi, moderni, ben arredati e attrezzati.
Nella rappresentazione dei bambini l’ambulatorio non solo è grande, ma anche allegro, con tante comodità (vedi l’attenzione data loro all’acqua: il lavandino, i rubinetti, la doccia) tante belle decorazioni (fiori nei loro bei vasi…) e utilissimi oggetti di uso quotidiano. Questi ultimi sono rappresentati in modo molto originale – vedi la padella con il fuoco sotto – ed efficace.

I mezzi di trasporto. Essi sono importantissimi per  i bambini, che li hanno rappresentati grandi quasi tutto il foglio, o in primo piano, più grandi di tutto il resto della rappresentazione. Da notare che la barca è stata pochissimo disegnata e che il carretto con l’asino non appare mai nei fogli in mostra.

Le didascalie - Le parole – A scuola si impara a scrivere. Ė con orgoglio che i bambini dimostrano qui di avere appreso a esprimersi con le parole della propria lingua e della lingua inglese: I Love Pace, ma anche termini descrittivi degli oggetti di uso comune.  La volontà di imparare, di essere all’altezza delle aspettative degli adulti e di essere all’altezza delle esigenze del mondo, è grande.

La concezione dello spazio – Lo spazio del foglio viene spesso utilizzato al meglio, nessuno spazio viene sprecato. Vi è armonia nella localizzazione delle figure e delle decorazioni.
La suddivisione dello spazio nel foglio è anche molto equilibrata, vedi disegni complessi collocati nella sezione “Tutto l’universo del bambini”.

La grandezza delle persone. Le figure umane non sono sempre in primo piano, ma quando lo sono assumono proporzioni molto rilevanti nei confronti degli oggetti e anche della casa e delle strade. La grandezza accentuata delle figure umane è limitata soltanto nel caso della macchina, del tuk tuk, dell’aereo o dell’elicottero.

Un grande impegno dei bambini e dei ragazzi è messo nelle decorazioni. Ricordo qui “il cuore fiorito” e gli altri fogli di Ibrahim. “Il cuore fiorito” è il leit-motif, la filosofia del complesso dei disegni e di tutto questo impegnativo e interessante lavoro dei bambini e degli adulti, bianche e neri, in esso impegnati.

 

Note

1. Vedi Lettera a insegnare di presentazione del contesto cui si fa qui riferimento.
2. Lépold Sédar Senghor, "Il ritorno del figliol prodigo", da Canti d’ombra, 1945; leggi l'intero poema.