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29/09/2017

Letture non solo per quel giorno ...

di Pino Assandri

Ecco qualche proposta per letture che, a partire dal 3 ottobre, possono andare oltre e durare anche tutto l'anno... e una breve nota introduttiva a margine.

Il panorama dell'editoria multiculturale è oggi molto diverso rispetto agli anni '90. I bambini "stranieri" (è appunto questa la stortura da correggere!) sono diventati grandi e non sono più "venuti da lontano". Sono bambini, ragazzi, adolescenti, giovani per lo più nati e cresciuti in Italia.
Non esistono più le collane di libri bilingui (come quella della casa editrice Sinnos), proprio perché la realtà è mutata.
Ma ci sono tanti libri, specie per i più piccoli; anche recentissimi che mettono in primo piano l'amicizia, l'accoglienza di chi è "diverso", la solidarietà.... per essere e sentirsi INSIEME.

Benvenuti!

Uno splendido albo, appena uscito che parla di accoglienza e condivisione.

Protagonisti tre amici, tre orsi bianchi che si trovano su una piccola zattera di ghiaccio che va alla deriva in mare e si rimpicciolisce sempre di più. Cercano una terra, un punto d’approdo, una casa. E vanno incontro a molti rifiuti...

Barroux, Benevenuti, Edizioni Clichy, 2017.

 

C’è il tema dello scioglimento dei ghiacci (il pezzo di ghiaccio che si stacca e fa “crack”), ma c’è soprattutto quello di andare alla ricerca di un posto dove stare, e di essere respinti.

Le mucche dicono di no, perché gli orsi sono troppo alti, troppo pelosi e… troppo orsi!

I panda che sono troppi (dove abbiamo sentito dire questa farse come una scusa per non accogliere?) .

Le giraffe si girano dall’altra parte e fanno finta di niente.

 

E quando, finalmente, trovano rifugio su un’isola deserta, e arrivano a chiedere ospitalità alcune scimmie, gli orsi accolgono i nuovi arrivati.

Benvenuti!

 

Da un'idea di Rodari: sette per uno, uno per uno ...

“Uno e sette” è uno dei più celebri racconti di Gianni Rodari, che apparve nel 1962 in Favole al telefono, un libro continuamente ristampato da Einaudi ragazzi che da anni detiene i diritti dell’opera di Rodari. 

Uno e sette

Ho conosciuto un bambino che era sette bambini.
Abitava a Roma, si chiamava Paolo e suo padre era un tranviere.
Però abitava anche a Parigi, si chiamava Jean e suo padre lavorava in una fabbrica di automobili.
Però abitava anche a Berlino, e lassù si chiamava Kurt, e suo padre era un professore di violoncello.
Però abitava anche a Mosca, si chiamava Juri, come Gagarin, e suo padre faceva il muratore e studiava matematica.
Però abitava anche a Nuova Vork, si chiamava Jimmy e suo padre aveva un distributore di benzina.
Quanti ne ho detti? Cinque. Ne mancano due: uno si chiamava Ciù, viveva a Shanghai e suo padre era un pescatore; l’ultimo si chiamava Pablo, viveva a Buenos Aires e suo padre faceva l’imbianchino.
Paolo, Jean, Kurt, luri, Jimmy, Ciù e Pablo erano sette, ma erano sempre lo stesso bambino che aveva otto anni, sapeva già leggere e scrivere e andava in bicicletta senza appoggiare le mani sul manubrio.
Paolo era bruno, Jean biondo, e Kurt castano, ma erano lo stesso bambino. Juri aveva la pelle bianca, Ciù la pelle gialla, ma erano lo stesso bambino. Pablo andava al cinema in spagnolo e Jimmy in inglese, ma erano lo stesso bambino, e ridevano nella stessa lingua. Ora sono cresciuti tutti e sette, e non potranno più farsi la guerra, perché tutti e sette sono un solo uomo.

Ebbene...

È uscito da pochi giorni Sette e uno. Sette bambini, otto storie, Einaudi ragazzi: l’editore ha chiesto a sette scrittori del mondo, tra i più “rodariani” di scrivere un racconto, dedicato a uno dei sette bambini citati: Paolo, Jean, Kurt….

Beatrice Masini, Bernard Friot, Ulrich Hub, Daria Wilke, Dana Alison Levy, Yu Liquiong, Jorge Lujàn hanno raccolto l’invito a giocare con le parole e con le storie, ispirandosi al protagonista di Uno e sette.
Sette bambi di diversa nazionalità che sono in realtà lo stesso bambino.
È un modo per parlare di infanzia, uguaglianza, solidarietà, pace tra i popoli. 

"Il bambino dentro questa storia si chiama Paolo, abita a Roma, è bruno, ha il papà che fa il tramviere, ha otto anni, sa già leggere e scrivere, e va in bicicletta senza appoggiare le mani sul manubrio. Ma c’è di più. Il bambino dentro questa storia si chiama Paolo, abita a Roma, è bruno e il suo papà faceva il tranvier, ma poi l’hanno messo in mobilità e Paolo subito non ha capito bene e nessuno glielo spiegava, a lui sembrava ovvio, un papà che guida il tram è un papà mobile per forza, invece il suoi era così mobile che alla fine si è trovato senza tram da guidare….”

da Beatrice Masini, "Paolo re di Roma"

“Un giorno Kurt ha detto di voler andare a scuola in metropolitana da solo. Suo papà era contrario. Berlino è una grande città, ha detto, e tu sei ancora piccolo. Ma Kurt non è piccolo, ha otto anni, tra poco nove.
Allora Kurt ha chiesto all’altro papà, anche lui era contrario…”

da Ulrich Hub, "Kurt a Berlino"

 

Tre mostri 

Un albo (dai 4 anni) perfetto per far scoprire il valore dell’amicizia e della convivenza:

David McKee, Tre mostri, Lapis, 2016.

C'erano una volta due mostri, un mostro rosso e un mostro blu. Vivevano tra il mare e la giungla, e benché fossero molto pigri erano felici. Un giorno, però, arrivò un nuovo mostro, giallo e parecchio strano. Cercava un posto dove trasferirsi...

Per la sua ironia e immediatezza, l’albo può essere proposto e condiviso anche con lettori più grandi.

 

Un "classico" per i più piccoli 

Un albo per bambini dai 4 anni diventato ormai un classico contemporaneo:

Helme Heine, Amici Amici, Edizioni E.Elle, 2009

Un gallo, un maialino e un topo decidono di fare un giro in bicicletta in campagna. Così trascorrono allegramente tra campi di grano, ruscelli e ciliegi, una giornata indimenticabile che porterà i tre a giurarsi eterna amicizia.

Un modo semplice e immediato di presentare l’amicizia tra “diversi”.

 

"A scuola non ci vado più!"

Da leggere e condividere con bambini dai 5 anni in su.

Silvia Serreli – Allegra Agliardi, Viola cambia scuola, Edt Giralangolo, Torino 2009

"Basta, a scuola non ci vado più!", dice Viola alla mamma e al papà.
Viola arriva da un paese lontano: il nuovo paesaggio la disorienta, le parole che sente a scuola sono incomprensibili, tutto le sembra ostile...
Ma lo smarrimento dura poco: proprio a scuola Viola troverà presto tanti amici, imparerà nuove parole, e scoprirà quante meraviglie può svelare un paese sconosciuto.

   

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Per tutte le età

In una notte di temporale, una piccola capretta bianca vagava nell'oscurità. Senza pensarci un attimo si rifugiò in una capanna abbandonata sulla collina.
Si accomodò in un angolo a riposare ascoltando il picchiettare della pioggia sul tetto. Ma  ansimando qualcuno entrò nella capanna. Chissà chi era.
La capretta drizzò le orecchie. Doveva essere sicuramente una capra. La capretta, sollevata, salutò il nuovo arrivato che, sorpreso e un po' spaventato, rispose sgarbatamente. Ma il nuovo arrivato non era una capra, bensì un lupo.
Il lupo disse "Come? Chi ha parlato? Con questo buio, non si vede un accidente".

Nel racconto tutto si svolge nel buio, ed è proprio il buio che fa scoprire ai bambini quanto siano simili nei desideri e nelle paure i due antagonisti per antonomasia. Il buio, come complice in positivo, non svelerà loro la vera identità dell'altro. Anzi, riprendendo il loro cammino al termine del temporale, si saluteranno come due buoni amici e con l'impegno di rincontrarsi il giorno dopo a mezzogiorno nello stesso posto. 

 

 

Scrive...

Pino Assandri Insegnante e dirigente scolastico; studioso di letteratura ragazzi; scrive per le riviste il "Pepeverde" (letteratura ragazzi) e "Conflitti"; su "insegnare" cura la rubrica "Fiori di loto"

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