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19/06/2014

Una lettera dal Kenia

di Pole pole

Spett.le  redazione di “insegnare”.

Abbiamo letto con interesse l’ articolo su Malala e pensiamo sia possibile continuare la riflessione sulla scuola e sulla sua funzione  culturale e civile in comunità “altre” rispetto all’Europa, segnalando  nel nostro caso la vita di bambini e ragazzi in una zona del  Kenia.

Ci presentiamo: siamo una onlus laica di nome “Pole pole” che in swaili vuol dire “Piano piano”. Operiamo nel territorio di Malindi-contea di Kilifi dal 2007 e i nostri obbiettivi sono: assistenza sanitaria; sviluppo dell’educazione, a partire dal villaggio di Majungu e quindi in altri 4 vicini.

La storia delle nostre attività è sintetizzata nel power point che alleghiamo. A Takaie, nella scuola governativa primaria, abbiamo riattivato un ambulatorio e supportiamo gli insegnanti keniani  con un progetto di educazione sanitaria per 2000 allievi.

Nel villaggio di Keresha, la mancanza di scuole ci ha indotto a costruire 5 padiglioni per un centro multifunzionale che comprende dormitorio, asilo, cucina, ambulatorio, laboratorio. Tra le attività dell’anno scorso c’è stata una mostra dei disegni dei bambini e dei ragazzi, disegni analizzati dalla pedagoga Giovanna Carbonaro.

Pensiamo sia interessante proporre a “insegnare” le considerazioni di Carbonaro in proposito, anche ai fini di un confronto con esperienze grafiche analoghe tra i bambini italiani. Grazie.  

Per “Pole pole” 
Maria Pace Pellegrini


 

Gentile Maria Pace Pellegrini,

abbiamo ricevuto con molto piacere la vostra mail e pubblicato le considerazioni di Giovanna Carbonaro sui disegni dei vostri ragazzi. Osservandoli, è piacevole notare le analogie e le peculiarità che costituiscono la ricchezza di questo nostro tempo, che dovrebbe aver imparato a costruire l'eguaglianza nel rispetto e nella valorizzazione delle diversità.

Ma non è facile. Troppi oppongono ancora a questa semplice ma sconvolgente verità le grette difese di identità presunte, tanto più arroganti quanto fragili. Ma è confortante sapere che in quella direzione molti come voi cercano - seppure  con fatica - di vivere e di lavorare, anche aiutando chi soffre ancora di condizioni di vita precarie e difficili.

Ci auguriamo che qualche insegnante che ci legge e lavora nel nostro paese voglia raccogliere l'invito a un confronto a distanza con le vostre attività, magari avviando uno scambio di corispondenza e di immagini.

Buon lavoro

insegnare

 

Rubrica di corrispondenza con la rivista. L'indirizzo mail è redazioneinsegnare2010@gmail.com 

Immagine: un fotogramma del Il postino (1994) con Massimo Troisi