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editoriali

06/01/2017

E' morto Tullio De Mauro

di Mario Ambel

Addio, Tullio! E grazie. Grazie per tutto quello che hai fatto e ci hai dato per crescere come insegnanti, come studiosi e come cittadini impegnati a lottare ogni giorno per un domani più giusto e migliore.

Verrà poi il tempo della riflessione, della rivisitazione del pensiero, dello studio. Verrà il tempo per rileggere i suoi ultimi articoli  e riascoltare le ultime interviste, oppure rileggere la versione integrale di 200.000 futuri non-cittadini all'anno, ovvero un'intervista sulla scuola, del 2011, nella quale delinea con la consueta lucidità non priva di mordente ironia lo stato di crisi dell'istruzione e le responsabilità al riguardo non solo della politica ma anche di molti intellettuali italiani, grandi e piccoli. E poi, via via, verrà il tempo per ricostruire il percorso di  50 anni di studi, di insegnamenti, di impegno culturale e civile.

Ora è il tempo della tristezza e del dolore, dei ricordi che affastellano la mente e il cuore. In queste ore, tra quanti ci si scambia moti di tristezza e di sconforto, e sono molti, forse assai di più di quanto si potesse immaginare, si misurano l’ampiezza,  la profondità e la sincerità dei sentimenti e delle convinzioni comuni. E in parte stupiscono l'estensione territoriale e la varietà generazionale di quanti percepiscono e quasi riscoprono di dovere al suo insegnamento la condivisione di una parte importante dei propri pensieri, delle proprie azioni, delle proprie passioni. Della propria etica professionale.

Per la nostra fetta di mondo e di valori, dobbiamo a Tullio De Mauro se in Italia esiste l'educazione linguistica democratica, ovvero quel mandato politico e culturale, direttamente desunto dall'art. 3 della Costituzione, che ci impegna ad affidare alla scuola e a noi stessi un prioritario, immenso compito: difendere, costruire e consolidare le condizioni per l'esercizio del diritto di tutti e di ciascuno ad acquisire gli strumenti cognitivi, linguistici e culturali per vivere in modo più libero, solidale e consapevole il proprio tempo e la propria porzione di responsabilità sociale. Un impegno che, come ci ricordava sempre,  riguarda tutti i docenti, nessuno escluso, e a cui talvolta la scuola purtroppo si sottrae, vinta dalla difficoltà del compito o attratta e distratta da altre e meno significative finalità.  Spesso da ripiegamenti illusori.

Il dolore di queste  ore è di quelli che si provano quando se ne va uno dei pochi che possiamo chiamare "maestro". Tullio De Mauro  è stato un maestro non solo per i suoi allievi nelle aule universitarie, ma anche per i molti che ne hanno apprezzato le parole e le idee attraverso gli scritti, le iniziative pubbliche e l'impegno politico. E' stato maestro come insegnante, come linguista, come democratico, come uomo di sinistra.  Amava molto il concetto di "maestro", che considerava parola e mestiere nobile, segno di una solida responsabilità etica e civile.

E dobbiamo resistere all'amarezza di constatare quanto i valori che alcuni della sua generazione ci hanno insegnato a perseguire non abbiano oggi un forte appeal nella grancassa mediatica, nell'agone politico e neppure talvolta nella società civile. Dove aleggiano altri miti - la meritocrazia, la competitività, la semplificazione arrogante - e dove sempre più spesso le parole stesse, della cui pregnanza e onestà intellettuale era così rigorosamente interprete e paladino, vengono tradite e manipolate.  Dobbiamo resistere alla tentazione di pensare che sia un pezzo di mondo che se ne sta andando.

Eppure in  queste ore del lutto il consenso sembra forte, diffuso e unanime. Speriamo che sia anche sincero e foriero di un rinnovato impegno a perseguire  quei valori di diritto all’istruzione, alla consapevolezza linguistica e culturale e al riscatto sociale che ci ha trasmesso e che oggi ci sentiamo un po' più soli ma anche più determinati nel  continuare a difendere e praticare.  Anche per lasciarne parte del compito a coloro che assai più giovani oggi egualmente lo rimpiangono, a conferma di una continuità di intenti e di impegno che va oltre le mode effimere e le illusioni transitorie.


Speciale Tullio De Mauro e l'educazione democratica

Raccoglieremo nelle pagine di questo "speciale" alcuni scritti di Tullio De Mauro pubblicati negli anni per insegnare o per il Cidi; articoli e ricordi scritti per la rivista da allievi, amici, insegnanti nei giorni immeditamente successivi alla sua morte; segnaleremo altri ricordi e testimonianze tratti da altre fonti e poi, via via, speriamo di aggiungere nuove riflessioni e spunti di approfondimento e di lavoro attorno a temi e questioni centrali nel suo insegnamento e per l'educazione linguistica democratica.

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Scrive...

Mario Ambel Per anni docente di italiano nella "scuola media"; esperto di educazione linguistica e progettazione curricolare, già direttore di "insegnare".