Home - la rivista - cultura e ricerca didattica - A cosa serve la storia?

temi e problemicultura e ricerca didattica

19/02/2022

A cosa serve la storia?

di Filomena Pisciotta

A proposito del "Giorno del Ricordo"     

Che la conoscenza della storia, in particolare di quella contemporanea, sia un serio problema di questo Paese, ormai è un dato di fatto. Che questo porti a grossolani, ma anche pericolosi, errori che conducono a letture superficiali di eventi completamente diversi per cause e contesti, è evidente. È sempre dietro l’angolo il rischio di un uso pubblico della storia per fini politici e di revisionismo, in una diatriba tra opposte fazioni che finisce per inserire in un unico calderone fatti che hanno bisogno di analisi accurate, documentate, proprio nelle loro diversità e drammaticità.                 

Molti hanno già scritto sulla nota inviata alle scuole dal Capo Dipartimento del Ministero dell’Istruzione Stefano Versari “10 febbraio 2022 “Giorno del Ricordo” - Opportunità di apprendimento”.  L’ANPI ha chiesto immediatamente lumi su una comparazione completamente inaccettabile, che equipara il dolore italiano a quello degli ebrei.  In quella circolare, infatti, i massacri del confine orientale sono equiparati alla Shoah, e non solo.

«Il “Giorno del Ricordo” e la conoscenza di quanto accaduto possono aiutare a comprendere che, in quel caso, la “categoria” umana che si voleva piegare e culturalmente nullificare era quella italiana. Poco tempo prima era accaduto, su scala europea, alla “categoria” degli ebrei. Con una atroce volontà di annientamento, mai sperimentata prima nella storia dell’umanità. Pochi decenni prima ancora era toccato alla “categoria” degli Armeni. Eppoi? Sempre vicino a noi, negli anni novanta, vittima è stata la “categoria” dei mussulmani di Srebrenica…»[1].

Ma anche altre “categorie” umane potremmo aggiungere a questo elenco, attingendole dalle tragedie del Novecento. Ma sono assimilabili?

Il ministro Bianchi ha provveduto ad ammettere l’errore nella pubblicazione della nota amministrativa. «Paragonare tragedie, genera altro dolore», è il titolo di un comunicato pubblicato sul sito del ministero. «Ogni dramma ha la sua unicità, va ricordato nella sua specificità e non va confrontato con altri, con il rischio di generare altro dolore» [2].

Ben vengano le scuse, ma la riflessione rimane perché questo  rende ancora più chiaro che c’è bisogno di conoscenza storica, eppure il tempo dedicato all’insegnamento della storia, nei curricola scolastici, è sempre più ridotto e arrivare allo studio del Novecento (pur presente nelle Indicazioni nazionali e  nelle Linee guida dell’ultimo  anno del  primo e del secondo ciclo) è spesso difficile per quei  docenti preoccupati  di affrontare eventi, a loro avviso, non sufficientemente  sedimentati da poterli guardare  con la dovuta distanza.

Ma la scuola, alla quale si chiede di commemorare le “giornate”, ha compito di insegnare la complessità della storia e di analizzare i fatti nelle loro diverse implicazioni, compresi gli eventi più drammatici del Novecento. E la tragedia delle foibe, ci ricorda lo storico Giovanni De Luna, nel suo articolo apparso su La Stampa del 22 febbraio 2022, va analizzata individuando prima di tutto l'oggetto (i massacri del settembre 1943 e della primavera del 1945), utilizzando le diverse fonti a disposizione, servendosi delle interpretazioni storiografiche che la collocano nell’orrore che sconvolse l’Europa centrale durante e subito dopo la guerra e il nostro confine orientale. E, mi permetterei di aggiungere, che, forse, in un percorso di lunga durata, sarebbe di aiuto anche una retrospettiva delle vicende che hanno accompagnato la storia di questa area.

I fatti si possono discutere, sottoporre a verifica, modificare, arricchire, contraddire, in un terreno di riflessione critica, attraverso percorsi di ricerca, di accertamento di nuovi fatti, di prova delle argomentazioni, di una messa in discussione onesta e laica delle acquisizioni storiografiche, ma non si possono piegare a una visione revisionistica in senso lato che rifiuta la complessità del discorso storico.

 Questo ci aiuterebbe anche a superare inutili e dannose analogie.

Note

1. Cfr.  MI, Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione,  "10 febbraio 2022 “Giorno del Ricordo” - Opportunità di apprendimento", 10.02.2022.
2. Cfr. MI, "Foibe, Bianchi: “Paragonare tragedie genera altro dolore”", 10.02.2022.

Scrive...

Filomena Pisciotta Laureata in Filosofia, a lungo insegnante nella scuola secondaria di primo grado, poi dirigente scolastico. Continua a interessarsi di didattica della storia, presso il Cidi di Roma.

sugli stessi argomenti

» tutti