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editoriali

13/06/2014

Ricordando Enrico Berlinguer...

di Mario Ambel

Dovremo trovare qualche argomento lieto per i prossimi editoriali, per non farne una rubrica troppo incline alla pratica composta del ricordo funebre. Ma continuano a succedersi eventi che ci costringono a qualche memoria dolorosa. Frammista però di orgoglio, come sono i commiati da chi ha speso bene il proprio tempo.

In questi giorni, trent’anni fa, moriva Enrico Berlinguer, figura di grande rilievo della politica non solo italiana della seconda metà del secolo scorso. La sua parabola politica alla guida del Partito Comunista durò “solo” dodici anni, dal 1972 al 1984, ma furono anni intensi, drammatici, tra i più duri della storia repubblicana.

Questa rivista si occupa di scuola ed Enrico Berlinguer raramente se ne occupò in modo diretto. Perché, allora, parlarne? Ci potrebbe forse interessare trattare di che cosa e di come si occupò di scuola il PCI in quegli anni, magari ritornando al ruolo che ebbero insegnanti e intellettuali comunisti per esempio nella stesura dei Programmi della scuola media del 1979, nel dibattito sulla mai realizzata riforma della scuola superiore, ma significherebbe uscire dai limiti di queste pagine e in parte far troppo la storia in casa propria, il Cidi intendo, operazione non sempre facile da gestire…

Ci limiteremo invece, nell'articolo Pricipi in bilico, a chiederci e a cercare di ricordare che cosa pensasse Enrico Berlinguer di alcuni temi che ancora occupano i nostri pensieri e le nostre preoccupazioni. O a chiederci che cosa pensava o avrebbe pensato di parole-concetto che oggi hanno in parte inquinato e travolto il pensiero pedagogico e politico della sinistra italiana, per esempio “merito” o “capitale umano”.